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Libro e mostra sulla «Collotta & Cis»: un atto di giustizia

Il presidente Bruno Dorigatti all’inaugurazione nella Rocca di Riva del Garda

«Questo libro e questa mostra documentaria sono un atto di giustizia. Verso chi ha passato la vita lavorando alla Collotta & Cis, verso chi ci ha perduto anche la salute e la vita.
«In questo studio trovo uno spaccato autentico di vita della comunità ledrense, ma anche trentina, con una ricostruzione bella e appassionata delle condizioni materiali di tutti coloro che lavoravano in questa azienda così strategica per l’intera valle.»
L’ha detto ieri pomeriggio alla Rocca di Riva del Garda il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti, intervenuto alla presentazione-inaugurazione dell’iniziativa editoriale ed espositiva del Mag, il museo altogardesano.
 
Un team di studiosi giovani e preparati ha ricostruito l’intera saga dell’azienda di Molina, che tra il 1900 e il 1979 lavorò la magnesia estratta dalla dolomite, per produrne una serie di derivati dall’ottimo successo commerciale.
La Collotta Cis & Figli affrancò un intero paese dalla miseria, ma offrì d’altro canto un lavoro spesso malsano, in particolare quando si ricorse alla famigerata materia prima dell’amianto.
Anche da questa esperienza, dagli studi epidemiologici che ne seguirono, maturò l’attuale legislazione e il bando dell’amianto-killer.
 
Ieri Dorigatti - elogiando gli autori del libro e della mostra aperta nella sede museale di Riva - ha detto che non è passatismo raccontare storie come questa, non lo è se ancora oggi le cronache raccontano i drammi dell’Ilva di Taranto, se i giornali riferiscono di continue morti bianche e infortuni nei cantieri.
La storia del Trentino del resto è intessuta di storie dolorose legate al lavoro dell’uomo.
«Penso alla Sloi – ha aggiunto il presidente, – penso allo choc quando chiuse la Grundig, penso al crack Kinghino.
«Gli ultimi decenni narrano anche, però, di come siamo riusciti a costruire un tessuto di regole e di diritti dei lavoratori e di coscienza delle stesse istituzioni pubbliche.
«In un presente di memoria appannata, un libro come questo deve entrare nelle scuole, anche la Presidenza del Consiglio provinciale farà una sua parte per diffonderlo e per raccontare - come scriveva un’operaia della Collotta - di quando si faticava per portare a casa il pane, ma un pane avvelenato.»

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