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Personale di Claudio Passamani «Un passo, un’impronta»

La bella mostra è in corso a Rovereto in via Portici 9, fino al 10 gennaio 2024

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Si affaccia nel contesto roveretano, la bellissima personale di Claudio Passamani, la prima in assoluto.
A Rovereto, via Portici, 9, dal 27.12.2023 al 10.01.2024.
Volto conosciuto, anima sensibile, generosa e vibrante, esce allo scoperto e si concede per la prima volta al pubblico, condividendo una selezione di opere, frutto di un percorso artistico e interiore che dura da una vita e che ora esplode alla fruizione pubblica.
Come uno tsunami potente, energico, travolgente. Un bagno nella matericità e nelle pieghe dell’anima.
Scultore, artista di grande energia, danza tra i materiali, che padroneggia e piega alla potenza espressiva.
 
Quell’ambiente familiare e lavorativo in cui Claudio Passamani ha respirato il mestiere sin da ragazzo è stata la culla in cui ha coltivato il proprio percorso interiore ed artistico, condividendolo per anni con pochi, e l’occasione, unitamente agli incontri fondamentali, alle frequentazioni colte e alle contaminazioni artistiche, per far maturare questo artista roveretano.
Non solo marmo e pietra, ma resina, plastica, legno, in un gioco di sovrapposizioni, richiami e contrasti che affascina, attraverso un linguaggio espressivo non convenzionale.
 

 
Nell’uso sapiente della plastica, la materia si tende e si fa trasparente in uno slancio e in una tensione espressiva che raccontano l’urgenza del creare ed al contempo la sublimazione della materia in un costante dualismo che rimanda all’intima essenza dell’uomo.
Quella materia si fa spirito, si fa anima, si fa luce, in una danza di rimandi di forme, di chiari e di scuri, che incantano e conducono in una dimensione quasi onirica.
L’uso del colore, primario, irruente, esplosivo, accende la materia di energia e dona ulteriore forza espressiva, e unitamente alla lavorazione di forme e spessori, si fa anch’esso linguaggio dell’anima.
 
Le forme, sapientemente bilanciate, in una ricerca armonica non casuale, non sono statiche, ma contengono un intimo movimento, una tensione immanente, in questa ricerca di vuoto e di pieno, di materico e di lieve, di terreno e di spirituale, di presente e passato, di ciò che ancora vive e ciò che è affidato alla memoria e rimane nelle pieghe dell’anima.
Affascinante la dicotomia nell’accostamento dei materiali, anche di supporto, che entrano a far parte dell’opera, e che crea ulteriore stimolo non solo visivo, ma diventa ulteriore veicolo espressivo.
Il segno espressivo dominante è deciso, è forte, è pieno, è definito: i particolari, le pieghe, i vuoti e i pieni danno corpo alle sfumature, ai contrasti, alle tensioni, alle inquietudini.
 
Alle trasparenze della plastica fanno da contrappunto marmo e legno, che nella loro matericità piena sono il mezzo per un linguaggio in cui la tecnica sapientemente dominata si sublima nella ricerca di ciò che va oltre la materia e diventa arte.
Le resine disegnano percorsi materici e dell’anima, in un’esplosione di colori.
Un linguaggio complesso, che racconta un percorso interiore ed espressivo articolato, sofferto, denso, e in cui la sensibilità estrema esplode e trasborda, incontenibile.
Le sue opere raccontano della potenza e della fragilità del vivere. Al di là della forma, al di là del colore, al di là della materia il messaggio è intimista.

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