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Il vino riparte da Vinitaly – Di Giuseppe Casagrande

Lieve ripresa dei consumi nella Grande Distribuzione Organizzata, ma restano i problemi legati a inflazione, guerre e campagne salutistiche. La crisi dei vini rossi

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L'ingresso del padiglione del Trentino a Vinitaly 2024.

Crollo dei consumi (dai 120 litri pro capite degli anni Sessanta ai 29 litri di oggi), record storico delle giacenze in cantina (53 milioni di ettolitri), sorpasso dei vini rossi sui bianchi con il Prosecco che dopo gli anni del boom (850 milioni di bottiglie) registra una leggera flessione del 3 per cento.

Se aggiungiamo i cambiamenti climatici, le guerre in corso, la crisi dei commerci, l'inflazione, la corsa sfrenata a nuovi impianti, le campagne salutistiche contro la storica bevanda e gli stili di vita delle nuove generazioni che si allontanano sempre più dalla tradizione, il quadro non è proprio roseo per il pianeta vino.

 

Affollatissimo lo stand dell'Istituto Trentodoc a Vinitaly.
 
  Record di presenze a Verona di operatori stranieri (Usa in testa) e top buyer 
Se ne è discusso a Vinitaly che ha chiuso la 56.ma edizione con 97 mila presenze tra i padiglioni, con un incremento degli operatori stranieri provenienti da 140 Paesi (Stati Uniti in testa, poi Germania, Regno Unito, Cina e Canada) e con un record di presenze di top buyer (1.200) selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere. Se ne è discusso a Vinitaly - dicevamo - e se ne discute in Europa dopo quanto sta avvenendo in Francia che, dopo aver estirpato 10 mila ettari di vigneto della zona del Bordeaux, sembra intenzionata a ridurre drasticamente la produzione con ulteriori espianti (100 mila ettari nei prossimi anni, attualmente la superficie vitata in Francia è di 750 mila ettari).
 

Stefano Fambri, presidente dell'Istituto Trentodoc, bollicine di montagna.
 
  Il crollo dei cosumi: dai 120 litri pro capite degli anni Sessanta ai 29 di oggi 
Parlavamo di crollo dei consumi (dai 120 litri pro capite degli anni Sessanta ai 29 litri di oggi). Uno dei settori che resiste alla crisi è la Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) che rimane ancora uno dei canali più solidi per le vendite di vino, grazie ad una offerta sempre più ricercata e alle promozioni che incentivano il consumatore a portare a termine un acquisto. Capire come vanno le vendite di vino nella grande distribuzione significa anche tastare il polso della situazione, fotografare lo stato di salute dei consumi e quanto incide sui volumi l’effetto inflazione che si abbatte sulle famiglie. Oltre, ovviamente, ad osservare il panorama delle preferenze che sta cambiando, con la crescita di bianchi e delle bollicine che stanno scalando gli indici di gradimento.
 

Sabrina Schench, responsabile dell'Istituto Trentodoc, nello stand di Vinitaly.
 
  Continua il momento favorevole per i bianchi e gli spumanti, male i rossi 
I dati del primo trimestre 2024 riferiscono un andamento delle vendite leggermente migliore della chiusura dell’anno 2023 anche se lo scenario rimane complicato. Le bottiglie di vino da 0,75 litri calano a volume del 2,2% sullo stesso periodo dell’anno precedente, ma il dato dell’intero 2023 vedeva un calo maggiore del 3,2%. Decisamente meglio gli spumanti che tornano in positivo (trainati sempre dal Prosecco, anche se in leggera flessione) con un +3,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente, mentre nell’intero 2023 perdevano l’1,1%.
 

Marcello Lunelli, un Vinitaly a suon di bollicine per la maison Ferrari.
 
Sembra, dunque, confermarsi un trend che, dopo un secondo semestre 2022 e un primo trimestre 2023 fortemente negativi, ha visto le vendite risalire gradatamente nella seconda parte del 2023. Quello che appare chiaro, però, è che nel 2023 i gusti dei consumatori cambiano: i bianchi e le bollicine vanno più spediti rispetto ai rossi, tipologia calata lo scorso anno del 3,9% pur rimanendo la più venduta in assoluto con 276 milioni di litri con il vino bianco che si ferma, invece, a 245 milioni di litri (-1,6%). Una tendenza che si manifesta già da diversi anni: la quota volume del vino rosso è scesa dal 54% del 2009 al 49% del 2023. Il bianco, invece, dal 40% del 2009 è salito al 45%.
 

Lorenzo Cesconi, presidente della Fivi, ha dichiarato: «I vini dealcolati? No grazie!».
 
  In crescita anche i rosati (in testa il Cerasuolo) e le bollicine rosé frizzanti 
Cresce anche il rosato (il Cerasuolo è primo nella classifica 2023 dei vini emergenti) anche se ha una quota di mercato modesta nella Gdo. Il vino fermo, con 33 milioni di litri, aumenta del 1,5%. Identica «performance» per lo spumante rosato frizzante (6 milioni di litri).
Il prezzo delle bottiglie da 0,75 litri a denominazione d’origine (Doc, Docg, Igt) è salito nel 2023 del 6,3% al litro, il prezzo degli spumanti è aumentato del 5,9%.
 

Giorgia Meloni a Vinitaly con il ministro Lollobrigida e il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella.
 
La tendenza del mercato è orientata verso dei vini freschi, sapidi, leggeri, meno alcolici, meno tannici, meno opulenti.
Il «sentiment» generale che emerge da Vinitaly, in conclusione, è la voglia di trasformare in realtà quei piccoli segnali positivi arrivati in questo primo scorcio di 2024, e di veder tornare a fiorire il mercato del vino che, nonostante un contesto internazionale ancora difficilissimo, prova a riprendere la crescita intravvista nel post Covid, ma subito interrotta nel 2023.
 

Gli scaffali della grande distribuzione riservati al vino.
 
  Il ruolo di Vinitaly nella promozione internazionale del vino made in Italy 
Vinitaly, in questi giorni, ha confermato un ruolo sempre più importante nella promozione internazionale del vino italiano.
«I dati della manifestazione, unitamente al riscontro positivo delle aziende - ha dichiarato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo - confermano gli obiettivi industriali dell’attuale governance di Veronafiere fortemente impegnata a potenziare il brand fieristico del made in Italy enologico nel mondo.»
 

 
«L'amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, ha evidenziato altresì il cambio di passo di Vinitaly con i riscontri positivi della domanda domestica, in particolare quella del canale Horeca attraverso iniziative di comunicazione e marketing che hanno contribuito all’incremento delle presenze italiane. In questi giorni abbiamo registrato reazioni positive da parte delle aziende, dei consorzi e delle collettive regionali. Un’iniezione di fiducia in un momento complesso che ci vede impegnati a supportare il principale prodotto ambasciatore e apripista dell’agroalimentare del Belpaese nel mondo.»
Appuntamento al Vinitaly 2025: dal 6 al 9 aprile.

In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande - g.casagrande@ladigetto.it

L'anno prossimo l'appuntamento con Vinitaly sarà dal 6 al 9 aprile 2025.

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