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Cartoline di Bruno Lucchi: André Villers, Il fotografo di Picasso

Dal volume «I Sapori dell'Arte», quando André immortalò con i suoi scatti Picasso, il suo atelier, Vallauris e Cannes, oltre a molti altri personaggi di spicco

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Dopo la mostra a Vallauris, i viaggi e le esposizioni in Costa Azzurra erano diventati sempre più frequenti.
Non ricordo bene in quale occasione (credo durante la preparazione delle mie mostre personali a Nizza e ad Antibes) dovevo incontrare l’architetto Gilbert Baud alla galleria della Fondation Sicard-Iperti, il luogo che per primo in terra francese aveva ospitato una mia esposizione.
Ricordo però bene che, quando con Graziella stavo entrando alla Fondazione, ho visto l’architetto e Dédé che cercavano di issare un enorme albero in fondo alla sala.
Tutt’intorno erano sparse palizzate, cespugli, una casa di legno e tante sagome di personaggi in cartone dipinto, per lo più caricature, tutte con la macchina fotografica appesa al collo oppure in mano.
 
I volti delle sagome erano picassiani, anche se troppo moderni per essere di Picasso.
Mentre facevo queste considerazioni mi ritrovai un cagnetto buffo fra le gambe. Poi sentii una voce calma scandire il mio nome, «Luki», in un modo diverso da quello che di solito pronunciavano i francesi («Lusì»). Avevo risposto al richiamo con un «Sì» cordiale.
Gli amici, sempre intenti a sostenere l’albero, però ridevano e io non capivo il perché. Ci si avvicinarono, baciandoci tre volte, e ci presentarono André Villers, l’autore dei personaggi in cartone.
Neppure il tempo di scandirgli il mio cognome che anche André iniziò a sorridere. A quel punto avevo capito: «Luki» era anche il nome del suo cane!
 
Dopo questa divertente presentazione, Graziella ed io rimanemmo fino a sera per osservare l’allestimento della mostra intitolata Les Photographes che si sarebbe inaugurata il giorno dopo.
Villers, uomo magro e di bassa statura, si sosteneva con un bastone per via di una gamba più corta – eredità della poliomielite giovanile – che lo faceva sembrare molto più vecchio di quello che era in realtà.
Non aveva parlato molto e quel poco lo aveva detto sottovoce, ma i suoi occhi scattavano veloci nel controllare tutto ed erano più eloquenti di tanti discorsi.
Verso sera la mostra era allestita.
Dopo aver preso accordi con Gilbert per l’indomani, l’amico Dédé ci chiese di andare con loro ad accompagnare Villers a casa.
 
Usciti dalla Fondazione, eravamo saliti tutti in macchina, compreso il cane di André.
Abitava a Mougins in una casa-studio, situata a poche centinaia di metri dal luogo in cui aveva abitato Picasso prima di trasferirsi a La Californie.
Lungo la strada del ritorno, Dédé aveva percepito la nostra curiosità e senza che noi gli chiedessimo qualcosa aveva iniziato a raccontarci la storia di Villers.
André arrivò a Vallauris, luogo del sole nel sud della Francia, nel 1953, all’età di ventitré anni, per curarsi dalla poliomielite.
Qui si era avvicinato all’arte della fotografia utilizzando una vecchia Rolleiflex acquistata a rate.
 
In quegli anni incontrò per la prima volta il «Genio» spagnolo, mentre questo creava le sue opere in ceramica nella manifattura Madoura.
Picasso e Villers frequentavano lo stesso caffè a Vallauris. La Rolleiflex di Villers era diventata pressoché inutilizzabile e comunque le prime fotografie a Picasso erano state fatte con questo rudere.
Un giorno Villers aveva deciso di far riparare la vecchia macchina fotografica e poco dopo si era recato al caffè di Vallauris senza l’immancabile «compagna».
Là aveva incontrato Picasso che gli domandò che fine aveva fatto la «macchina da cucire», così l’aveva definita Pablo.
Il gracile ragazzo gli aveva confidato che era in riparazione e fu così che Picasso si offrì per acquistargliene una nuova.
 
Pochi giorni dopo arrivò una Rollei nuova e sgargiante e Picasso commentò il felice avvenimento con un’esclamazione: «Adesso sì che sei un vero fotografo!».
Da allora André immortalò con i suoi scatti Picasso, il suo atelier, Vallauris e Cannes, oltre a molti altri personaggi di spicco nel panorama artistico e culturale.
La macchina fotografica, ma soprattutto l’incontro con il Maestro spagnolo cambiarono la vita di Villers.
Nel 1954 il Maestro propose ad André di lavorare assieme a lui utilizzando la tecnica del découpage.
Picasso ritagliava piccoli personaggi con la carta, mentre il giovane Villers li fotografava creando delle ombre con il sole. In alternativa, utilizzava delle carte sensibili, già impressionate con dei paesaggi, e sovrapponeva i ritagli del Maestro a mo’ di mascherine, creando delle singolari opere d’arte.
 
Così nacque la raccolta intitolata Diurnes, arricchita ulteriormente dai testi di Jacques Prévert. Il sodalizio del giovane fotografo con il Maestro spagnolo durò circa dieci anni.
Arrivati ad Hautecombes, a casa di Dédé, avevamo parcheggiato l’automobile in giardino, a fianco della macchina d’epoca Hotchkis.
Avevo notato quest’auto nera fin dalla prima volta. Dédé, sorridendo compiaciuto mentre la accarezzava, ci disse che era appartenuta proprio a Pablo Picasso.
La carrozzeria era in buone condizioni, ma l’interno era da ricostruire completamente.
 
Più avanti avrei saputo che Dédé, non riuscendo a seguire l’opera di restauro, l’aveva venduta, anche se con sommo dispiacere.
A cena Dédé ci raccontò altri aneddoti su Vallauris. Ci parlò inoltre degli anni in cui lavorava nella fioreria dei genitori, negozio molto frequentato da Picasso.
In quegli anni le due principali risorse del paese erano le ceramiche e i fiori. Al termine dell’ottima cena Odette sfornò una deliziosa Pâte Brisée.
Il giorno dopo, prima di scendere all’inaugurazione della mostra di Villers, Odette mi aveva spiegato la semplicità di esecuzione e le infinite possibilità di varianti di questo piatto delizioso.
Trascrissi così la prima di tante ricette che questa mia amica francese mi avrebbe trasmesso negli anni a seguire. Bruno Lucchi
 
Dal volume «I sapori dell’Arte» Publistampa edizioni 2009.
(spazioweb.it)

















 Bruno Lucchi 
Via Marconi, 87 - 38056 Levico Terme -  Trento - info@brunolucchi.it
+39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737 - www.brunolucchi.it
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