Alla ricerca del gusto: il Green Tower, alla Torre Verde di Trento
Una cena sorprendente a base di pesce di mare in un ristorante che sorge dove una volta scorreva l'acqua dolce del fiume Adige
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Il Green Tower prende il nome dalla vicina Torre Verde di Trento, nata quando il fiume Adige passava di lì, costituendo la propaggine più avanzata del vicino Castello del Buonconsiglio.
Il ristorante sorge dalla parte opposta e gode di un giardino coperto che, a vedere quanta gente ospita, è particolarmente gradito ai Trentini.
Il locale è ben conosciuto come uno dei ristoranti migliori di Trento. Dal 2013 ha cambiato gestione e pertanto l’occasione è stata – come si dice – ghiotta per andarlo a visitare per la nostra rubrica «Alla ricerca del gusto».
Ci è stata riservata un’accoglienza degna di un locale di rango e siamo stati accomodati in una zona particolarmente intima, in modo che non ci fossero distrazioni mentre procedevamo all’assaggio delle portate. Il Green Tower ha infatti più sale, che vengono utilizzate a seconda della giornata e della compagnia che si vuole avere.
La cena sarebbe stata a base di pesce e il vino che ci è stato suggerito è stato una piacevolissima sorpresa. Si trattava di un Manna della cantina di Franz Haas (si trova tra Egna e Montagna, in Alto Adige), l'annata era 2014, i gradi 13.
Il Manna è espressione di un uvaggio di vitigni Riesling, Gewürztraminer e Chardonnay, dai quali ricava le caratteristiche che generano un bouquet complesso e stratificato che ricorda note eleganti di sambuco, pistacchi e petali di rose, violette e frutti di sottobosco.
Colpisce per la sua complessità e concentrazione combinate ad una eleganza morbida e struttura minerale.
Beh, non abbiamo mai fatto un intero discorso sul vino nelle nostre ricerche ma, credeteci, stavolta ne valeva la pena.
Con l’antipasto ci è stata portata una focaccia calda che si sposava magnificamente col vino e con le portate. Il consiglio tuttavia, per chi vuole fare un pasto completo come noi, è di non abbondare con la focaccia. Meglio resistere e riservare la degustazione per l’intero pranzo.
L’antipasto, che vediamo nella foto qui sopra, consisteva in una insalatina di seppie e polpo alla mediterranea, con cozze gratinate.
Anche in questo caso il risultato d’insieme ha ripagato ampiamente le aspettative. Vale la pena tuttavia segnalare la particolarità delle cozze gratinate. Di solito si preferisce riservare questa preparazione alle cappesante, in quanto richiede un impegno non certo da poco. Vanno preparate una per una.
E invece anche in questo caso abbiamo dovuto ricrederci. Certamente ne vale la pena, al punto che tra una impepata di cozze e l’altra suggeriamo proprio di fare un’infornata gratinata anche con i mitili più diffusi nel Mediterraneo.
La prima portata, va da sé, era un risotto alla pescatora.
Anche in questo caso la caratteristica principale è stata l’armonia dei sapori e la delicatezza delle pietanze nel loro insieme.
Al di là del gamberone, che si tiene immancabilmente per ultimo, abbiamo trovato ancora dei mitili saporitissimi. Il tutto maestosamente ben amalgamato.
Anche in questo caso si deve vincere la tentazione di accompagnare il risotto con la focaccia. Suggeriamo invece di procedere abbondantemente con il vino, perché continuerà a stupire minuto per minuto, sapore per sapore.
La seconda portata, quella principale, valeva quasi l’intero pasto. La vediamo nella foto qui sopra.
Il tris di mare con polpo, mazzancolle e branzino, doverosamente gratinati al forno (evidentemente una specialità della cucina), sono un piatto da gustare con calma e dedizione. Per questo abbiamo insistito col suggerire parsimonia nell’uso della focaccia…
Il filetto di branzino, in particolare, è eccezionale proprio perché abbinato a mazzancolle e al mollusco.
Anche in questo caso, dunque, è l’amalgama d’insieme che ha portato al risultato che consideriamo stupefacente.
Alla fine il dolce è doveroso. Si è sazi, è vero, ma un bicchierino con crema di mascarpone e fragole con streusel alle noci è, grazie alla sua consistenza e alla gelatina fatta in casa, la dolce fine di una serata vissuta all’insegna del gusto.
G. de Mozzi
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