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Al Sociale «Edipo Re» di Sofocle con Glauco Mauri e Roberto Sturno

L'eccezionale coppia di interpreti porterà in scena da giovedì 23 a domenica 26 marzo 2017 a Trento il nono appuntamento con la Stagione di Prosa 2016/2017

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Foto di Jasmine Bertusi.
 
Con questo nuovo, moderno allestimento firmato da Andrea Baracco, la Compagnia Mauri - Sturno torna a mettere in scena a distanza di vent’anni, in co-produzione con Fondazione Teatro della Toscana, il capolavoro di Sofocle, per analizzare più compiutamente il mito immortale di Edipo.
Tragedia del riconoscimento e del rovesciamento, «Edipo Re» (la cui prima rappresentazione si colloca tra il 430 e il 420 avanti Cristo) è ambientata nella città di Tebe, ammorbata da una grave pestilenza.
 
Il popolo implora l'aiuto del re ed Edipo riferisce di aver inviato Creonte, fratello della moglie Giocasta, a consultare nel merito l'Oracolo di Delfo.
Quando questi sopraggiunge con la risposta, apprende che la peste si protrarrà fino a quando resteranno impunti gli uccisori di Laio, che lo aveva preceduto sul trono.
 

 
Il re scaglia terribili maledizioni contro costoro e consulta l'indovino Tiresia che gli riferisce una terribile verità: Edipo scopre così di essere stato egli stesso ad uccidere Laio, inconsapevole che quel vecchio con il quale aveva avuto un alterco durante un viaggio alla volta della Beozia, era in realtà il re di Tebe, il suo vero padre che non aveva mai conosciuto, e che Giocasta, la vedova di Laio che ha sposato, è sua madre.
Sopraffatta dalla tremenda verità, la donna si toglie la vita ed Edipo, per punirsi dell'involontario parricidio, si acceca e si condanna all'esilio. 
 
Edipo, sovrano amato e stimato da tutti ma coinvolto in situazioni immorali al di là della sua volontà, è solo contro il destino.
L’ansia della verità lo guida verso l’autodistruzione, facendogli scoprire l’altra faccia di se stesso.
Edipo omicida, che porta la peste, è l’ombra dell’Edipo che elargisce il bene. Assalito dal sospetto e dalla paura, egli ripercorre la trama delle vicende che lo hanno reso assassino.
Scava nel suo passato per potersi salvare, per liberarsi dalla colpa che porta su di sé e dalla responsabilità dell’errore commesso. Scava nel suo passato quando gli altri, intorno a lui, sembrano già conoscere ogni cosa.
 

 
Alla fine del suo lungo cammino Edipo comprende se stesso, la luce e le tenebre che sono dentro di lui, ma afferma anche il diritto alla libera responsabilità del suo agire.
Edipo è pronto ad accettare tutto quello che deve accadere ed è pronto a essere distrutto purché sia fatta luce. Solo nell’interrogarci comincia la dignità di essere uomini.
È questo che Sofocle con la sua opera immortale dice a tutti noi.
 
Nel ruolo di Edipo sarà in scena Roberto Sturno, mentre Glauco Mauri vestirà a panni del vecchio indovino Tiresia.
A dirigere questa coppia di attori, che fin dall'inizio degli anni Ottanta sta regalando al pubblico italiano e non solo pagine di grande teatro, sarà Andrea Baracco, un regista che sa affrontare gli autori classici con un approccio moderno, in parte ispirato a Nekrosius.
Barbara Giordano sarà Giocasta e Roberto Manzi Creonte. A completare il cast degli interpreti Paolo Benvenuto Vezzoso (Laio), Ivan Aloisio (il coro), Laura Garofoli (una donna), Mauro Mandolini (un uomo di Corinto) e Laurence Mazzoni (il messo). Scene e costumi sono di Marta Crisolini Malatesta, le musiche di Germano Mazzocchetti.
 
Giovedì 23 marzo il sipario del Teatro Sociale si alzerà alle 20,30. Sono previste repliche venerdì 24 e sabato 25, sempre con inizio alle 20.30, e domenica 26 marzo alle ore 16.00.

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