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Storie di donne, letteratura di genere/ 69 – Di Luciana Grillo

Simona Sparaco: «Se chiudo gli occhi» – Il titolo è esemplare: invita a chiudere gli occhi, a lasciarsi andare e scoprire un'altra dimensione che profuma di libertà

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Titolo: Se chiudo gli occhi
Autrice: Sparaco Simona
 
Editore: Giunti Editore 2014
Pagine: 272, rilegato
 
Note: Disponibile eBook
Prezzo di copertina: € 16
 
Il titolo di questo romanzo è esemplare: invita a chiudere gli occhi, a lasciarsi andare, ad abbandonare una realtà limitante, a scoprire una dimensione «altra» che sa di libertà, di rinascita, di vita nuova.
In primo luogo va detto che la Sparaco, da brava ed esperta sceneggiatrice, ha la capacità di descrivere luoghi persone e situazioni con grande chiarezza, quasi facendoceli vedere, servendosi abilmente di una lingua controllata ed efficace.
La protagonista del romanzo è Viola, una giovane donna che sembra essersi costruita una vita assolutamente normale, direi grigia, forse per dimenticare l’anormalità che l’ha condizionata, fin da bambina: un padre/artista di fama, perennemente in fuga, una madre ferita dall’abbandono ed incapace di perdono.
Viola, sempre aspirando alla normalità, ha sposato Paolo, un bravo ragazzo normale (e l’amore?), ha avuto una bella bambina, ha trovato un lavoro stabile, anche se molto diverso da quello che avrebbe voluto fare.
Le sarebbe piaciuto scrivere, ricostruire le tante storie impregnate di magia che le raccontava il papà quando era bambina…
 
Poi, all’improvviso, un lampo squarcia il grigiore: ricompare il padre, bello e maledetto, che la invita a fare un breve viaggio perché c’è qualcosa che lui vuole assolutamente dirle e che lei deve assolutamente sapere.
Naturalmente la mamma e il marito non approvano la decisione di Viola, ma ormai tutto è deciso e il viaggio inizia: padre e figlia vanno alla ricerca delle radici, mentre la neve scende copiosa.
«I giorni che ci attendevano oltre il cruscotto stavano per precipitarci addosso come una frana in alta montagna, e avrebbero spazzato via tutto…»
Intanto, il padre racconta, in un affastellarsi di nomi cose luoghi ricordi, la sua infanzia, il rapporto difficile con sua madre Clara, la presenza della nonna Antina, e Nora, e Pauline, il grande amore della sua vita: «Ho amato per tutta la vita una donna soltanto – mi confessò. E quella donna non era tua madre.
«Non sapevo come reagire a quella resa improvvisa.
«La rabbia, il desiderio struggente, il bisogno di spiegazioni, tutto ciò che avevo provato non mi aveva preparato a quel momento.
«Ingranai la marcia e spinsi sull’acceleratore.»
 
Dunque, il viaggio non è solo un insieme di chilometri percorsi, di regioni attraversate, di caselli e autogrill, ma un cammino interiore, una ricerca che affonda nel passato, uno scavo doloroso.
L’ Eremo delle rose li accoglie, Tomer – il cacciatore della luce – li ospita e le vite di Oliviero e di Viola si incastrano, si scontrano, si sovrappongono.
Il ritorno a casa vede una Viola diversa, che in qualche modo cerca di apprezzare le premure di Paolo, ben sapendo che nulla sarà più come prima.
E mentre Nora appare e scompare, avvolta in un alone di magia che ci riporta alle storie di un tempo, ai miti, alle Sibille, Viola si apre al perdono e si riconcilia con la vita quando ha finalmente il coraggio di scegliere.
 
Luciana Grillo
(Precedenti)

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