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Vino e arte ambasciatori d'Italia – Di Giuseppe Casagrande

Vittorio Sgarbi: «Assieme alla moda, al design e all'enogastronomia, l'arte e il vino sono la sintesi perfetta del genio italico: storia, bellezza, tradizioni»

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Trento, il ciclo dei mesi alla Torre dell'Aquila al Castello del Buonconsiglio.
 
Quali sono gli ambasciatori simbolo del Bel Paese e del genio italico nel mondo? In primo luogo l'arte, quindi la moda, il design e non ultimo l'enogastronomia.
È la riflessione di due tra i più famosi critici d'arte a livello internazionale, Vittorio Sgarbi e Cristiana Perrella, intervistati da Wine News.
A parer loro le meraviglie dell’arte italiana, incomparabili e incommensurabili, trovano analoga esaltazione nei luoghi dove nascono i gioielli della nostra produzione vitivinicola.
 
Il vino e l’arte sono la sintesi perfetta della storia, della cultura e delle tradizioni del nostro Paese.
Non sono solo l'immagine della bellezza italiana, ma un patrimonio universale dell’Umanità tutelato dall'Unesco e di cui l’Italia detiene il primato mondiale. Lo testimoniano i territori legati alla tradizione agricola e vitivinicola del Belpaese.
«Il compito nostro – tuona Sgarbi – è quello di proteggere questi luoghi e conservarli come facciamo con le nostre opere d’arte più preziose. Perché lo sviluppo del nostro Paese passa necessariamente dalla cultura, ma anche dall’ambiente: questa è, da sempre, la sostenibilità italiana.»
 

 
«Vino e arte, insieme alla bellezza del territorio italiano hanno portato al riconoscimento da parte dell'Unesco delle colline vitate del Prosecco, delle Langhe, del Roero e del Monferrato molto prima di Giotto, – sottolinea Sgarbi. – Molto dobbiamo alla figura del fondatore di Slow Food, Carlin Petrini, che ha contribuito a sottoporre a vincolo Unesco un bene agricolo simbolo di un mondo contadino che un tempo era in contrasto con quello della cultura.
«Oggi questi due mondi convivono in armonia. La loro connessione è stata stabilita e celebrata dall’Unesco, ma anche da personalità che hanno capito che cultura ed agricoltura possono andare insieme.
«Il legame del Sagrantino con Benozzo Gozzoli e quello del Prosecco con Giotto sono il simbolo di territori fertili sia sul piano della creazione artistica che di prodotti materiali, l’una e gli altri fondamentali per la nostra vita.
«Nei quali dobbiamo continuare a fare quello che la tradizione indica, conservando e recuperando il nostro patrimonio artistico e culturale, e non deturpandolo.»
 
Apparentemente immediati e semplicemente belli al primo sguardo, un vino come un’opera d’arte sono immagini forti di una sintesi di tanti riferimenti, idee, storie e tradizioni che tengono insieme l'aspetto aulico e quello popolare.
«Come delle icone – aggiunge Cristiana Perrella – l’uno e l’altra rappresentano simbolicamente significati complessi sotto una forma che è chiara a tutti.
«Una forma che li vede anche uniti in un binomio che in Italia si esprime in maniera attraverso diversi linguaggi, dalle cantine d’autore alle etichette firmate dagli artisti, fino alle residenze d’artista tra i vigneti.
«È la dimostrazione che possono dialogare non solo benissimo, ma produrre anche idee innovative per entrambi i loro mondi.
«Il vino può veicolare anche all’estero la nostra arte, grazie alla sua capacità di penetrazione sui mercati ed alla sua eccellenza universalmente riconosciuta, tanto che potrebbe diventare l’ambasciatore dell’arte italiana nel mondo.
«In Italia lo sviluppo passa necessariamente dalla cultura e dall’ambiente, non credo possa essere altrimenti se vogliamo che sia sostenibile.»
Parole sante.

In alto i calici. Prosit.
Giuseppe Casagrande – g.casagrande@ladigetto.it

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