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Storie di donne, letteratura di genere/ 164 – Di Luciana Grillo

Laura Gambi, «Allora io vado» – Romanzo breve e intenso, scandito da date precise: la storia inizia il 31 ottobre e termina il 13 novembre

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Titolo: Allora io vado
Autrice: Laura Gambi
 
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Pendragon 2016
 
Pagine: 125, Brossura
Prezzo di copertina: € 14
 
Romanzo breve e intenso, scandito da date precise: la storia inizia il 31 ottobre e termina il 13 novembre.
Le protagoniste sono due: Romina e Isa, la prima è una giovane insegnante precaria che sa leggere le carte, la seconda è una donna matura con marito distratto e figli ormai indipendenti.
Le loro vite si accavallano, la Gambi fa parlare ora l’una ora l’altra, oppure è Romina che parla di Isa, perché dopo averle «fatto» le carte stabilisce con lei un contatto immediato, profondo, intimo, anche se a distanza.
 
Isa sta prendendo coscienza di sé, della sua vita e dei suoi affetti, che risultano più di forma che di sostanza.
Perciò, considera le «attese sbagliate, richieste non soddisfatte, rancori sordi. Bisognerebbe fare sempre luce sui propri desideri».
Si sente inutile, pensa tra sé e sé: «Che tristezza esserci per non esserci». E se ne va, lascia il suo mondo apparentemente confortevole, quelle «distratte presenze. E le parole. A volte feriscono più dei gesti».
 
Romina la «vede», entra nei suoi pensieri, misura i suoi passi, comprende che Isa si sente «solo un residuo», vive i suoi ricordi, rivede la mamma «piena di sorprese, non aveva nemmeno quarant’anni, era allegra, coraggiosa…» ma troppo presto l’aveva lasciata.
Francesca, ex-cognata invadente e impicciona, conosce le speciali doti di Romina e fa di tutto perché il marito di Isa sia in qualche modo rassicurato e aiutato a ritrovare sua moglie.
Romina continua a «vederla», sa che lentamente Isa si sta preparando a morire, ma non interviene, la lascia libera, perché «non ha voglia di niente, più di niente. Perché creare, intraprendere, lottare, desiderare, detestare, soffrire?... Dove si trova l’equilibrio? Lasciare a ognuno il suo fardello».
 
E quando per Isa arriverà la morte, Romina riprenderà a vivere, liberandosi di un peso indicibile, e tornerà ad essere solo se stessa.
La Gambi ha già pubblicato molto, sia romanzi che testi teatrali e da anni si occupa di progetti di promozione culturale e integrazione sociale.
Non è perciò un caso se in questo romanzo compaiono anche due immigrati, la giovane Nelide, che ha una mamma «piena di pastiglie e di guerra» e l’amico Dieuf con cui Romina parla di Islam, di Dio e delle persone care che rimangono vicine ai vivi anche dopo la morte.
 
Laura Gambi, abilmente, semina dubbi: c’è forse davvero qualcuno che può entrare nella nostra vita, nei nostri pensieri e decidere cosa fare di noi?
E intervenire o non intervenire nella nostra vita, nelle nostre scelte?
Dove finisce la nostra unicità?
Fino a che punto siamo veramente liberi?
 
Luciana Grillo - l.grillo@ladigetto.it
(Vedi recensioni precedenti)

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