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L’autonomia del Trentino oggi – Di Mauro Marcantoni – 18

La metamorfosi della classe dirigente trentina

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Accanto al sostanziale cambio di mentalità riguardo al ruolo e alle prerogative della Provincia autonoma di Bolzano e delle sue anime identitarie e linguistiche, la classe dirigente trentina fu chiamata anche a una profonda revisione sul come autopercepirsi, non più concentrato sulla totalizzante gestione dell’ente regionale, ma sulla neocostituita Provincia autonoma di Trento.
 
Bruno Kessler, nel corso di un Consiglio provinciale del 1973, sottolineò l’importanza di un’assunzione di responsabilità nella gestione della nuova autonomia.
La responsabilità di cui parlava era anzitutto quella della classe politica ma anche, più in generale, quella della società civile.
Per il Trentino, infatti, si trattava di ridefinire e affermare una propria specifica identità, non più vincolata alla questione sudtirolese, ma orientata alla impegnativa e complicata scommessa sul proprio sviluppo.
 
Rimaneva, ovviamente, il compito di gestire la Regione, ma diventava ogni anno di più un luogo residuale, utilizzato per accontentare chi si sentiva torteggiato dal modo in cui si formavano i Governi provinciali, anziché un soggetto dotato di funzioni proprie o vocato ad affrontare questioni di comune interesse.

Rielaborazione giornalistica dei contenuti del volume di Mauro Marcantoni STORIA, della Collana Abitare l’Autonomia - IASA Edizioni, Trento.
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