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La disfida della «carbonara» – Di Giuseppe Casagrande

I romagnoli sostengono: nacque al «Des Bains» di Riccione nel 1944 per festeggiare lo sfondamento della Linea Gotica. Gli ingredienti: uova, formaggio, bacon e pepe

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Il mitico chef bolognese Renato Gualandi, 90 anni, «re della Carbonara».
 
È uno dei simboli della cucina romana, apprezzata e replicata in tutto il mondo.
Ma siamo proprio sicuri che sia nata a Roma o, comunque nel Lazio? E perché no a Napoli o in Umbria o in Emilia Romagna?
La storia degli spaghetti alla carbonara è tra le più avvincenti e misteriose della cucina italiana. L’ipotesi più accreditata mette in relazione la nascita degli spaghetti alla carbonara con l’arrivo nel Lazio delle truppe angloamericane durante la seconda guerra mondiale.

Nei manuali di cucina romana non c’è traccia della carbonara fino al 1944, è quindi probabile che la preparazione sia iniziata solo con l’arrivo del bacon, uno degli ingredienti più familiari e facilmente reperibili per i soldati, insieme a uova e spaghetti.

Secondo un’altra scuola di pensiero il piatto fu creato dai carbonai umbri (in dialetto carbonari), che avrebbero poi passato la ricetta ai romani nel corso del 1800.
Una terza teoria tira in ballo invece una possibile origine napoletana, a causa della somiglianza degli spaghetti alla carbonara con una ricetta pubblicata da Ippolito Cavalcanti in un manuale del 1837.
L’uso dell’uovo a fine cottura è inoltre tipico di altri primi napoletani, come la pasta con le zucchine o quella con i piselli.
 

 
 La carbonara del mitico chef del «Des Bains» di Riccione, Renato Gualandi  
In Emilia Romagna non hanno dubbi: la paternità della carbonara spetta a Riccione.
Nel 1944, per festeggiare lo sfondamento della Linea Gotica, i generali alleati chiesero allo chef Renato Gualandi di cucinare la cena della vittoria, consegnandogli delle derrate, ovvero uova in polvere, formaggio, pasta e bacon.
Una spolverata di pepe, ed ecco in tavola la prima carbonara della storia, nata precisamente al Grand Hotel Des Bains.
Attilio Cenni, l’attuale direttore dell’hotel, non solo lo ricorda, ma ha anche lanciato un guanto di sfida a tutta Italia, in particolare ai laziali.
«Chiunque mi porterà le prove documentali e verificabili di una ricetta analoga creata prima del 18 settembre 1944 potrà alloggiare nel mio albergo per un anno intero, gratuitamente.»
 

 
 Venti di guerra e carbonara: la sfida dei bagnini di Riccione, Rimini e Cattolica  
La battaglia culinaria «Venti di Guerra e Carbonara» si è «combattuta» nei giorni scorsi con una gara dedicata alla migliore carbonara tra le figure simbolo della costa adriatica: i bagnini di Riccione, Cattolica e Rimini, le tre città che si trovavano sulla Linea Gotica.
L'evento è stato coordinato da Fausto Ravaglia del Marano Beach, il più celebre bagnino romagnolo, e Marco Parlanti, lo chef allievo di Renato Gualandi.
Il tutto sullo sfondo della «Perla Verde» dell’Adriatico, invasa da decine di mezzi della Seconda Guerra Mondiale, soldati alleati e della Wehrmacht.
La supersfida ha decretato il trionfo di Cesarino Romani, bagnino di Cattolica, che ha realizzato la migliore versione dell’iconica ricetta italiana.
 

 
 Cesarino Romani, bagnino di Cattolica, incoronato «re» della carbonara  
Gli «schieramenti» arruolati per preparare la migliore carbonara, hanno proposto una versione sottoposta al giudizio di una giuria composta dalla lady chef Luciana Pozzuto, vincitrice dell’edizione 2021, dai giornalisti e gastronomi Maurizio Catossi, Loris Fantini, Giancarlo Roversi e Giorgio Rinaldi.
Incoronato "re" della carbonara, Cesarino Romani resterà in carica fino al 2023, quando sarà eletto il successore: già fervono i preparativi per la prossima edizione.
Tra le novità, la presenza di chef provenienti dalle nazioni coinvolte negli eventi del settembre 1944 a Riccione, quindi la Polonia, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e anche la Germania.
Con gli spaghetti alla carbonara di Riccione che diventano così il simbolo di un’unità ritrovata e dell’amicizia tra i popoli.
 
E lo fanno con una rievocazione storica in piena regola per celebrare l’invenzione della carbonara, con un evento, patrocinato dal Comune di Riccione, e promosso dall’Adriatic Veterans Car Club e dall’Automotoclub Storico Italiano, che hanno assicurato un dispiegamento di mezzi del tutto eccezionale.
A Viale Ceccarini, annunciati dalle cornamuse di una band scozzese - così come usava fare l’esercito britannico - hanno sfilato jeep, autoblindi, Kubelwagen, Schwimmwagen, la Fiat 508 coloniale, perfino una Fiat mimetica con a bordo due partigiani.

Un centinaio di figuranti ha popolato le strade, indossato le divise appartenenti a entrambi i fronti, senza dimenticare frati ed infermiere.
Durante l’evento hanno risuonato anche le note di «God Save the Queen», per rendere omaggio alla Regina Elisabetta recentemente scomparsa.
Ma la «dichiarazione di guerra» non è finita qui: incoronato il vincitore, il Des Bains ospiterà per un anno chi sarà in grado di dimostrare, documenti alla mano, un’origine alternativa per la carbonara.
Riuscirà Riccione a mantenere il suo storico ed affascinante primato?

Giuseppe Casagrande – g.casagrande@ladigetto.it

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