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Sarri: «Nei ritiri si lavora, l’entusiasmo è una responsabilità»

Il cardinale Sepe dona busto di S. Gennaro a De Laurentiis – Domani l’ultimo allenamento al mattino e poi il rientro a Napoli dopo ventuno giorni di ritiro

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L'entusiasmo può trasformarsi in una responsabilità. Ne è convinto Maurizio Sarri che nell’incontro con i giornalisti si prende la responsabilità di ridimensionare le aspettative di una piazza caldissima e richiamare.
Ne erano cinquemila in una gremita e azzurra Piazza Madonna della Pace alla presentazione di domenica sera e tutti sono accomunati da un sogno: il tricolore, la favola attesa a Napoli da ventisette anni.
«I soldi hanno più potere delle idee», – ha tuonato Sarri in riferimento alla forza economica della Juventus e delle milanesi con i capitali cinesi.
La via maestra è il lavoro per raggiungere gli obiettivi: dal play-off di Champions League alla volontà di far divertire i tifosi e portare a casa qualche soddisfazione. Il ritiro è la casa del lavoro per Sarri che ha espresso questo bilancio quando ormai manca poco al termine dei ventuno giorni trascorsi dal Napoli in Val di Sole.
«I ritiri sono tutti uguali, c'è predisposizione al lavoro. Abbiamo lavorato come negli anni scorsi, forse con ritmi più alti, – ha commentato Sarri che ha poi affrontato il tema delle tournée all’estero. – Mi spaventa la definizione esperienza devastante utilizzata da alcuni allenatori, se fosse per me non le farei mai.»
Nelle lontane mete esotiche delle tournée sarebbe impossibile anche vivere le splendide scene di domenica sera, quando la piazza centrale di Dimaro sembrava una curva del San Paolo.
 

 
Un entusiasmo travolgente, cavalcato dallo show di Pavoletti sul palco e che, quando lo speaker Daniele Decibel Bellini ha invocato i nomi di Hamsik, Insigne e Mertens, ha trasmesso la sensazione di un terremoto d’amore che ha fatto tremare la piazza.
Ha fatto visita al ritiro del Napoli, come da prassi, anche il Cardinale Sepe che ha benedetto la squadra e rivolto parole di grande speranza a De Laurentiis.
«De Laurentiis ha portato questa squadra dalla C alla B, poi alla A, poi all'Europa. Ora manca solo la ciliegina sulla torta ma devi comportarti bene con Sarri, altrimenti ti scomunico. Il mister è napoletano, ha portato un gioco apprezzato in Italia ed in Europa.»
Per fare in modo che il sogno si realizzi, il cardinale Sepe ha inviato un messaggio alla squadra:.
«Ai nostri campioni dico di credere in loro stessi perché se credete nelle vostre potenzialità conquisterete Napoli e non solo.
«Dovete credere nel club nel tecnico ed in questa magnifica tifoseria che camminerà sempre con voi. Qui piove e fa freddo. Squadra bagnata, squadra fortunata.»
 

 
Per il sogno del popolo napoletano, il Cardinale Sepe si è rivolto anche a San Gennaro.
«È lui il vero top player, anche se non si vede fa gol».
L’endorsement per il santo patrono di Napoli è stato espresso anche attraverso un dono, Sepe, infatti ha consegnato un busto di San Gennaro al presidente De Laurentiis, la sua prima riproduzione artistica che risale al 1640.
Un pensiero è stato rivolto da Sepe anche ai rapporti col Trentino.
«Sono ottimi e aumentano sempre di più, si stanno infittendo. Qualche mese fa è venuto a Napoli il coro di Ala, che ha cantato nel museo Diocesano, dove c’era un’organizzazione nazionale delle scuole cattoliche.
«È stato un successo, sembrava che cantassero tutte le montagne del Trentino.»
Il Napoli intanto continua a lavorare, quest’oggi gli azzurri saranno nuovamente in campo per la seduta pomeridiana.
Domani l’ultimo allenamento al mattino e poi il rientro a Napoli dopo ventuno giorni di ritiro.

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