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«No agli eccessi di ottimismo e pessimismo»

Alberto Alesina parla del suo «La Crisi» scritto con Francesco Giavazzi. «Non dobbiamo sopravvalutare il ruolo della spesa pubblica per le infrastrutture»

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Insegna economia ad Harvard ed è uno degli italiani da anni in odore di Nobel. Con Francesco Giavazzi è l'autore de «La Crisi. Può la politica salvare il mondo?» pubblicato da Il Saggiatore.
Un libro le cui bozze sono state consegnate un mese dopo il fallimento di Lehman Brothers. «E poiché il tono del libro è comunque relativamente ottimista, abbiamo temuto di essere smentiti clamorosamente dai fatti. Non è stato così. Certo, la situazione è grave, la crisi c'è ma occorre ricordare che dal 1980 ad oggi il mondo non era mai cresciuto in questo modo. E quando tra vent'anni scriveremo la storia di mezzo secolo questo resterà un periodo di grande crescita.»

E dunque? L'analisi di Alesina va oltre il libro e fa tesoro anche di quanto successo in questi ultimi mesi. Domanda: la crisi é finita? Risposta: attenzione all'eccesso di ottimismo di oggi così come all'eccesso di pessimismo di ieri. Le buone notizie continueranno ad alternarsi a quelle cattive. Il 2009 sarà difficile: la disoccupazione continuerà a salire sia in Italia che in Europa che negli States.
E dopo? Deficit, inflazione? Un po' di inflazione farà bene, dice Alesina, ma con moderazione. Il rischio infatti è che ci sia poi bisogno di una seconfa recessione per eliminarla. Ed è difficile riconquistare credibilità. E le conclusioni sono queste: non si possono evitare crisi finanziarie del tutto senza bloccare la crescita, un minimo di rischio ci sarà sempre. Certo, occorre lavorare perché si possa esprimere una sorta di distruzione creativa. E il rientro dal debito dovrà essere accompagnato con un ritiro della mano pubblica dall'economia e con tagli di spesa.

E in Italia? Ecco la ricetta di Alesina. Ridurre le tasse sul lavoro. Sussidi di disoccupazione per tutti. Ancorare il debito risparmiando sulle pensioni (ha fatto bene Draghi a dirlo). Non sopravvalutare il ruolo della spesa pubblica per le infrastrutture.
Infatti «i grandi progetti sono largamente inutili e comunque troppo lenti per farci uscire dalla crisi».
Per finire: anche nell'intervento di Alesina torna uno degli argomenti più «gettonati» al processo di oggi a controllori e politici. Già: anche Alesina sottolinea il ruolo delle agenzie di rating e propone «più concorrenza tra loro».

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