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Sgarbi celebra la Pietà di Michelangelo – Di Sandra Matuella

Ed è stata un’occasione per denunciare gli orrori del terrorismo islamico

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Sul fondo del palco è proiettata la Pietà di Michelangelo: Vittorio Sgarbi entra in scena, si avvicina a questa immagine, accarezza il volto della Madonna e declama la preghiera alla Vergine che apre il 33esimo Canto del Paradiso dantesco.
Inizia così, con uno squisito slancio mistico, Michelangelo, la lezione- spettacolo proposta al Teatro Auditorium di Trento, dal celebre critico d’arte e neoeletto parlamentare di Forza Italia, possibile Ministro dei beni e attività culturali in un governo a trazione Centro-Destra.
Sgarbi replica il grande successo che ottenne lo scorso maggio a Trento, con lo spettacolo dedicato a Caravaggio, proposto a Trento sempre da Fiabamusic: il tutto, in attesa della terza parte della sua trilogia rinascimentale, dedicata a Leonardo da Vinci.
 
Oltre a essere una straordinaria lezione d’arte, dotta, ricca di stimoli e suggestioni, quella di Sgarbi è stata anche una accorata difesa dei valori culturali e spirituali della civiltà occidentale, che come ha più volte sottolineato nel corso dello spettacolo, citando Benedetto Croce, «Non può non dirsi cristiana».
Il Teatro Auditorium è pieno, e il pubblico segue davvero in religioso silenzio, rotto solo da applausi molto forti, specie quando attacca i dirigenti scolastici che non permettono il presepio o che fanno togliere il crocefisso dalla scuola, Vittorio Sgarbi lancia addirittura un appello a tutti i presenti: «Quando in nome di un laicismo idiota, un preside proibisce i simboli della nostra religione a scuola, avvisatemi che mi impegnerò personalmente per farlo cacciare».
 
Per Sgarbi tutte le religioni sono importanti, ma «nessuna civiltà è più alta di quella generata dal Cristianesimo: quale altra civiltà ha un Dante, un Caravaggio, un Leonardo da Vinci, Michelangelo, Palladio, Bach, Beethoven?».
Parla anche della Scuola di Atene, di Raffaello, ossia «il più bel affresco dell’umanità, che racconta il mondo antico, con Platone, Aristotele, Socrate, su cui si fonda il pensiero cristiano dell’Occidente: per questo dobbiamo essere orgogliosi di essere occidentali, cristiani, italiani, di essere cioè il punto di arrivo di una grande storia».
Storia che ha innescato un meccanismo virtuoso, per cui un genio trae ispirazione da un altro genio: tornando al tema dello spettacolo, Sgarbi ha dimostrato come per la Pietà, il suo capolavoro assoluto, Michelangelo si sia ispirato ad un altro genio, Dante, e poi a sua volta è diventato un archetipo per altri grandi artisti che nel corso dei secoli hanno tratto ispirazione dalla sua arte, da Tiziano, a Pontormo, fino a Medardo Rosso, Rodin, Giacometti e all’artista belga Jan Fabre.
 
«La religione cristiana racconta una storia meravigliosa: non c’è una Cappella Sistina o una Cappella degli Scrovegni musulmana: dobbiamo guardare con riconoscenza alla nostra religione.»
Tutto questo fioritura artistica plurisecolare si è drammaticamente interrotta al cambio di secolo e di millennio.
«Quale è l’immagine più significativa di questi primi 18 anni del terzo millennio? – Chiede agli spettatori – Una nuova Pietà? Un nuovo Giudizio Universale? No, è un video con gli aerei che si schiantano su due torri, con persone che si gettano nel vuoto.»
La scena degli attacchi dell’11 settembre 2001 per Sgarbi non è che un anticipo dell’immaginario legato ai successivi attentati terroristici, uniti alla distruzione di opere della cristianità, e dell’Occidente in generale, da parte del terrorismo di matrice islamica.
 

 
Mostra così un'altra immagine tragicamente emblematica dei nostri tempi: è quella dell’antico teatro romano di Palmira, in Siria, parzialmente coperto dalla bandiera nera dell’Isis e in primo piano una fila di prigionieri inginocchiati prima della decapitazione.
Sgarbi non si nasconde certo dietro al politicamente corretto, quando affronta la delicata questione relativa all’Islam.
«Per la religione cristiana Dio scende dal cielo sulla terra, per condivide la sofferenza dell’uomo.
«La nostra religione rende umano Dio e lo raffigura, nell’Islam invece Dio non è rappresentabile in alcun modo. Ed è anche da questa convinzione religiosa che nasce la violenza contro i nostri monumenti e l’arte sacra.»
 
Verso la fine dello spettacolo Vittorio Sgarbi si rivolge direttamente al Trentino e alla sua grande storia:
«Da Trento, città del Concilio, io dico: gli islamici vanno rispettati, ma non bisogna cedere negando la nostra religione per non disturbare la loro, perché è proprio da qui che nascono i conflitti.
«C’è un attacco all’Occidente, ai suoi valori di libertà: non dobbiamo rinnegare la nostra cultura altrimenti, se non avremo il coraggio di resistere, verremo travolti e quelli in ginocchio davanti al teatro di Palmira, saremo noi.»
 
Sandra Matuella – s.matuella@ladigetto.it

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