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Trentini dall'Antartide – Di Roberto Filippi e Paolo Gabrielli

«Cari amici, vi scriviamo dal Campo Remoto BETA. Approfittando di una parentesi di bel tempo, siamo partiti improvvisamente alle 18 di qualche giorno fa e siamo stati proiettati su questo sito disperso nella Penisola Antartica...»

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Roberto Filippi, Trentino, con una borsa di studio della Fondazione Caritro e l'appoggio del Museo Tridentino di Scienze Naturali, è nella «Terra di Scott», in Antartide.

Laureato in Geologia, Roberto è ospitato dall'Ice Core Paleoclimatology Research Group del Byrd Polar Research Center, guidato Lonnie G. Thompson, pioniere nello studio dei ghiacciai tropicali, gruppo di cui fa permanentemente parte anche un altro ricercatore trentino, Paolo Gabrielli.


Da sinistra, Victor, Vladimir, Ellen e Roberto Filippi, in partenza dal Byrd Polar Research Center (Columbus, Ohio).

Roberto Filippi è in procinto di cominciare la nuova avventura nella Penisola Antartica, all'estremità più settentrionale del continente antartico. Aveva promesso di tenerci costantemente informati.

Roberto come si svolgerà il viaggio per andare in Antartide?
Partiremo da Columbus Ohio (speriamo di non trovare una delle tempeste di neve del Midwest USA, tipiche di questa stagione!) alla volta di Santiago del Cile, da dove, con un altro volo, arriveremo a Punta Arenas, la città "porta" della Patagonia cilena.
Una volta a Punta Arenas, ci muoveremo verso la base inglese di Rothera, nella Penisola Antartica, dove saremo ospitati per qualche giorno in attesa di muovere finalmente verso il luogo dove lavoreremo nei prossimi mesi.

Cosa andrete a fare esattamente in Antartide?
Il nostro lavoro consisterà nell'estrarre una carota di ghiaccio di almeno 400 m , sperando di raggiungere il cosiddetto bedrock, ovvero il substrato roccioso (l'Antartide, al di sotto del ghiaccio, nasconde un'immensa varietà di rocce).
Le successive analisi chimiche del ghiaccio che faremo nei laboratori dell'Università, serviranno per ricostruire l'evoluzione climatica della Penisola Antartica nei secoli e nei millenni, e per capire le relazioni che intercorrono tra i cambiamenti di temperatura ed il "collasso" della piattaforma di ghiaccio Larsen B avvenuto nel 2002.

Questa nuova parte del «Progetto Smilla» è intitolata «Larissa».
Il gruppo dei glaciologi studia il clima del passato esaminando il ghiaccio delle zone polari e temperate di tutto il mondo. Parte del gruppo è partito la Penisola Antartica dove, dal 14 Dicembre 2009 fino al 24 Febbraio 2010, cercherà di prelevare del ghiaccio.

Oltre a Roberto, studente trentino del Museo Tridentino di Scienze Naturali che lavora a Columbus da Aprile, fanno parte della spedizione Ellen del Byrd Polar Research Center, prof in climatologia.
Ellen è il capo di questa spedizione e, insieme al marito Lonnie, guida tutto questo progetto.
Ma quella del ghiaccio è solo una piccola parte di un super progetto che, oltre al ghiaccio studierà, grazie a tanti altri ricercatori, anche la vita e la geologia nella Penisola Antartica.


La piattaforma Larsen B vista da satellite prima... e dopo la frantumazione nel 2002.

Paolo Gabrielli è il coordinatore del progetto e ha lanciato un messaggio a tutti i Trentini.
«Il mio compito qui dal Byrd Polar Research Center sarà quello di tenervi in contatto con i nostri in Antartide. Ogni tanto riceverò infatti da Roberto e Ellen delle info direttamente dall'Antartide che metterò insieme per farvi seguire da vicino tutto quello che capita durante la spedizione. E voi? Voi potrete dire la vostra e fare domande su tutto quello che volete, a me ma soprattutto a Roberto e Ellen che risponderanno dall'Antartide.»

Ci descrivi i tuoi compagni di avventura?
Il gruppo con cui lavorerò è veramente eterogeneo e internazionale: due russi Victor e Vladimir (sono due ricercatori estremamente esperti di carotaggio nel ghiaccio in luoghi estremi), un peruviano Felix (guida alpina), due americani Ellen, (professoressa di climatologia) e Thai direttamente dall'Alaska (il nostro camp manager). Infine ci sono io, italiano.

Non hai paura della solitudine e del freddo?
La temperatura della Penisola non è tra le più rigide del continente antartico ma la media si aggira comunque attorno ai -10° C, con punte di -20° C. Il vero problema sarà costituito dai forti venti, che in quella zona soffiano continuamente creando un pericoloso e fastidioso effetto di raffreddamento del corpo (wind chill): sarà dunque importante coprire qualsiasi lembo di pelle, per evitare di congelarsi. Per fortuna mi offriranno una vasta scelta di capi di abbigliamento adatti a quelle condizioni (i miei vestiti da montagna, perfetti per le Alpi, non saranno affatto sufficienti!)

Come immagini la tua giornata al campo remoto e come comunicherai con noi?
Non vedo l'ora di assaporare l'atmosfera antartica, i suoi silenzi, le sue tempeste, la solitudine del nostro campo…anche se devo ammettere che grazie ai telefoni satellitari che avremo a disposizione (e che utilizzerò per scrivervi non appena potrò), avremo sempre un appoggio, un asso nella manica in caso di necessità. Tutta un'altra cosa rispetto alle affascinanti avventure dei primi esploratori polari come Schackleton e Scott...

Nella foto sotto, il bordo della piattaforma di ghiaccio Larsen B, nella Penisola Antartica.

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