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Storie di donne, letteratura di genere/ 462 – Di Luciana Grillo

Sara Rattaro: «Un uso qualunque di te. Dieci anni dopo» – Un romanzo sorprendente, denso di emozioni e sentimenti

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Titolo: Un uso qualunque di te. Dieci anni dopo
Autrice: Sara Rattaro
 
Editore: Sperling & Kupfer, 2022
Genere: Narrativa italiana contemporanea
 
Pagine: 292, Rilegato
Prezzo di copertina: € 16,90

Ho conosciuto Sara Rattaro, l’ho presentata al Trentino Book Festival, abbiamo cenato insieme e parlato a lungo… Eppure ogni romanzo mi sorprende, ha sempre temi da sviluppare e problematiche da affrontare.
I suoi personaggi sono reali, a volte i loro pensieri sono i miei; a volte parlo con loro e mi chiedo il perché di certe scelte e di certi comportamenti.
Questo romanzo è stato pubblicato dieci anni fa, ha riscosso un ottimo successo, ma per Sara era rimasto per così dire «incompiuto», c’era altro da aggiungere, c’erano vite che avevano il diritto di continuare a vivere.
 
E dunque, Sara ha aggiunto ciò che voleva o doveva scrivere: ha ripreso in mano la storia di Viola, dal punto di vista di Carlo; ha seguito – e noi con lei – la crescita di Luce, il lavoro sempre intenso di Carlo, il loro viaggio in Marocco, l’elenco dei farmaci che Luce avrebbe dovuto assumere per tutta la vita, quel dolore profondo che accompagna Carlo, che «si manifesta all’improvviso e puoi solo aspettare che scompaia da sé. Non ci sono soluzioni né risposte. Bisogna fare un respiro profondo e aspettare… Io sto male ora, e sto male perché tu non ci sei più. Non è colpa di nessuno e non esiste un modo giusto per amare qualcuno, soprattutto se questo ti dà, comunque, più di quanto ti toglie».
 
Tutto continua, come se non fosse successo nulla, in apparenza, ma con il cuore devastato, con il conforto dei dialoghi – che poi sono monologhi – davanti alla lapide… Finché Carlo non si convince che «eri diventata una moglie di cui avevo tanti ricordi da conservare, un amore di quelli che, se sei fortunato, incontri una sola volta nella vita. Ma ora tu non esistevi più. Io sì».
E la figura di Viola diventa sbiadita, trasparente, dai tratti sfumati… e la vita ricomincia, come per incanto; c’è Marion, l’anziana signora con cui Carlo riesce a parlare di tutto, e c’è Beatrice, e c’è Luce che, la mattina di Natale, gli dice: «È bello vederti così… perché fai finta di non essere poi tanto felice».

Per questo romanzo così denso di emozioni e sentimenti, la recensione può essere breve: ogni altra parola potrebbe risultare inutile.

Luciana Grillo - l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)


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