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Storie di donne, letteratura di genere/ 78 – Di Luciana Grillo

Martina Dei Cas, Il quaderno del destino – «Un piccolo esercito di bambini senza più sogni» dai quali pretendeva «l’obbedienza alla gerarchia prima di tutto»

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Titolo: Il quaderno del destino
Autrice: Dei Cas Martina
 
Editore: Prospettiva Editrice 2015
Collana: Lettere
 
Pagine: 149, copertina flessibile
Prezzo di copertina: € 12,00
 
Il quaderno del destino è un breve romanzo ambientato in un Nicaragua inquieto, in cui bande di delinquenti privi di scrupoli si scontrano per conquistare potere e ricchezza.
Al centro della storia che si sviluppa fra colpi di scena, fughe avventurose, cooptazione di bambini di strada, adulti talvolta deboli e rinunciatari, penosamente indifferenti, impotenti e incapaci di esprimere sdegno e coraggio quando assistono a scene di inaudita violenza, (come il veterinario don Tiburcio, che «aveva un nodo allo stomaco…avrebbe voluto aiutare quel bambino…avrebbe voluto trovare il coraggio di scegliere da che parte stare…così si limitò ad accendere la radio, per non sentire.») troviamo due ragazzini – Joaquin e Thalia – che sembrano destinati ad entrare nel mondo cupo del Diablo, il potente e tenebroso boss della mala locale, privati della possibilità di crescere in un ambiente sano, lontani anni luce da una normalità che dovrebbe essere un diritto per tutti i ragazzi del mondo.
 
Il minaccioso Diablo disponeva di «un piccolo esercito di bambini senza più sogni…» ai quali ripeteva ossessivamente «L’obbedienza alla gerarchia prima di tutto».
Per fortuna Martina Dei Cas, la giovane autrice, reduce da un’esperienza di volontariato proprio in Nicaragua, inserisce in questo contesto crudele e cencioso anche adulti saggi e generosi, come Brenda, la matura signora che «adotta» i due ragazzini e, in particolare a Joaquin, permette di diventare un giovane uomo consapevole, colto, coraggioso e leale.
Martina Dei Cas, che ha già al suo attivo un altro romanzo, alcuni racconti e vari premi, mescola all’italiano corretto e scorrevole di cui si serve abilmente anche parole ispaniche, che in qualche modo rendono più vive e reali le vicende che ci presenta.
Brenda chiama teneramente «chiguines» i suoi ragazzi, don Guillermo insegna al giovane Joaquin l’uso del machete – machetear – e intanto scorrono versi e canzoni che hanno il sapore cantilenante delle voci latinoamericane: «Regresar a mi pueblo, por el camino viejo…regresar a la casa, como regresa el viento…volver a abrazarte y empezar de nuevo…» (Ritornare al mio paese, per la vecchia strada…tornare a casa, come ritorna il vento…tornare ad abbracciarti e cominciar di nuovo…).
 
Questo romanzo si legge velocemente, le vicende sono interessanti, rivelano la grande capacità di osservazione della giovane autrice che costruisce una storia avvincente, con colpi di scena, momenti di pathos, eventi inattesi, e conduce il lettore verso una conclusione rasserenante. Sicuramente Martina Dei Cas si può definire una promessa nel panorama letterario italiano.
Da lei ci aspettiamo ancora molto!
 
Luciana Grillo
(Recensioni precedenti)

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