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Storie di donne, letteratura di genere/ 135 – Di Luciana Grillo

Nadia Ioriatti, «Aria che allenta i nodi» – Il suo racconto attraversa infanzia, adolescenza e giovinezza, per arrivare infine alla maturità, ai nostri giorni

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Titolo: Aria che allenta i nodi
Autrice: Ioriatti Nadia
 
Editore: Curcu & Genovese 2016
Genere: Narrativa
 
Pagine: 120, brossura
Prezzo di copertina: € 10
 
Nadia Ioriatti è alla seconda esperienza come scrittrice, e questo piccolo libro di nuovo ci porta nel suo mondo, nel suo cielo dove vola intrepida, nonostante la malattia che materialmente la àncora a terra. E scrive perché «risalgono all’infanzia la mia passione per le storie vere e il piacere di raccontarle».
Agli anni dell’infanzia risalgono anche le sue riflessioni sull’essere «la figlia femmina da educare a cedere il posto, il passo, la coscia di pollo, la bicicletta, l’ultima parola» anche se chi la legge pensa che l’ultima parola Nadia l’abbia ceduta solo raramente, in circostanze eccezionali…
Certo, è stata una bimba impegnativa, poi da adolescente «Cenerentola… con le punte delle forbici e tanta pazienza riuscì ad agganciare qualche moneta da cento lire come risarcimento morale».
Insomma, sapeva cosa voleva questa piccola e simpatica ribelle!
 
Il suo racconto attraversa infanzia, adolescenza e giovinezza, per arrivare infine alla maturità, ai nostri giorni: ci sono le lunghe file quando si andava in colonia – e quindi era necessario un controllo medico – e quelle durante la vacanza in colonia «per ricevere la merenda…o per la passeggiata al mare… per il cinema all’aperto…», c’è l’episodio increscioso di molestie sessuali e di un processo in cui la vittima sembrò diventare la carnefice, ci sono la consapevolezza del proprio dolore fisico e la mancata comprensione di «medici, parenti e amici… come se lamentarsi fosse sempre un torto», c’è anche l’arrivo della badante che Nadia racconta in maniera irresistibile: «…avevo chiesto a Babbo Natale un amante, ma lui, mezzo sordo, mi ha portato una badante, che fa sì rima ma non è proprio la stessa cosa».
 
Quanto al mondo delle donne, la nostra autrice si autodefinisce «una femminista istintiva», ripercorre per sommi capi la storia del movimento e le conquiste, dal divorzio alla riforma del diritto di famiglia, alla legge sull’aborto, sottolinea che «da qualche tempo si cerca di trasformare il termine femminista in un insulto», descrive il suo rapporto con la tecnologia – pile cellulare sim digitale terrestre – e con i nuovi strumenti di pagamento, come il bancomat, con cui qualche volta «litiga» e conclude lo scritto raccontando con tenerezza il suo diventare nonna «fresca come una rosa, intonsa, il mio immaginario può popolarsi di dolcezze, pensieri positivi, favole da raccontare, bavaglini da ricamare a punto croce…» senza perdere nemmeno per un attimo la capacità dissacrante che le fa scrivere: «E in quale data magica poteva nascere Lorenzo? Il 29 settembre… quel 29 settembre che, ahimé, vide nascere Berlusconi, Bersani…».
 
Luciana Grillo – l.grillo@ladigetto.it
(Precedenti recensioni)

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