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Storie di donne, letteratura di genere/ 464 – Di Luciana Grillo

Farian Sabahi e Shirin Ebadi, «Noi donne di Teheran» – Un testo che va letto per capire le donne che vivono in un Paese dove «i diritti sono un percorso a ostacoli»

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Titolo: Noi donne di Teheran
Autrice: Farian Sabahi
Autrice: Shirin Ebadi

Editore: Jouvence, 2022

 
Pagine: 144, Brossura
Prezzo di copertina: € 12
 
Ogni giorno ascoltiamo notizie terrificanti dall’Iran: donne imprigionate, violentate, uccise soltanto perché una ciocca di capelli spunta dal velo, o perché protestano contro le proibizioni e le limitazioni alla loro libertà.
Il racconto sulla vita delle donne iraniane, pubblicato la prima volta nel 2014, e ora ripubblicato con l’aggiunta di un’intervista di Farian Sabahi all’avvocata Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace 2003, descrive la difficoltà di vivere in un Paese dove le donne avevano conquistato libertà e riconoscimenti, oggi rimessi in discussione.
Se oggi alcune vengono uccise, molte altre escono in strada a protestare, insieme a giovani uomini, rivendicando il diritto alla libertà di scegliere che sempre più insistentemente è negato agli uomini e alle donne.
 
Con un ritmo incalzante, Sabahi apre uno spiraglio a «voi che, nonostante i venti di guerra, avete deciso di avventurarvi in Iran… Quando parti dimentichi qualcosa? Non importa: è segno che tornerai».
E descrive la capitale e le affinità con il sud italiano, come il darsi del voi, il salutare con rispetto gli anziani, l’accogliere gli ospiti con calore… Riflette su Teheran che secondo lei non è una bella città, perché ci sono palazzi non completati, venuti su come funghi per sostituire le case a due o tre piani con grattacieli e cita un vecchio proverbio: «L’odore dei soldi sposta anche il corso dei fiumi».
Non è bella, dunque, Teheran, ma è una città che seduce con le sue torri e con i suoi colori, il bianco delle torri e il turchese della pietra locale, di cui scrissero Plinio e Marco Polo, con il Cilindro di Ciro, «prima dichiarazione universale dei diritti umani…primo tentativo di amministrare una società, uno stato, con persone di nazionalità e fedi diverse».
 
 Sabahi per sommi capi racconta la storia millenaria del suo Paese, dalla figlia dell’ultimo imperatore sassanide, Yazdagerd III – Bibi Shahr Banu – a cui è dedicato un mausoleo, all’Imam Ali, «fedele a Maometto, abile guerriero»; sostiene che «l’Iran è un mosaico. Di genti. Etnie, lingue, religioni», di eresie e superstizioni, di moschee e minareti, di Oriente e Occidente… ci fa conoscere la vicenda del Pesciolino nero, raccontata a tutti i bambini di Teheran: un pesciolino rivoluzionario che dice: «La morte potrebbe abbattersi su di me con facilità. Ma finché vivo non è giusto che mi preoccupi della morte».
E poi, si sofferma sulle donne che «non sempre stanno ai fornelli. Fanno tante cose diverse. Studiano, lavorano, giocano… praticano sport fin dai tempi dello Scià… sciare ci dà un gran senso di libertà… ci piace andare in bicicletta, anche se possiamo pedalare soltanto in alcuni parchi, non per le vie della nostra città… siamo state contagiate dalla febbre del calcio… ma quando giocano loro, i maschi, noi donne non possiamo entrare allo stadio. Ogni tanto – però – riusciamo a raggirare gli ostacoli!»
 
Sono coraggiose, indomite, e studiano perché sanno che «l’istruzione è il punto di partenza dell’emancipazione femminile».
Sabahi cita le scrittrici catalogate dal Ministero e ricorda la decana, Simin Daneshvar, morta nel 2012, elenca le avvocate, le musiciste, le giornaliste, le poetesse, le registe, insomma un mondo che ha le capacità e le competenze, ma non può manifestarle… non tutte le donne, però, perché «chi appartiene all’alta borghesia ha i suoi escamotage per aggirare gli ostacoli».
Non posso continuare a recensire un testo che va letto per intero, con attenzione e rispetto, per capire le donne che vivono in un Paese dove «i diritti sono un percorso a ostacoli».
Posso però ringraziare l’autrice italo-iraniana e augurare alle donne e agli uomini iraniani un futuro migliore.

Luciana Grillo – l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)


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