Ideatore e curatore Warin Dusatti. Al vernissage il presidente Kaswalder e la consigliera Dalzocchio
L’ideatore
e curatore dell’esposizione
-
Warin
Dusatti,
direttore responsabile di Arte Trentina –
ha
sviluppato un taglio assai stimolante:
ricostruendo le formazioni accademiche di pittori e scultori trentini
del
”secolo breve”,
infatti,
si
va a raccontare in
profondità di
un territorio come il nostro, che
è sempre
stato
in
costante dialogo da un lato con i grandi centri culturali dell’alta
Italia
e dall’altro con l’area del Tirolo storico e più su fino a
Monaco e Vienna. Nell’anno e
nel momento
in cui l’assemblea legislativa trentina organizza l’assise
biennale con Bolzano e Innsbruck (il Dreier Landtag 2023 di Riva del
Garda, che si terrà il 14 e 15 giugno), l’obiettivo
è stato quello di approfondire
e mettere in luce una cultura e un’arte figurativa trentina non
autoreferenziali e asfittiche,
ma alimentate
e
maturate proprio
attraverso
i
fitti rapporti interregionali e transfrontalieri.
“Scopriamo
in particolare – scrive
Kaswalder aprendo il catalogo - quanto
intimo sia stato il rapporto tra gli ingegni creativi della nostra
terra e l’area tirolese di lingua tedesca, una plastica
rappresentazione di come l’euroregione corrisponda a un solido
trascorso e a un bisogno di relazioni che è di lunga data e ha dato
nel tempo frutti importanti.
Anche
grazie ai testi in catalogo, ecco dunque un apprezzabile contributo
alla descrizione di quella “identità trentina” che sappiamo
essere così complessa, composita e bicipite, rivolta
contemporaneamente e da sempre a nord e a sud, al mondo italiano e al
mondo tedesco e mitteleuropeo”.
Marcello
Nebl
poco
fa ha ben messo in
luce i
significati della rassegna, soffermandosi ad
esempio sull’importanza
culturale rivestita nel Novecento dalla Scuola Reale Elisabettina di
Rovereto, dove studiano tra
i molti
Luigi
Bonazza
e Oddone
Tomasi,
prima di proseguire la loro alta formazione
a
Vienna, dove approda anche Luigi
Ratini
(poi
docente alla stessa scuola elisabettina).
Da
questa mostra escono ben ricostruiti
i percorsi accademici di
una autentica
teoria di grandi firme trentine: Armani,
Balata,
Polo, Rasmo,
Lasta, Wenter
Marini
(e
altri) diretti
a nord, Iras
Baldessari, Casetti, Disertori, Bonacina,
Garbari, Melotti,
Pancheri, Gigiotti Zanin
(e
altri) diretti
a sud, come anche il rivano Luigi
Pizzini
di cui è in corso una grande antologica tra il Mag gardesano e
Casartisti a Canale di Tenno. Si
respira in queste connessioni la temperie culturale di un Trentino
combattuto
tra Impero e irredentismo, un Trentino ricco
di creatività e
in prima linea,
tanto
che Annamaria
Targher poco
fa ha voluto sottolineare che questi maestri si sono espressi allo
stesso livello dei maggiori nomi nazionali. Erminia
Bruni Menin tiene
alta la bandiera del gentil sesso, evitando una carrellata tutta al
maschile. Una mostra da vedere, questa, che ci illumina
percorsi di vita fecondi, come quello di Umberto
Moggioli che
va a vivere a Burano e lì intreccia legami con altri pittori
conterranei come appunto il Pizzini, Mario
Disertori
e Benvenuto
Disertori.
Ingresso
libero a
palazzo Trentini di Trento fino
al 24 giugno prossimo, dalle
9.30 alle 18.30 nei feriali, dalle 9.30 alle 12.30 il sabato, con
chiusura la domenica.