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Minority SafePack: l'appello della Regione Trentino Alto Adige

Un milione di firme per una Europa dove le minoranze siano un valore aggiunto

Mancano ancora poco meno di 98 mila firma per raggiungere il traguardo di 1.000.000, la cifra necessaria per far approdare in Consiglio d’Europa Minority Safe Pack, l’iniziativa popolare, nata proprio nella nostra terra, finalizzata a valorizzare la diversità nell’Unione Europea, stabilendo uno standard minimo di tutela nel diritto europeo affinché tutte le minoranze linguistiche presenti nel continente possano godere di una eguale garanzia.
Ne hanno parlato in una conferenza stampa, il Presidente del Consiglio regionale Thomas Widmann, Daniel Alfreider, Vicepresidente della FUEN - Federal union of European Nationalities e Luis Durnwalder, membro del comitato promotore e la consigliera regionale, segretario questore dell’Ufficio di Presidenza, Veronika Stirner.
 
Affinchè questa iniziativa possa diventare un atto concreto, occorre che sette stati europei raggiungano il quorum richiesto e proprio questa notte il sesto, la Spagna, si è aggiunto a Romania, Ungheria, Lettonia, Slovacchia e Danimarca.
L’Italia si trova ancora indietro nella propria raccolta firme, ad ora poco più di 28.600 contro le 54.750 necessarie per raggiungere il quorum. Da questo dato, l’accorato appello rivolto ai cittadini.
 
«Il Consiglio regionale» – spiega il Presidente Thomas Widmann – «è un organo che racchiude in sé l'intera complessità della nostra terra, una terra dove da sempre convivono persone di lingua e cultura diversa. Nell'aula che presiedo siedono consiglieri di lingua tedesca, italiana, ladina e trovano la propria voce le istanze della comunità mochena e cimbra. Una piccola Europa, dove tutti noi portiamo la voce delle nostre comunità. Per questo sono convinto che sia un dovere della nostra istituzione quello di promuovere ogni iniziativa che possa valorizzare la diversità nell'unità. La nostra stessa Autonomia è legata alla tutela delle minoranze linguistiche e proprio noi, che abbiamo vissuto nella nostra storia, il pericolo della cancellazione di questo patrimonio, dobbiamo essere in prima linea per promuovere ogni azione che possa tutelarne l'esistenza e valorizzarne le caratteristiche. La nostra terra è l'esempio più bello di come minoranze linguistiche siano una risorsa per tutta la popolazione, consentano di vedere le cose da più punti di vista e lo scambio di idee, opinioni e il confronto tra le diverse realtà è un arricchimento per tutti.»
 
In particolare, i promotori chiedono all’Unione di adottare un insieme di atti giuridici per migliorare la protezione delle persone appartenenti a minoranze nazionali e linguistiche e per rafforzare la diversità culturale e linguistica in seno all'Unione.
Negli atti devono essere previste iniziative politiche in materia di lingue regionali e minoritarie, d'istruzione e di cultura, di politica regionale, di partecipazione, d'uguaglianza, di contenuti audiovisivi e di altri contenuti mediatici, nonché di sostegno regionale.
 
Daniel Alfreider ha sottolineato l’importanza che la nostra terra sia in prima linea nella difesa delle minoranze linguistiche: «Quando abbiamo chiesto alla Commissione Europea di prendersi carico di questo problema di fronte anche a quanto accade nel resto d’Europa, ci è stato risposto negativamente. Per questo abbiamo deciso di rivolgerci proprio a cittadini, per far sì che nascesse una iniziativa capace di far sentire la loro voce in Europa. Ad oggi si stanno muovendo anche le associazioni sul territorio, ma abbiamo bisogno del contributo di tutti i cittadini. Non è una questione delle sole minoranze, ma di tutti i cittadini Europei, perché la pace e la convivenza non hanno confini.»
In particolare Alfreider ha sottolineato il caso della Spagna: «Quando ci siamo rivolti alla Catalogna, abbiamo avuto una risposta negativa. Dopo quanto è accaduto, hanno deciso di aderire alla nostra iniziativa e proprio in queste ore è stato superato il quorum.»
 
Un accorato appello al voto è arrivato da Luis Durnwalder: «Tutti i cittadini possono firmare questa iniziativa. Bastano pochi secondi per aderire: non è una iniziativa di una singola minoranza o di un partito, ma di tutta la cittadinanza europea. Dove le minoranze sono state valorizzate, abbiamo visto i risultati che sono stati raggiunti. Noi tutti vogliamo vivere in una Europa che, se non Patria, possa essere alemno un luogo dove possiamo riconoscerci. Ciascun voto è importante e per questo l’invito è di dedicare quei pochi minuti per andare a firmare sul sito web.»
Anche Veronika Stirner ha sottolineato l’importanza di questa azione europea, ricordando quanto accaduto in Romania: «La famiglia di mio padre è originaria della Siebenbürger Sachsen, la regione a minoranza linguistica tedesca della Transilvania. Oggi quella minoranza linguistica non esiste più e con la loro scomparsa è scomparso il patrimonio culturale di cui erano i testimoni. Si devono creare le condizioni affinchè eventi come questo non debbano ripetersi e questa raccolta firme può essere uno strumento fondamentale per la tutela delle minoranze in tutta Europa.»
 
La raccolta delle adesioni, che terminerà il 3 aprile prossimo, ha superato la soglia delle 900mila firme: «Mancano ancora poco meno di 100 mila firme per vedere concretizzato un progetto importante» – conclude il Presidente Widmann – «il Trentino-Alto Adige/Südtirol deve essere in prima linea in questa iniziativa, perché conosciamo quale sia il valore aggiunto che ciascuna minoranza porta al bene della collettività, per un’Europa dove tutti si sentano cittadini in egual modo.»
Affinché la Commissione europea debba dare seguito all'iniziativa, occorrono dunque 1000,000 di firme ed almeno 7 Stati membri devono raggiungere la soglia a loro assegnata, che per l’Italia è di 54.000 firme.
 
Per aderire bastano pochi minuti: occorre entrare nel sito http://www.minority-safepack.eu/ e cliccare su sign.it! poi selezionare il Paese di appartenenza, compilare tutti i campi richiesti ed infine cliccare sul bollo blu con la scritta «sostieni». C’è tempo fino al 3 aprile 2018.
Dopo aver ottenuto dalle autorità nazionali competenti i certificati che attestano l'avvenuta raccolta del numero di dichiarazioni di sostegno necessario (1 milione in tutto con il numero minimo raggiunto in almeno 7 Stati membri), è possibile presentare l'iniziativa alla Commissione – insieme alle informazioni sul valore del sostegno e dei finanziamenti ricevuti per l'iniziativa.
 
Nei 3 mesi successivi alla presentazione dell'iniziativa i rappresentanti della Commissione incontrano gli organizzatori per consentire loro di esporre in dettaglio le tematiche sollevate dall'iniziativa; gli organizzatori hanno la possibilità di presentare la loro iniziativa in un'audizione pubblica al Parlamento europeo; la Commissione adotta una risposta formale in cui illustra le eventuali azioni che intende proporre a seguito dell'iniziativa dei cittadini e le sue motivazioni per agire o meno in tale senso.
La risposta, che prende la forma di una comunicazione, è adottata dal Collegio dei commissari e pubblicata in tutte le lingue dell'UE.
In alcuni casi, potrebbe trattarsi soltanto di un parere preliminare della Commissione, che prima di esprimersi in modo definitivo potrebbe voler svolgere ulteriori ricerche sull'argomento in questione.
Se, a seguito di un'iniziativa dei cittadini, la Commissione decide di presentare una proposta legislativa, la trasmetterà al legislatore (in genere il Parlamento europeo e il Consiglio, oppure, in alcuni casi, soltanto il Consiglio), che dovrà adottarla affinché possa avere forza di legge.

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