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Storie di donne, letteratura di genere/ 367 – Di Luciana Grillo

Rita Grisenti, Sassi sul bordo delle aiuole – Scritto con attenzione e rigore, questo romanzo sa far entrare negli occhi e nei cuori dei lettori

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Titolo: Sassi sul bordo delle aiuole. Intrecci di vita: storie
            tra incoscienza e coraggio

 
Autrice: Rita Grisenti
Editore: Curcu & Genovese Ass. 2020
 
Pagine: 336, Brossura
Prezzo di copertina: € 18
 
Leggere questo romanzo è tornare indietro nel tempo, all’inizio del secolo scorso, nel piccolo paese montano di San Piero, è conoscere due famiglie semplici e numerose, dominata la prima da una madre vedova, severa e rigida - Lina - e la seconda, apparentemente più fortunata, perché la madre - Norma - era impiegata alle Poste e quindi godeva di uno stipendio sicuro.
Il posto di responsabile nell’ufficio, proprio nel paese di suo marito Matteo, la convince a trasferire la famiglia a San Piero.
Poi, un evento imprevisto e imprevedibile obbliga Norma a lasciare il suo lavoro con un’accusa tanto infamante quanto ingiusta: da questo momento il marito Matteo viene in qualche modo abbandonato al suo destino, e dunque sempre più lontano da casa e più vicino ai compagni di osteria, e i figli devono cominciare a sbrigarsela da soli, perché «nelle famiglie contadine non c’erano né tempo né voglia per confidenze, né attenzione per disagi generazionali».
 
Anche i figli di Lina non hanno vita facile: tre emigrano nella lontana America in cerca di fortuna, due vengono mandati in seminario.
Lina, chiusa in una solitudine ostinata e senza conforto, si augura che almeno questi due ragazzi, Roberto e Luciano, siano «destinati da sempre a rimanere».
Ma Roberto viene mandato via dal Seminario, monsignor Sciortino gli dice senza indugi: «Non sei adatto alla vita di Seminario. Non hai né il temperamento, né la forza di volontà per percorrere il meraviglioso ma difficile cammino del sacerdozio e impegnarti a donare la tua vita agli altri. Non hai alcuna vocazione».
Così Roberto torna a casa sconfitto, avrebbe dovuto smettere di studiare, ma «poteva e voleva delegare tutto a sua madre, donna forte, senza debolezze».
 
Per Roberto e per Veronica, figlia di Norma, c’è il lavoro ad attenderli, e per ciascuno di loro un primo amore devastante, una delusione cocente, un dolore profondo.
Incontrandosi per caso sulla via del ritorno in paese, cominciano a raccontarsi le loro storie, a ritrovarsi in montagna e, inaspettatamente, nasce l’amore.
La vicenda si complica, una gravidanza non voluta mette a confronto le due famiglie che decidono, senza indulgenza e senza possibilità di accordi, per una separazione definitiva dei ragazzi.
Veronica sarà ospitata dai nonni materni, per Roberto si apre la via dell’emigrazione, in Europa, però.
 
La piccola storia di due giovani innamorati si incardina nella grande storia, si afferma il fascismo, scoppia la seconda guerra mondiale, Veronica incontra violenza e ingiustificate accuse quando a Bologna lavora per mantenere la sua bambina. E seguendo un percorso che le sembra deciso da altri, finisce in una casa chiusa.
Roberto in Francia è apprezzato per le sue capacità, passa da un lavoro all’altro, impara il francese, si forma una famiglia, ha tre figli…e qualche volta pensa a quella bimba lontana che non ha conosciuto e che non porta il suo cognome.
 
Ma la vita gioca strani scherzi, con la morte di Lina, al cui funerale Roberto sente di non poter andare, e quella tragica di Norma, con la rimpatriata festosa dei figli e nipoti di Lina che per la prima volta tornano in Italia e l’incontro di Karim e Agata, il cerchio sembra chiudersi, ma non c’è un lieto fine, ancora dolore e solitudine per l’anziano Roberto, mentre una carriera brillante attende sua figlia Agata.
 
Scritto con attenzione e rigore, questo romanzo sa sciogliere la matassa di fili incrociati e sa con realismo vivace far entrare negli occhi e nei cuori di noi lettrici e lettori persone e fatti dei quali comprendiamo i sentimenti e condividiamo (alcune) scelte.
 
Luciana Grillo – l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)

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