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L'Assessore Zeni: «Siamo pronti ad estenderla sul territorio»

«Cure intermedie»: conclusa positivamente la sperimentazione presso l'APSP Beato de Tschiderer

«Credo che qui stiamo vedendo un pezzetto di futuro, perché in un mondo che cambia dobbiamo essere capaci di adeguare costantemente la risposta che il sistema socio-sanitario offre ai cittadini sul territorio.»
Così l'assessore provinciale alla salute Luca Zeni intervenuto nel pomeriggio presso l’APSP Beato de Tschiderer di Trento dove sono stati comunicati i dati della sperimentazione sulle cure intermedie effettuate presso uno spazio messo a disposizione dalla struttura di assistenza agli anziani di via Piave.
«Le cure intermedie – ha detto Zeni – sono un tassello importante di un sistema di servizi presente sul territorio e che via via stiamo potenziando per venire incontro alle mutate esigenze delle famiglie.
«Posso annunciare che dopo questa positiva esperienza qui a Trento siamo pronti ad ampliare il servizio anche in altre sedi sul territorio, ad esempio a Tione, Mezzolombardo e a Borgo Valsugana.»
 
«Si tratta di una sperimentazione interessante – ha detto il direttore generale dell’Apss Paolo Bordon – iniziata quasi un anno fa, i cui risultati dimostrano che avevamo visto giusto nell'istituire un luogo per ridare autonomia alle persone con fragilità, in particolar modo anziane, e reintrodurle nei loro normali percorsi di vita a domicilio piuttosto che in casa di riposo.
«Questa struttura intermedia di Trento ha centrato appieno il suo obiettivo. Si tratta di un modello che ci conforta e crediamo che questi dati possono essere utili, a noi stessi, ma anche alla Provincia, per decidere se esportare questa realtà in molti altri contesti, compreso le valli.»
 
Grazie alla collaborazione con l’APSP Beato de Tschiderer, dal luglio 2017 l’Azienda Sanitaria ha avviato la sperimentazione di un nucleo di 20 posti letto di Cure Intermedie, al terzo piano della struttura di via Piave, a Trento.
Le Cure Intermedie sono strutture a bassa intensità di cura, gestite dai servizi territoriali, a prevalente gestione infermieristica, con valenza assistenziale e abilitativa estensiva.
Esse hanno tra gli obiettivi il recupero della stabilità clinico-assistenziale, lo sviluppo delle capacità di autocura del paziente e della rete familiare e la predisposizione del domicilio per il rientro a casa in sicurezza del paziente, prevalentemente anziano e fragile, dopo un ricovero in ospedale per acuti.
 
In questi 10 mesi sono stati accolti in Cure Intermedie 324 pazienti, in maggior parte trasferiti dai reparti di Medicina Interna e di Geriatria dell’Ospedale S. Chiara, ma anche direttamente dal domicilio o dal Pronto Soccorso, per affrontare in sicurezza condizioni che richiedevano supervisione clinica, ma non ricovero ospedaliero. Si tratta di pazienti anziani, l’età media è di 80 anni, che hanno avuto un ricovero in ospedale per cause internistiche.
La permanenza media è stata di 17 giorni, e più del 90% pazienti sono rientrati a domicilio, seguiti dal servizio cure domiciliari in due terzi dei casi.
Tutti gli indicatori misurati documentano l’appropriatezza del contesto assistenziale. Recentemente è stata avviata la misurazione del gradimento da parte dei pazienti, che ad oggi risulta elevato.
La sperimentazione è risultata positiva e potrà consentire di progettare contesti simili in setting diversi, coinvolgendo i Medici di Medicina Generale ed in forte integrazione con i servizi territoriali.

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