Home | Rubriche | Letteratura di genere | Storie di donne, letteratura di genere/ 84 – Di Luciana Grillo

Storie di donne, letteratura di genere/ 84 – Di Luciana Grillo

Caroline Blackwood, «La duchessa» – La doppia biografia di due donne le cui vite si incrociano, si sovrappongono, si schiacciano in una crudele simbiosi

image

Titolo: La duchessa
Autrice: Blackwood Caroline
 
Editore: Codice, 2015
Pagine: 297, brossura
 
Traduzione: Sara Prencipe
Prezzo di copertina: € 16,90
 
Ho cominciato a leggere questo libro con curiosità, perché mi interessava la vita per certi versi straordinaria e sicuramente molto discussa di Wallis Simpson, l’americana divorziata (due volte) per cui il re di Gran Bretagna e Irlanda, Edward Albert Christian George Andrew Patrick David Windsor, aveva rinunziato al trono.
Molte le voci su Wallis, la neo-duchessa ricca e famosa: critiche, apprezzamenti negativi, forse vere e proprie calunnie su cui la Blackwood vuol fare luce.
Ma questo libro non è solo un onesto tentativo di presentarci la duchessa attraverso testimonianze e ricordi di chi l’ha conosciuta e frequentata, è piuttosto la testimonianza drammatica di una vita lunga e non felice, di un’infanzia e un’adolescenza povere, di matrimoni sbagliati con uomini violenti e/o insignificanti, di un incontro – finalmente! – con un uomo che ama perdutamente questa donna alla quale era stato «insegnato sin dalla nascita che l’unico scopo della… vita era un buon matrimonio… Per molto tempo Wallis si vestì con abiti di seconda mano…
«Alice era molto brava a cucire, e faceva del suo meglio perché Wallis fosse sempre in ordine: le abbelliva le gonne, cercava di rendere i suoi vestiti alla moda, le rammendava le calze.
«Ma la buona società di Baltimora guardava con disprezzo le calze rammendate. Confrontandosi con le ragazze ricche con cui andava a scuola, Wallis era costretta alla dolorosa consapevolezza di quanto i suoi abiti usati fossero inadatti…»
 
L’autrice procede con cautela nella costruzione di questa biografia perché, dopo la morte del Duca, la vedova – insicura, rifiutata dalla Casa reale, incapace di autogestirsi, impaurita dalla sola idea della povertà – si affida ad una famosa avvocata che, giorno dopo giorno, acquista potere forse plagiandola e diventa la carceriera di Wallis ormai vecchia e impossibilitata a reagire.
La potente e terribile avvocata, Suzanne «Maitre» Blum, la cui vita in un certo senso è simile a quella della duchessa, minacciando e denunziando chiunque cercasse di avvicinarsi a Wallis, riesce ad allontanarla da tutti, tenendola segregata nella splendida residenza parigina, guardata a vista da un maggiordomo inflessibile.
«La vecchia Blum …è riuscita a sbarazzarsi di chiunque fosse legato alla duchessa; la voleva tutta per sé, e una volta avuta via libera, temo che per la duchessa la vita sia stata un inferno.»
 
Caroline Blackwood indaga, osserva, intervista le vecchie conoscenti di Wallis e tutte le appaiono terrorizzate quando si cita Maitre Blum, che gestisce anche un immenso patrimonio e che con scaltrezza vende gioielli e oggetti preziosi a piccole dosi.
In sostanza, «il momento in cui Maitre Blum cominciò a spaventare la duchessa e a farle pensare che senza i suoi consigli sarebbe andata in rovina segnò l’inizio della dipendenza di Wallis Windsor dalla sua brillante e anziana consulente legale.»
E dunque l’americana per cui Edward VIII aveva abdicato vive i suoi ultimi anni da reclusa, forse gravemente ammalata, forse immemore di un passato talvolta fastoso, più spesso ingombrante, che ha cambiato comunque la storia del Regno Unito.
L’autrice, ora impavida, ora esasperata, ricevuta più volte da Maitre Blum «in una grande stanza con i soffitti alti e tutt’altro che ospitale.
«Le sedie, di pessimo gusto e disposte in piccoli cerchi che non rispondevano ad alcuna logica, erano sistemate così male che sembrava non ci si potesse sedere da nessuna parte», scrive dati oggettivi e considerazioni personali, ma decide di pubblicare il testo («una fiaba senza lieto fine, una lezione per chi può cadere vittima di un comportamento eccessivamente protettivo») soltanto dopo la morte dell’avvocata “necrofila”, deceduta nel 1994.
 
Alla fine della lettura rimane, insieme all’amarezza, la sensazione che non si tratti di una biografia, ma dell’incredibile storia di una coppia di donne le cui vite si incrociano, si sovrappongono, si schiacciano in una crudele simbiosi.
 
Luciana Grillo
(Precedenti recensioni)

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande