Spiegato l'incidente di Campodenno, risolto l'arcano
I Carabinieri: «Il conducente dell’auto era ubriaco e positivo ai cannabinoidi»
L’invasione dell’opposta corsia di marcia che – nel primo pomeriggio di domenica 6 maggio, in località Cressino di Campodenno – aveva preceduto lo scontro tra la sua auto e la moto sulla quale viaggiava una coppia di bergamaschi, situazione desunta e dall’attività di rilevamento condotta dai carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Cles e dall’esame di testimoni del fatto, fin da subito non ha lasciato dubbi sulla dinamica del grave incidente stradale.
Le responsabilità del trentunenne noneso sono state aggravate dalla risposta agli accertamenti tossicologici (gli esami clinici non hanno confermato soltanto lo stato di intossicazione da alcol in cui versava il predetto al verificarsi del sinistro, condizione verificata all’atto dello scontro ricorrendo all’etilometro, ma anche stabilito la sua positività ai cannabinoidi) e da una serie di verifiche eseguite in questi giorni, che hanno riscontrato l’ambigua condotta (tale era parsa ai presenti) tenuta dal medesimo immediatamente dopo lo scontro, atteggiamento consistito nell’occultare, in un prato adiacente alla strada, alcuni grammi di marijuana già macinati in una trita erba ed un vaporizzatore adoperato per assumere lo stupefacente.
Questa mattina gli investigatori hanno notificato all’uomo il suo deferimento alla Procura della Repubblica di Trento per i reati di lesioni personali stradali aggravate dall’aver provocato il sinistro guidando in stato di ebbrezza con tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l e non superiore a 1,5 g/l (ebbrezza media) e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope, oltre che in contromano.
La patente di guida, che intanto gli è stata ritirata, in caso di condanna potrà essere soggetta a revoca ed al conseguente divieto di conseguirne un’altra non prima di cinque anni.
L’accertato possesso di Marijuana per uso personale comporterà invece una segnalazione al Commissariato del Governo.
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