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Caroline dal «Forte Colle Delle Benne», Levico – Di Bruno Lucchi

La Casa d’Aste von Morenberg è lieta di presentare la mostra di Bruno Lucchi «Parole scavate» – All’interno della rassegna: «Aspettando il momento»

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Mostra d’arte contemporanea diffusa nei forti del Trentino nell’ambito della rassegna «Sentinelle di Pietra» promossa dalla provincia autonoma di Trento in collaborazione con la fondazione Museo storico del Trentino.
L’ invito all’inaugurazione al Forte Colle delle Benne «Bruno Lucchi | Parole scavate» è prevista per domenica 8 luglio alle ore 18.00 al Forte colle delle Benne, Levico Terme.
Come recita il titolo della rassegna, «Aspettando il momento» è il fil rouge che conduce per mano gli spettatori attraverso dieci forti.
Uno degli scopi della rassegna è quello di evocare il «Sentiero della Pace», che traccia il confine meridionale dell’impero austroungarico, e coincide con i punti dove sorgono i forti.
 
Le foglie sono le vere protagoniste delle opere che Bruno Lucchi ha pensato per il Forte Colle delle Benne.
Non sono gridate, ma costanti presenze all’interno dell’esteso percorso di mostra che indicano una possibile chiave di lettura. Con le loro nervature si sovrappongono a rami d’albero e agli intrecci sinuosi e pungenti del filo spinato.
Tutto è evocato dalle tracce lasciate sulle superfici delle opere che diventano bassorilievi e altrove in foglie che l’artista fissa nella materia per renderle immortali.
Lo stesso anelito a salvare dall’oblio ritorna nelle orme delle scarpe che l’artista riproduce numerose e posiziona una sull’altra lungo un tratto breve all’interno del forte, che non porta da nessuna parte, come ripetitivi erano i percorsi che le sentinelle dovevano battere durante i pesanti turni di guardia.
Le foglie cadute evocano inevitabilmente le vite dei giovani in guerra: «Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie» recita la poesia «Soldati» di Giuseppe Ungaretti, che Lucchi cita insieme ad altri passi dello scrittore che provò l’esperienza della guerra.
 
Lo stesso filo spinato corre lungo le opere di Lucchi come righe di parole, che raccontano una sofferenza indecifrabile. Prende forma da un’altra poesia di Ungaretti l’opera «Dormire».
E dall’autunno caduco della metafora delle foglie, si passa all’inverno di questo altorilievo nel quale troviamo una il profilo di un soldato a terra, coperto dalla neve.
L’uomo è espresso attraverso una figurazione aderente al reale non consueta per l’artista e diversa da altre opere in mostra.
È in «Dormire» che viene fuori l’idea non tanto della resa, ma dell’attesa che si fermi il fragore della guerra e tutto venga cancellato da un manto di neve fresca, candida, e poi arrivi la primavera.
 
Finalmente poter riposare in pace dopo le interminabili veglie di paura. La figura del soldato viene evocata poi da elmi vuoti.
Sono copricapi di armature che arrivano da epoche lontane, a significare che la guerra è una costante dell’umanità. Sono elmi cupi come la canna di fucile. Solo uno è bianco.
È posizionato dove si trova l’apertura del forte verso il paesaggio, quando si esce a vedere le stelle, potremmo dire citando la «Divina Commedia» di Dante.
Il poema del sommo poeta è ricordato proprio da quest’opera, visto che l’elmo chiaro è posizionato dentro una forma di barca, come se Caronte dovesse traghettare quest’anima candida di soldato verso l’aldilà.
 
Mariella Rossi
 
Bruno Lucchi è nato nel 1951 a Levico Terme in Trentino, dove vive e lavora.
La mostra è realizzata in collaborazione con:
ANGAMC - Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
ASPART - Associazione Galleristi del Trentino
Ideazione e concept GIORDANO RAFFAELLI (Studio d’Arte Raffaelli)
Direzione artistica MARIELLA ROSSI
Coordinamento CAMILLA NACCI
Con un testo di FIORENZO DEGASPERI
 

 

 

 

 

 

 

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