Le Cartoline di Bruno Lucchi – «Le Grotte di Dio»
La rete di chiese rupestri nel territorio delle Gravine delle Murge in Puglia: La chiesa rupestre di san Nicola e la chiesa rupestre di San Gregorio a Mottola, Taranto
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Si parte per la Puglia in un fine giugno 2022 assolato e rovente.
Un lieto evento ci porta al magico sud. Il matrimonio di due cari e giovani amici. Siamo a Castellana in provincia di Taranto, nel Parco Nazionale «Alta Murgia».
Un sud ricchissimo di storia e cultura. Le Gravine le stesse che caratterizzano Matera, sono cavità carsiche scavate nella roccia calcarea dalle acque meteoriche, da sempre occupate dall'uomo e adibite a rifugi, abitazioni, luoghi di culto, eremi, ovili, stalle e per sepolture dei defunti.
La cerimonia si terrà nel pomeriggio.
Con Graziella decidiamo di sfidare le temperature incredibili e sotto un sole implacabile partiamo al mattino dall’ufficio turistico di Mottola accompagnati dalla guida verso «Le grotte di Dio».
Dopo pochi chilometri in macchina ci inoltriamo a piedi nella macchia mediterranea dove timo, rosmarino e mirto sono in fiore come il fico d’india e tantissime altre piante. I profumi sono intensi, gli stessi che nel XI secolo accompagnavano il passaggio dalla dominazione bizantina a quella normanna.
Nel tragitto molte le cave di tufo servite molto più tardi per la costruzione delle case della vicina Mottola.
Ci inoltriamo fino ad arrivare alla Gravina e, dopo una breve passeggiata, scendiamo alcuni gradini scavati nella roccia fino a trovarci davanti a un ingresso protetto da un cancello.
Siamo di fronte alla chiesa di san Nicola, definita la Cappella Sistina della civiltà rupestre per lo stato di conservazione degli affreschi.
Il paragone mi sembra un pochino azzardato ma è vero che le pitture sono affascinanti, di ottima fattura e conservazione ed è evidente l’anima orientale delle rappresentazioni.
San Basilio, Santa Parasceve, San Nicola, ma anche occidentali con San Lorenzo, San Pietro, Santo Stefano, Santa Lucia e uno splendido San Michele legato alla sfera longobarda.
Bravissima la nostra guida che con i suoi racconti ci ha fatto entrare in un mondo ormai scomparso ripercorrendo a ritroso il corso della storia.
Ripresa la macchina, notiamo lungo la strada pergole coltivate a uva da tavola con grappoli quasi maturi.
Arriviamo alla chiesa rupestre di San Gregorio sempre nel comune di Mottola, caratterizzata da architetture di grande pregio e monumentalità.
Solamente tre gli affreschi salvati dall’umidità e dal tempo, il più importante «il busto del Cristo ieratico e benedicente» realizzato nella calotta centrale dell’abside, paragonato al Cristo del duomo di Monreale.
Rientriamo appagati e felici. È tempo di preparativi, il matrimonio sta per essere celebrato. Le emozioni del cuore, che l’affetto per i nostri giovani amici ci porta ad avere, ci hanno avvolto come solo l’amore sa fare.
Bruno Lucchi
La chiesa rupestre di san Nicola.
la chiesa rupestre di San Gregorio.
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