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Rotary club Valsugana e i bambini diabetici – Di Luciana Grillo

La dottoressa Vittoria Cauvin dell'Ospedale Santa Chiara di Trento ha risposto agli interrogativi generati da una malattia sempre più diffusa in Trentino

Il Rotary club Valsugana ha deciso di occuparsi dei bambini diabetici, dal momento che il Trentino è una terra particolarmente colpita da questa malattia che ha la sua massima diffusione in Sardegna.
Per motivi ancora sconosciuti, in Europa il Paese più colpito è la Finlandia, quello meno colpito l’Estonia… Cosa lega dunque la Sardegna alla Finlandia?
Certamente non il clima, né le abitudini alimentari.
Si è parlato dell’allattamento al seno che le donne finlandesi praticano per un breve periodo. Ma anche le donne estoni allattano per pochi mesi i loro bambini, ma lì il diabete infantile non attecchisce.
 
E se si trattasse di un virus ancora sconosciuto?
Si può considerare il diabete mellito una malattia ereditaria, oppure è presente in alcuni individui, fin dalla più tenera età, una predisposizione genetica?
Ed esistono rapporti tra diabete infantile, celiachia e disturbi tirodei?
A questi e a tanti altri interrogativi ha risposto la dottoressa Vittoria Cauvin, durante una serata conviviale presieduta dal vicepresidente del club Riccardo Teoldi.
 
La dottoressa Cauvin, pediatra, con specializzazioni in Endocrinologia e Diabetologia pediatrica, è Dirigente medico dell’U.O.C. di Pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, Responsabile del Servizio d Diabetologia Pediatrica dell’A.P.S.S. della Provincia Autonoma di Trento.
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni e partecipazione a seminari e Convegni.
Ma ciò che colpisce chi l’ascolta è la passione, è il rigore con cui parla del suo lavoro e soprattutto dei piccoli pazienti che per tutta la vita dovranno combattere contro la malattia.
 
Comincia col dire che la diffusione della malattia è incredibilmente «disordinata», imprevedibile.
Nei Paesi africani è poco diffusa, ma i migranti che arrivano in Europa si ammalano frequentemente.
Il diabete infantile insorge a causa del cattivo funzionamento del pancreas. I farmaci, in particolare l’insulina, devono sostituire l’attività pancreatica.
Pare che un farmaco anticlonale sia stato individuato e considerato abbastanza utile, ma in Italia non ne è stato ancora autorizzato l’uso.
 
In Provincia di Trento dovrebbe partire uno screening rivolto ai bambini per individuare l’esordio precoce, dare maggiore forza alle terapie ed evitare i picchi glicemici.
La malattia è subdola, non sempre i genitori capiscono di cosa si tratti.
I sintomi sono almeno tre: il bisogno di bere, la necessità di urinare frequentemente, il calo del peso.
La prima e immediata cura deve essere un’alimentazione corretta, dunque la dieta è fondamentale.
Bisogna informare correttamente i genitori e convincerli che il diabete è una malattia con la quale si può convivere accettando le regole.
 
Se si rifiutano, le conseguenze per i piccoli pazienti sono gravi, per prima la cecità.
Quindi, ha concluso la dottoressa Cauvin, è indispensabile informare i genitori, far sì che accettino la malattia e ne diano notizia agli altri adulti che si occupano dei bambini, gli insegnanti, gli allenatori, gli istruttori; ed è necessario che i bambini stessi siano consapevoli, non si vergognino dei sensori che sono visibili, sappiano valutare i loro bisogni e scegliere il cibo adeguato.
 
È stata poi la volta del Presidente dell’Associazione Diabete Giovanile, Giorgio Cesari che, partendo dalla sua esperienza di padre di un figlio diabetico, ha descritto l’attività di questa Associazione, nata dalla volontà di sette genitori, iscritta al Registro Nazionale: promuove progetti, organizza campi scuola per bambini e adolescenti, fornisce borse di studio per sostenere la specializzazione di una psicologa.
In particolare, l’Associazione ha organizzato uscite con le ciaspole, partecipazione al torneo «Un calcio al diabete», altre attività sportive come biciclettate e trekking, i campiscuola ai quali partecipano due medici, due infermiere/i, due studenti di Scienze Infermieristiche.
 
Per finanziare tutto ciò, oltre i contributi della P.A.T., ci sono i mercatini di Natale dove si vendono gli oggetti preparati dalle mamme e i calendari sempre molto apprezzati.
L’Associazione è inserita all’interno della Commissione Provinciale Diabete, del centro servizi volontariato, Consulta della Salute e Coordinamento nazionale.
Il 14 novembre ricorre – ormai da qualche anno – il Diabetes Day.
 
A conclusione di queste interessanti relazioni, i soci del Rotary club Valsugana sono intervenuti ponendo numerose domande, relative sia alla familiarità che alla prevenzione e chiedendo infine come poter aiutare l’Associazione a fare sempre di più per questi bambini speciali.
Il Vicepresidente del club Teoldi ha ringraziato con grande calore gli ospiti e ha fatto omaggio ad entrambi dell’originale «guidoncino».
 
Serate come queste, così efficaci e coinvolgenti, rappresentano per un club service come il Rotary il valore aggiunto, perché il club si interfaccia con i problemi del territorio e può intervenire concretamente con un apporto non solo economico, ma anche creando sinergia con i soci che potranno dare la loro disponibilità o offrire le loro competenze all’Associazione.

Luciana Grillo - l.grillo@ladigetto.it

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