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Storie di donne, letteratura di genere/ 126 – Di Luciana Grillo

Omaggio a Laura Mancinelli: «Gli occhi dell’imperatore» – Una profonda testimonianza di amore per la storia medioevale

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Titolo: Gli occhi dell’Imperatore
Autrice: Laura Mancinelli
 
Editore: Einaudi, 1993
Genere: Romanzo storico medievale
 
Pagine: 179
Prezzo di copertina: Fuori catalogo
 
Laura Mancinelli è nata a Udine nel 1933, ha insegnato Filologia Germanica in varie Università italiane, poi una grave malattia l’ha costretta all’immobilità.
Ma la sua creatività, la sua cultura profonda e raffinata, i suoi molteplici interessi rivolti soprattutto al mondo germanico le hanno consentito di scrivere e pubblicare, sempre con Einaudi, numerose opere. Molto pregevoli sono l’edizione italiana dei «Nibelunghi» e del «Tristano» di Gottfried von Strassburg.
Nel 1986 fu candidata al Premio Strega con il romanzo «Il fantasma di Mozart».
Nel mio saggio «Costruire Letteratura con mani di donna», la Mancinelli occupa un posto importante, tanto per i contenuti dei suoi scritti, quanto per l’elegante semplicità formale.
«Gli occhi dell’imperatore» è un affascinante romanzo in cui l’autrice ripercorre la storia d’amore fra Federico II di Svevia, lo Stupor mundi, e la giovane nobildonna piemontese Bianca Lancia di Agliano.
 
Ne «Gli occhi dell’imperatore» è tutto un intrecciarsi di sguardi tra nord e sud: mentre gli occhi «azzurri, intensi, lontani laggiù, in terra di Puglia, guardano dagli spalti del castello verso settentrione, e la luce che emanano è richiamo d’amore e insieme comando… Occhi d’imperatore… Bianca, in piedi tra i merli della torre ghibellina, guarda verso il meridione, nell’ora del tramonto».
Federico, l’imperatore poeta, si innamorò perdutamente della giovane contessa che chiamò «Bianca, sigillo di neve» e le promise che sarebbe tornato lassù a prenderla.
Quando giunse il momento, però, l’imperatore era ormai avanti negli anni, viveva in Puglia, a Castel del Monte, e sapeva di non poter affrontare un viaggio così lungo e faticoso, ma voleva realizzare il suo sogno e avere Bianca vicino.
 
Avendo l’impressione che gli mancassero «le forze per andare a incontrare la sposa» pensò di mandare in Piemonte un suo fedele collaboratore, il principe di Tannhaus.
Così, scortata dal principe, Bianca attraversò l’intera penisola fin quando, insieme a suo figlio Manfredi, «il suo figliuolo biondo, vivo pegno di questo amore… il ragazzo biondo con gli occhi azzurri, gli occhi degli Hoenstaufen», raggiunse la bella città di Trani, dove Federico l’attendeva, per condurla «per mano su per la grande scala della cattedrale verso la porta della chiesa. Sulla soglia due valletti tolsero a Bianca il mantello di lana con cui aveva viaggiato e le posero sulle spalle un lunghissimo manto di seta azzurra. Così abbigliata entrò nella cattedrale».
 
Negli ultimi anni, la Mancinelli ha pubblicato gialli conditi con una notevole dose di umorismo; il primo, «Il mistero della sedia a rotelle» ha vinto il Premio «Cesare Pavese».
E per dare informazioni e aiuto ad altri colpiti dalla sua stessa malattia, ha scritto anche un’autobiografia intitolata «Andante con tenerezza».
Sempre, i suoi scritti sono stati caratterizzati da una luminosa semplicità formale, da una grande chiarezza espositiva, da una notevole capacità di coinvolgere e appassionare i lettori e le lettrici.
Laura Mancinelli è scomparsa poco meno di un mese fa, lasciandoci una profonda testimonianza di amore per la storia medioevale e, insieme, l’esempio indimenticabile di coraggio nell’affrontare la malattia e di dignità nel vivere, per lunghi anni, nella totale immobilità.
Buon viaggio, Laura, e che la terra ti sia lieve!
 
Luciana Grillo
(Precedenti recensioni)

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