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Cartoline di Bruno Lucchi: ascolto la voce di Maria Lai

Risuona in ogni opera. GUARDO e RUBO. Guardo e Rubo. Solo bellezza, però

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«Giocavo con grande serietà, a un certo punto i miei giochi li hanno chiamati arte»
Dal Museo di Maria Lai, Ulassai, 27 settembre 1919 – Cardedu, 16 aprile 2013.


IGLESIAS
È settembre.
La seconda settimana di Settembre 2020.
L'estate non ha terminato di distribuire raggi di sole.
Ha ancora la forza di raccontare vita. Ascoltare storie.
 
GUARDO e SCELGO
Scelgo tra i tre itinerari, proposti da Google-Maps, quello che abbraccia tre elementi necessari per un viaggio piacevole: comfort, panorama, rapidità.
La Sardegna, si sa, è «terra di mare», ma ci sono anche montagne, eccome se ci sono.
La meta è Ulassai nel cuore dell'Ogliastra. Poco più di centocinquanta chilometri verso l'entroterra.
 
GUARDO e VIAGGIO
Viaggio con prudenza seguendo la litoranea. L'asfalto scorre fra cespugli di lentischio, ginepro, olivastro ed enormi macchie di mirto.
Le coltivazioni di viti e gli oliveti, colorano i fianchi della montagna dove un gomitolo di case variopinte contrasta con i colori della natura.
 
GUARDO e FIUTO
Fiuto, da esperto montanaro, il pericolo di curve e contro-curve che mi si presentano davanti.
 
GUARDO e DICO
Dico ai miei compagni di viaggio che, andare ad Ulassai, sarà come tuffarsi in un mondo di fiabe, di fantasie, di miti e leggende avvolgenti. Sarà come tornare bambini.
Sarà come tuffarsi in un mondo di leggerezza in cui staremo bene.
Mondi creati dall'estro e dalla sensibilità di una grande artista: Maria Lai.
 
GUARDO e AMMIRO
Guardo il cartello. Indica pochi chilometri alla meta.
Ammiro - interiormente - la determinazione di questa Artista che, in periodi in cui “fare” arte per una donna era impresa praticamente impossibile, ha avuto la capacità di inserirsi nella realtà culturale e artistica del tempo, riuscendo grazie alla sua Forza e al suo Carattere (le maiuscole non sono errori di scrittura) a crearsi uno spazio personale.
Forza e Carattere: le armi segrete delle donne sarde, come mia moglie Graziella.
 
GUARDO e INVITO
Guardo arroccata tra i Tacchi - le vette che caratterizzano il paesaggio - Ulassai, paese natale di Maria. L'Invito è di andare a cliccare in internet il suo nome: Maria Lai.
 
GUARDO e SCOPRO
Scopro, su un promontorio prima del paese, una vecchia stazione ferroviaria che collegava il paese con il resto della Sardegna.
Scopro che, oggi, è stata trasformata in uno spazio dove si respira Arte.
Un contenitore di idee, belle; di fiabe da leggere anche se si è adulti.
Un museo dedicato all'opera di Maria Lai: i Telai, i Libri cuciti, i Ricami, le Sculture, i Tappeti, i Disegni, le Geografie, le Fiabe.
Ma poi, in realtà, scopro che questo spazio è di nuovo stazione, dove a partire non sono più treni ma i pensieri dei visitatori.
 
GUARDO e PENSO
Guardo il poster all'ingresso. C'è la foto di Lai e la storia della sua vita.
Penso alla mia vita artistica e vedo che, in parte, si riflette con quella dell'artista sarda.
Percorsi artistici - i nostri - condizionati e contaminati da grandi maestri.
Da bambina Maria aveva posato come modella per Francesco Ciusa, grande scultore sardo che ammiro fortemente. Più avanti negli anni, durante gli studi all'Accademia di Belle Arti a Venezia, incontra e conosce il maestro Arturo Martini.
Martini assieme a Vangi e Mainolfi i fari nella mia avventura nel mondo dell'arte.
 
GUARDO e ASCOLTO
Ascolto la voce di Maria Lai che risuona in ogni opera.
È - il suo - un linguaggio sonoro tradotto in forme.
Espressività creativa che si trasforma in voce.
Oserei dire, addirittura, in canto.
 
GUARDO e INTRAVEDO
Guardo e Intravedo in quelle opere esposte ore e ore di lavoro e passione. Di solitudine.
Ore che - come artista – conosco benissimo.
 
GUARDO e SENTO
Guardo didascalie e Sento Poesie:
«Tenendo per mano l'ombra»
«Il filo dell'esistere»
«Paesaggio col vento»
«Essere è tessere»
«Sogni chiari nel buio»
 
GUARDO e TROVO
Guardo e (spesso) Trovo, nel mio girovagare, persone straordinarie.
E quando le Trovo amo condividere i loro nomi.
 
GUARDO e...
Guardo e respiro libertà. Sì, la respiro in ogni opera che osservo.
Guardo e mi appassiono. Guardo e mi stupisco. Guardo e mi sorprendo. Guardo e sogno. Guardo e mi incanto alla bellezza. Guardo e sorrido. Guardo e mi perdo. Guardo e indugio lo sguardo nei particolari. Guardo e mi avvicino, tocco anche se mi è vietato. Guardo. Guardo attentamente. Guardo e mi innamoro, come i folli, come i poeti. Guardo e mi basta.
 
GUARDO e FOTOGRAFO
Guardo.
Guardo e Fotografo.
Guardo e sono felice.
 
La bellezza del mio lavoro di scultore e di fotografo è lì, in quel verbo:
                                               «Guardare».
È, la mia vita, un'esplorazione visiva continua, un osservare senza limiti.
Sì perché i viaggi, gli incontri, le emozioni, sono le scintille
che daranno poi vita alle mie creazioni future.
 
GUARDO e RUBO.
Guardo e Rubo.
Solo bellezza, però.

Bruno Lucchi



























 Bruno Lucchi 
Via Marconi,87 - 38056 Levico Terme – Trento
info@brunolucchi.it
+39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737
www.brunolucchi.it
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