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Cartoline di Bruno Lucchi dalla domenica delle Palme

Domani ha inizio la Settimana Santa 2021, ecco il mio primo contributo artistico

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OMAGGIO CONDIVISO  
Domani ha inizio la Settimana Santa 2021.
L'amico Gianni mi ha inviato un testo. Omaggio gradito.
Narra del nostro incontro e della prima volta che la mia attività artistica mi ha portato a confrontarmi su di un tema religioso. Religioso non sacro, perché ritengo che quando si studia, si lavora e si produce con passione, l'opera che ne scaturisce è sempre sacra.
Omaggio gradito – dicevo – che oggi condivido volentieri con voi lettori.
Buona lettura.
Bruno Lucchi.

Ho conosciuto Bruno quasi dieci anni fa nel suo studio di Levico Terme.
Con quel sorriso aperto, il tu è venuto spontaneo.
Quel pomeriggio, mi ero ritrovato, inconsapevolmente, in un museo.
Unico visitatore.
Faccia a faccia con le sculture e con chi le aveva ideate, create.
Annegavo nella bellezza.
Davanti ai miei occhi avevo opere che ballavano, giocavano, pensavano, si abbracciavano, danzavano, sorridevano, riposavano, camminavano, volavano, leggevano; comunicavano direttamente all'anima di chi le osservava. La mia.
 
Non solo, quelle opere, sbocciate da mani sapienti, parlavano:
«Toccami» – dicevano.
Ebbro, mi ero perso nel mio stesso sguardo,
le parole che Bruno mi diceva sfumavano nell'aria, poi sento:
«Ho esposto alcuni miei disegni sul tema della “Via Crucis” in una chiesetta della Brianza.
«Sono studi per formelle in terracotta che presenterò in una mostra nella cripta della Chiesa di San Fermo a Verona e, successivamente, a San Zenone, nella città di Brescia.
«L'armonia e l'atmosfera presenti sia all'esterno, sia all'interno, hanno catturato il mio sguardo e i miei pensieri. L'ispirazione artistica, davanti al sapore spirituale di quel luogo, si è liberata. Ha preso il volo.»
 
L'incertezza e le nevrosi del nostro tempo abitano lontano dalla Chiesa dei SS. Gottardo e Colombano di Arlate, nel lecchese. Un esempio di romanico perfetto. Da vedere.
La Chiesa, posizionata alla sommità di un pendio, pare faccia parte di una scenografia teatrale, contenuta armoniosamente nel paesaggio lombardo: un fitto bosco di castagni e il “serpentone” verde del fiume Adda che scivola a valle, entrano in un timido dialogo con l'edificio sacro. Sullo sfondo, in lontananza - ancora innevate – le Grigne e il Resegone, illuminate e scaldate dal primo sole primaverile.
Ora comprendo le parole di Bruno:
L'ispirazione artistica, davanti al sapore spirituale di quel luogo, si è liberata. Ha preso il volo.
 
La porta aperta, è invito ad entrare.
Equilibrio architettonico. Il soffitto a capriate geometriche, mantello protettivo.
Pilastri intrisi di storia e di storie. Proporzioni ridotte che evocano l'infinito.
Volumetrie volutamente essenziali. Spazio dall'atmosfera intima, familiare.
Un affresco nell'abside, in alto, richiama lo sguardo del visitatore. Dà il benvenuto.
Ci si sente a casa.
 
Fissati e posizionati accuratamente su pareti di pietre secolari i 14 disegni abitano, silenti, lo spazio.
Arte e religione si incontrano. Si abbracciano.
Bellezza contemporanea avvolta da Bellezza millenaria.
 
Constato quanto la loro discreta presenza sia sufficiente a conquistare lo sguardo dei fedeli; immagini da leggere, aiuto alle loro silenziose preghiere.
 
Il racconto è noto.
Una vicenda drammatica che ha dato un nuovo corso all'umanità.
Da leggere guardando.
 
Fragili disegni su carta, riportano l'eco di Storia millenaria.
Esili tratti di grafite e colori tenui: alfabeti per immagini sacre.
Beige. Nocciola. Bianco. Marrone. Toni bruni che sfumano nel chiaro-scuro-sabbia deserto.
Colori che evocano case e mura di Gerusalemme, ma anche fango.
Equilibrio narrativo perfetto di un dramma così profondo come quello della Passione di Cristo.
 
Narrare un evento così importante, raffigurare valori spirituali così alti, con il solo gioco di delicati tratti di matita ed un leggero strato di colore, per un artista è una sfida non da poco.
Solo gli artisti di valore trovano il coraggio di affrontarla.
 
A passo lento m'incammino lungo il percorso delle stazioni.
Spettacolo amaro generato dall'umana stoltezza.
I pensieri affollano la mente.
Gli occhi scoprono particolari, significati.
Linee, ombre, colori si sovrappongono, danno parole alle emozioni, ai sentimenti, ai dolori.
 
Ho letto che Michelangelo e Leonardo consideravano il disegno una pratica artistica divina,
associavano l'etimologia della parola 'disegno', al segno di Dio.
Disegno: di Dio il segno.
 
Accanto all'altare, in solitudine, la quindicesima stazione.
 
La Resurrezione  
Tu, Cristo, hai finito di morire.
Ora il «Disegno» può debordare dal foglio.
Colori, tratti, linee radiose fanno di nuovo festa.
 
Gianni Sicoli





























 Bruno Lucchi 
Via Marconi,87 - 38056 Levico Terme – Trento
info@brunolucchi.it
+39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737
www.brunolucchi.it
https://www.facebook.com/Bruno-Lucchi-1758717671122775/
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