«È l'Alzheimer, bellezza!» Storia d'amore al tempo della demenza
Martedì 8 maggio alle 15.30, all'Alzheimer Caffè torneranno Michele Farina e l’attrice Chiara Turrini
Martedì 8 maggio alle 15:30, all'Alzheimer Caffè torneranno Michele Farina, giornalista del Corriere della Sera, autore del libro «Quando andiamo a casa? Mia madre e il mio viaggio per comprendere l'Alzheimer. Un ricordo alla volta», frutto dell’esperienza che ha vissuto durante la malattia di sua madre, e l’attrice Chiara Turrini, che ne leggerà alcune pagine.
Farina presenterà anche il cortometraggio di cui è co-autore insieme a Gianni Zanotti «È l'Alzheimer, bellezza! Una storia d'amore al tempo della demenza» che racconta le vicende di un malato di Alzheimer e delle sue emozioni. Nel corto, oltre allo stesso Zanotti, recita anche Claudia Ferrari.
L'incontro si svolgerà presso il Centro Servizio Anziani «Contrada Larga», in via Belenzani 49, Trento e come sempre sarà gratuito e verrà introdotto da un'esibizione del coro dei Minipolifonici di Trento.
Michele Farina ha visto sua madre allontanarsi pian piano, inabissarsi fino a divenire quasi irraggiungibile.
L'Alzheimer l'ha svuotata «con il cucchiaino dell'uovo alla coque», portandola via un po' alla volta ben prima del suo ultimo giorno.
Come trovare un senso a un'esperienza del genere? Come superarla? Dopo dieci anni di silenzio, Farina ha deciso di farlo ripercorrendo - grazie al lavoro di giornalista - la propria storia in quella di altri, andando a cercare sua mamma negli occhi di malati sconosciuti.
Ne è nata un'inchiesta unica nel suo genere, che descrive l'Italia dell'Alzheimer attraverso le vicende di pazienti, famiglie, operatori, ricercatori, strutture, associazioni.
C'è Anna Maria, convinta di trovarsi nella casa di cura per inaugurare un nuovo negozio.
C'è Emilio, che dopo quarantatre anni di matrimonio chiede alla moglie Elisa quando si sposeranno.
C'è chi si è visto ridurre il vocabolario a due sole parole e chi invece ha una gran voglia di aprirsi e raccontare. Esperienze diverse, che disegnano però un percorso unitario.
Il viaggio nel mondo di una patologia sempre più diffusa, complice l'allungarsi della vita, eppure «nascosta»: vissuta come un tabù, con dolore e vergogna spesso nell'isolamento.
Perché l'Alzheimer sembra restare fuori dai radar delle istituzioni: il morbo dell'oblio dimenticato dalla società, e per cui non esiste una cura.
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