Home | Rubriche | Letteratura di genere | Storie di donne, letteratura di genere/ 51 – Di Luciana Grillo

Storie di donne, letteratura di genere/ 51 – Di Luciana Grillo

Ippolita Avalli, «Mi manchi»: Una storia che potrebbe essere di ciascuna di noi

image

Titolo: Mi manchi
Autrice: Avalli Ippolita 
 
Editore: Feltrinelli 2008
Collana: Voci al femminile
 
Nota: disponibile eBook
Prezzo di copertina: € 16

Ippolita Avalli è una giornalista della carta stampata che si occupa di condizione femminile e di società: dei suoi romanzi quello che mi sembra sempre più legato ai nostri anni e alle nostre vite è «Mi manchi», una storia che potrebbe essere anche quella di ciascuno di noi che tra gli anni ’70 e la fine del secolo scorso è cresciuto, maturato, diventato adulto, passato dal ruolo di figlio, magari contestatore dei genitori e del mondo intero, a quello di genitore che si trova ad essere incredibilmente simile ai propri genitori.
Dunque, il romanzo ha come protagonista Vera, la figlia-mamma single e Gabriele, il figlio diciottenne che durante le vacanze estive va a Londra per imparare l’inglese.
E perché non si trovi con altri ragazzi italiani, con i quali non avrebbe fatto altro che parlare in italiano, viene ospitato da una famiglia inglese, da una gelida «madre» – Peggy – che sembra interessarsi soltanto del the e del giardino, che sembra prendere le distanze dalla mamma-chioccia che arriva dall’Italia trafelata e agitata!
Vera pensa di aver fatto la scelta migliore mandando suo figlio a Londra, ma Gabriele improvvisamente fa perdere le sue tracce in una città che appare improvvisamente labirintica, e Vera, avvisata dalla «madre» inglese, vola a Londra: il viaggio diventa per lei una sorta di viaggio all’interno di sé, una ricerca affannosa degli errori commessi come madre (il senso di colpa per le donne è quasi una vocazione insopprimibile!), una indagine drammatica e confusa sul suo rapporto con Gabriele che, come lei a diciotto anni, vuole essere libero, anche di sbagliare.
 
Sulla scena si affollano gli uomini che Vera ha amato, o creduto di amare, Omar e Giulio; la madre che l’ha abbandonata alla nascita e l’ha in qualche modo costretta a sentirsi rifiutata:
«…la mia vera madre mi ha abbandonato subito dopo avermi messo al mondo.
Non ha voluto essere nominata…il suo rifiuto ha segnato la mia esistenza, nel bene e nel male…»
Né le cose sono andate meglio con il padre adottivo, con cui si è scontrata più volte…
«Non ti ho mai raccontato la guerra tra mio padre e me – fra tua madre e tuo nonno…»
E poi c’è Gabriele, che è la ragione della sua vita, per il quale vuole essere madre e padre: ma chi insegna ad una madre a fare la madre? 
«Chi può salvare una mamma dalle sue paure?»
Gabriele è grande, «quale dev’essere il mio atteggiamento nei tuoi confronti?...da tempo mi dico che non posso vivere di paure, devo lasciarti diventare grande…
«Ti ho cresciuto da sola.
Ho fatto di te il mio amore… Sto dalla tua parte anche quando sbagli, e ti perdono sempre…
Noi mamme siamo destinate al silenzio, condannate allo scacco…»
 
Leggere queste pagine è come vedere dall’esterno i propri pensieri, è come guardarsi allo specchio e vedersi senza alcun filtro, senza alibi.
Tutte le mamme, io credo, anche se con un passato di rivoluzionaria o di femminista militante, cercano di individuare le mancanze e le colpe commesse nei confronti dei figli, vogliono comunque sorreggerli, aiutarli: Vera ha paura che il suo cucciolo si faccia male, «ti sostengo sempre, anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
Anche se non vuoi.
…ho paura a farti misurare con le difficoltà, a lasciarti camminare con le tue gambe.
Sono la tua infanzia, Gabriele, il tuo passato.
Sono tua madre…Chiudimi pure in un cassetto.
Lasciami sulla soglia della tua vita di adulto.
Ma fatti trovare
 
La storia si conclude bene, Gabriele si fa trovare e la vita ricomincia, con la consapevolezza che un figlio non è di proprietà della mamma, ma è una persona, con il suo carattere, le sue esigenze, la sua sensibilità.
Come dice un proverbio tibetano, «ai figli si possono dare soltanto due cose: radici salde e ali per volare».
Questo Vera lo sa, lo ha imparato da adolescente, lo ha capito da adulta, ma chi dice che ragione e sentimento possono coincidere?
 
Luciana Grillo
(Precedenti)

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande