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Il Trentino del Novecento ritratto negli scatti dei fratelli Pedrotti

Il coro della Sat inaugura la mostra fotografica voluta dalla presidenza del Consiglio

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«Nei profili familiari e professionali del Fotostudio Pedrotti sta racchiuso il ritratto in continua evoluzione del Trentino, visto con l’occhio del fotografo, artista–artigiano del suo tempi. I fratelli Pedrotti, la cui esistenza ha attraversato tutto il Novecento, sono figli di quella parte meno abbiente della città di Trento che custodisce l’anima vera e profonda dell’identità popolare trentina. Un’identità fatta di composta dignità anche nei momenti più difficili, di orgoglio mai arrogante, di consapevolezza del valore della vita, di solidarietà familiare e sociale.»
Con questo ricordo il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti ha introdotto, nel tardo pomeriggio di oggi nell'atrio d'ingresso di palazzo Trentini, l'evento inaugurale della mostra, dedicata alle fotografie dei fratelli Pedrotti.
A Trento e Bolzano per tre generazioni, Enrico (1905-1965), Mario (1906-1995), Silvio (1909-1999) e Aldo (1914-1999) Pedrotti, hanno «raccontato» e fissato con i loro scatti il Novecento di questa terra.
Immersi nel Trentino di quegli anni – ha detto Dorigatti, – per i fratelli Pedrotti «la scoperta della bellezza diventa un fatto naturale, mai ricercato».
 

Federico Pedrotti e Valentina Cramerotti.

«Quei ragazzi iniziano a cantare per il gusto di farlo – ha proseguito riferendosi all'altra componente artistica dei fratelli Pedrotti –, cantano per il piacere di una musica non figlia dell’accademia, per trovare e ritrovare amicizie e sensibilità simili, fino a costruire quel “Conservatorio delle Alpi” che è il coro della Sat.»
Per Dorigatti le immagini esposte in questa mostra – che propone montagne, ritratti e anche una ricerca innovativa per l'arte degli anni in cui vissero degli autori – sono «una sorta di cibo per la memoria che ha poi favorito lo svilupparsi in Trentino di una cultura fotografica e della stampa di non poco conto».
«Basti pensare – ha spiegato – al patrimonio eccezionale lasciatoci in seguito da fotografi come Luca e Federico Pedrotti, ultimi eredi di una tradizione quasi dinastica, ma anche da Untervegher, Brunner e, più recentemente, da Faganello e molti altri.»
Questa mostra, ha evidenziato il presidente, esprime la riconoscenza e l'omaggio del Trentino, attraverso la sua principale istituzione democratica che è l'assemblea legislativa, all'arte dei fratelli Pedrotti.
 

 
Infine Dorigatti ha presentato «l'altro lascito dei Fratelli Pedrotti, rappresentato dal Coro della S.A.T.», che nel gremito atrio d'ingresso di palazzo Trentini ha eseguito in loro onore sei canti del proprio repertorio.
«Una presenza questa – ha concluso il presidente –, che testimonia di quanto ricco e poliedrico sia lo spirito di questa famiglia.»
Prima dei canti i curatori della mostra, Valentina Cramerotti e Federico Pedrotti hanno ringraziato il Consiglio e il coro della Sat di questa iniziativa capace di unire immagini e musica, arte e storia.

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