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Storie di donne, letteratura di genere/ 358 – Di Luciana Grillo

Patrizia Zappa Mulas: «Franca, un’incompresa di successo» – Franca Valeri la conoscono tutti, ma chi sia davvero non lo sa quasi nessuno

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Titolo: Franca. Un'incompresa di successo
Autrice: Patrizia Zappa Mulas
 
Editore: SEM 2020
Genere: Biografie
 
Pagine: 156, Brossura
Prezzo di copertina: € 15
 
Pensavo di leggere una biografia, interessante sicuramente, invece ho letto con avidità il ritratto a tutto tondo di una donna straordinaria, scritto da una sua collega, una confidente discreta, soprattutto un’amica, con cui Franca Valeri ha condiviso esperienze teatrali, viaggi, soste negli autogrill, amore per i cani.
Conosciamo Franca quando ancora il suo era il cognome ebreo Norsa, incontriamo una bimba che ama leggere, si avvicina alla lirica e alla poesia, ha una mamma intelligente e comprensiva – Cecilia – e un papà che non l’avrebbe voluta attrice, salvo poi convincersi.
C’è il fratello Giulio che occupa un posto importante nella vita di Franca, in particolare quando, dopo l’emanazione delle leggi razziali, si ritrovarono soli, lontani dagli amici più cari.
La famiglia, costretta a una lunga e drammatica separazione, si smembra: «gli anni che avrebbe impiegato a laurearsi Franca li passa ad aspettare notizie del padre e del fratello che non arrivano mai - non li rivedrà fino al 1945. E invece di farsi distruggere continua a studiare… La sua giovinezza è funestata dalla storia e illuminata dalla lettura».
 
Nell’immediato dopoguerra, Franca, scelto un cognome che sa di poesia e di Francia (Valery), comincia a muoversi nel mondo dello spettacolo, insieme con Caprioli, Salce e Bonucci: questo quartetto sarà il «Teatro dei Gobbi» che troverà la sua consacrazione a Parigi soltanto quando ai tre attori si aggiungerà finalmente Franca, che intanto si fa conoscere con la Signorina Snob, caratterizzata da una «iperattività mondana», nelle cui storie si alternano «osservazioni acute e demenza riccona, esprit e ottusità, escursioni internazionali e provincialismo», seguita negli anni successivi da Cesira, sempre «respinta dall’uomo che punta… è un tipo femminile nuovo nella società italiana, la ragazza che ha conquistato la propria indipendenza ed è in cerca d’amore. Una signorina infelice ma vispissima… la Cesira che non riesce a sposarsi non è una zitella, è già una single» e dalla sora Cecioni, «personificazione dell’antisnobismo assoluto ma non per questo meno polemica e tagliente…incarnazione della pigrizia romana e del cattivo gusto dilagante».
 
Queste donne sono figure indimenticabili, a cui Franca dona spessore umano, cuore, vizi e virtù.
Franca non si è fermata davanti a nulla, a piazzale Loreto ha visto i corpi a testa in giù, in teatro si è cimentata con opere di Beckett, Genet e Ionesco, si è lasciata intenerire dalla Piaf, ha frequentato intellettuali del calibro di Flaiano, Pasolini, Brancati, La Capria, Arbasino, Gadda, ha scritto e interpretato film di successo guidata da grandi registi come Risi e Patroni Griffi e insieme ad attori notissimi (Loren, Pica, Sordi, Vallone, Peppino De Filippo, De Sica e tanti altri), è stata la protagonista del sabato sera quando la Rai «cerca di aggiornare una società arretrata e i comici come Franca servono a tradurre contenuti complessi in una forma accessibile a tutti, in un linguaggio acuto e magari perfido ma senza traccia di volgarità», è stata regista di opere liriche e promotrice di Concorsi.
 
E tutto ciò sempre con una sottile reticenza, che è un modo tutto suo di essere riservata e discreta: «Si difende sorvolando, minimizzando, aggirando le intrusioni con il silenzio. È l’understatement la chiave della sua ironia e del gusto comico per il paradosso.»
Zappa Mulas ricorda i compagni di vita di Franca, Vittorio e Maurizio; descrive con delicatezza atteggiamenti e sentimenti; si sorprende quando si accorge che gli scritti di Franca sono impilati in un armadio e non ancora pubblicati; individua in Franca «una testimone del secondo Novecento che ha descritto per settant’anni interni domestici sventrati dall’astrusità del vivere e una carrellata di donne stordite, stravolte o semplicemente crudeli che scalano il quotidiano con ferma tenacia senza arrendersi mai».
 
Questo, e tanto altro ancora, è stata ed è Franca Valeri, «vissuta un secolo e una settimana. Giusto in tempo per riprendere fiato dopo i ringraziamenti. Un’uscita di scena grandiosa, degna di lei» - Quel 31 luglio 2020 Franca - «ha recitato la sua ultima commedia… si è allontanata. Si è rifugiata nel suo silenzio. Dove sta bene. Ma la sua voce resta, e restano le sue parole».

Luciana Grillo – l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)

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