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Rachel Kranton: «L’economia che va al di là del denaro»

È docente della «University of Maryland» e editor di diverse riviste economiche internazionali

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L'economia non è solo denaro. Non è solo mercato, prezzi, profitto. È anche influenzata da un fattore profondamente sociale come l'identità. L'identità a sua volta - e qui il cerchio si chiude - è in parte modellata dall'economia.

Questo in breve il senso della relazione di Rachel E. Kranton, docente della University of Maryland ed editor del Journal of Economic Perspectives e dell'American Economic Review, introdotta dal corrispondente del Frankfurter Allgemeine Zeitung, Tobias Piller.



Lo studio presentato da Kranton e realizzato assieme al premio Nobel George Akerlof - anche lui relatore di questa quarta edizione del Festival e presente in sala - studia un'economia diversa. Un'economia che tiene in considerazione l'identità e i condizionamenti sociali che a loro volta la modellano. E non lo fa per puro esercizio intellettuale. Ma perché inserendo tali fattori la conoscenza e la comprensione dei fenomeni che ci circondano aumentano considerevolmente.
Il modello economico proposto da Rachel E. Kranton non esclude, come accade in altri modelli più classici, le variabili sociali. Al contrario, mette al centro le persone come esseri sociali che prendono decisioni economiche.

Tutto ruota attorno al concetto di identità. La professoressa Kranton definisce l'identità come «una denominazione o designazione sociale che si accompagna a certe norme e comportamenti».
Un fenomeno molto importante, sia dal punto di vista economico che da quello sociale è la costruzione dell'identità. L'identità infatti non è un elemento stabile, concluso. E' mutevole e può essere modificata. I riti di iniziazione presenti in tutte le società servono proprio a questo.
Rachel Kranton porta l'esempio del «R-Day», il primo giorno dei ragazzi, poco più che adolescenti, che mettono piede per la prima volta nella USMA, la «United States Military Accademy». In questa circostanza i nuovi arrivati vengono sottoposti a tutta una serie di rituali - rasatura dei capelli, giuramento di fronte a dei superiori, per esempio - volti a conferire loro una nuova identità. L'identità così concepita è un fattore fondamentale nell'assunzione di particolari comportamenti economici.

Kranton e Akerlof inseriscono nel loro modello economico tre nuovi «ingredienti sociali»: le designazioni sociali, le norme e i comportamenti, i premi e le perdite. Tali fattori per altro sono stabili solo nel breve periodo mentre nel lungo possono mutare rendendo ancor più dinamico il modello. Questi tre mutevoli ingredienti influenzano inevitabilmente i comportamenti economici.

«Li influenzano a tal punto che - dice Rachel Kranton - la scelta dell'identità può essere considerata la decisione economica più importante che una persona possa prendere.»
Prendendo in considerazione i tre ingredienti sopra nominati - designazioni sociali, norme e comportamenti, premi e perdite -, la spiegazione di certi comportamenti economici diventa più chiara e completa.

Il pubblico che riempie la sala del Castello del Buonconsiglio ascolta con grande interesse l'analisi di tre esempi tratti dall'osservazione della società americana cui viene applicato il modello di Kranton e Akerlof: il fumo, gli incentivi al lavoro e l'educazione scolastica.

Quest'ultimo risulta particolarmente chiaro.
«L'educazione - dice la professoressa della University of Maryland - come mostrano molte ricerche, è la prima determinante del guadagno individuale e della crescita economica.»
Stando così le cose e se la realtà corrispondesse ad un modello economico privo di variabili sociali, tutti gli studenti dovrebbero stare a scuola finché il guadagno previsto è maggiore dei costi attuali. Ma, come ben si sa, così non è. Nella società americana, come in molti altri paesi, è alto il numero degli studenti - spesso appartenente a particolari gruppi sociali - che abbandonano gli studi molto presto. Questo fenomeno non potrebbe essere spiegato prendendo in considerazione un modello economico depurato dalle variabili sociali.

La decisione di rimanere o, al contrario di abbandonare la scuola, dipende da come i ragazzi si percepiscono e da particolari norme che vigono nelle istituzioni scolastiche. Per esempio si possono osservare nelle scuole americane caratteristici gruppi: i jacks (gli atleti), i nerds e i geeks (entrambi secchioni) e i bournout (gli esauriti che evitano la scuola). L'appartenenza ad uno di questi gruppi influenza l'identità percepita, l'identificazione nella scuola, il comportamento e il raggiungimento degli obiettivi scolastici. Influenza, infine, la decisione di abbandonare o rimanere a scuola, senza dubbio una decisione economica.

Ecco dunque che - riducendo all'osso - certi condizionamenti sociali influenzano l'identità che ha sua volta favorisce o meno certe decisioni economiche.
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