Home | Rubriche | Cartoline | Cartoline di Bruno Lucchi: Maria Pia Fanna Roncoroni, Treviso

Cartoline di Bruno Lucchi: Maria Pia Fanna Roncoroni, Treviso

Un attaccapanni con due mani molto abili. Un cervello che gira molto a folle. Due occhi allenati ad osservare il visibile e l’invisibile. Un cuore che persiste a fare il cuore

image

È così che si presenta Maria Pia Fanna Roncoroni in uno scritto dal titolo «Autoritratto».

 Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria 
(Fabrizio de André)
 
Talento.
Le donne artista, dei primi decenni del Novecento, erano delle «guerriere».
Tenaci, coraggiose, anticonformiste, inarrestabili contro ogni avversità.
Il loro era un eroismo semplice e straordinario. Prezioso e di assoluto valore.
Erano anni - ricordiamolo - che occorreva combattere e resistere al predominio dell'uomo
nel mondo dell'arte. Lo si poteva fare con l'unica arma in possesso: il talento.
 
Passione.
Ho avuto la fortuna di incontrare, conoscere e avere rapporti di lavoro con due di loro:
Gina Roma e Mariapia Fanna Roncoroni.
Caratterialmente diverse, lontane, agli opposti.
Una cosa sola accomunava Gina e Mariapia: la passione per l'Arte.
È di Mariapia che voglio parlarvi in questa cartolina, perché è in corso,
ai Musei Civici di Treviso, una sua bellissima mostra antologica.
È aperta fino all'otto marzo.
 
Sfida.
Guardata con sospetto nell'ambiente artistico del tempo – che, come ho già detto, non amava avere intrusioni femminili, - Mariapia Roncoroni, fisicamente minuta, raccoglieva quegli sguardi come una sfida che non la intimoriva.
Sapeva di avere le carte in regola per entrare in competizione con gli uomini. L'arte, per lei, era una passione, una necessità.
Una donna, follemente innamorata della bellezza, che ha fatto strada e ha tracciato un segno artistico personale col proprio lavoro e la propria dolcezza.
 
Incontro.
Nel '51 - quando ancora facevo i miei primi vagiti - all'inizio del suo percorso artistico, eccola protagonista della sua prima personale.
Mariapia ha esplorato - rinnovando - disegno, pittura, scultura e mail-art, passando dal figurativo all’astratto fino a giungere all'arte concettuale, utilizzando tecniche, materiali e linguaggi diversi.
Non sta a me fare un saggio critico. L’incontro con lei è stato uno dei più proficui dal punto di vista artistico e dei più felici dal punto di vista umano.
 
Conoscere.
Erano i primi anni Novanta. La Galleria Falchi a Levico Terme, diretta da Graziella, ospitò i suoi lavori: i «LuiLei»; i «Libri muti»; i «Labirinti».
Fu, per me, occasione di «convivere», per tutta la durata della mostra, con le sue opere.
Il modo migliore per conoscere un'artista.
 
L’Adigetto.it.
La mostra «Artista chi sei?» si sviluppa (tanta è la mole dei lavori che Mariapia ha lasciato) in due spazi espositivi.
Il bellissimo Museo Bailo (torneremo in qualche successiva cartolina, per raccontare di Arturo Martini) e la splendida Casa Robegan.
Un intelligente allestimento e un ricco catalogo aiuta il visitatore ad entrare nel fantastico universo della infaticabile Roncoroni.
All’ingresso della mostra ci accoglie un suo scritto. Chiede di esser letto.
È Bello. Mi rappresenta molto. Credo che Mariapia non se la prenderà se, per gli amici de L’adigetto.it, oggi lo farò mio.
 
Artista chi sei?
«All’inizio del mio percorso la società era impreparata ad accogliere una donna artista, e io pure non sapevo che passi fare per entrare nel mondo dell’arte.
Sì, ma la vita non è forse un continuo Luna Park, con le sue montagne russe, i suoi tunnel degli orrori, i suoi specchi deformanti, i suoi tiri al bersaglio? L’artista, nel fare arte, riflette la propria vita con i suoi continui trabocchetti in questo labirintico Luna Park.
Per me fare arte è vivere, il mestiere dell’arte mi è sempre stato congeniale, connaturato.
Ho lavorato molto con la coscienza dell’artigiano, l’ansia di sperimentare dello scienziato e il tormento dell’artista. Bastava essere in studio e avere in mano un po’ di terra, qualcuno degli strumenti del mestiere, per sentirmi nel mio elemento naturale.
Per me non c’è mai stata scelta, ho seguito un processo naturale e necessario, la natura mi è sempre stata maestra.
Tra ribellione e ricerca di bellezza ho vissuto e lavorato e, davanti al mio atelier, la scritta «Artista chi sei?» resta senza risposta.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bruno Lucchi
Via Marconi,87 - 38056 Levico Terme – Trento
info@brunolucchi.it
+39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737
www.brunolucchi.it
https://www.facebook.com/Bruno-Lucchi-1758717671122775/
https://www.instagram.com/lucchibruno/
Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande