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Storie di donne, letteratura di genere/ 245 – Di Luciana Grillo

Clara Sereni, «Via Ripetta 155» – Un ritratto genuino e amaro degli anni che anche alcuni di noi hanno attraversato

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Titolo: Via Ripetta 155
Autrice: Clara Sereni
 
Editore: Giunti Editore 2015
Genere: Narrativa italiana contemporanea
 
Pagine: 208, Brossura
Prezzo di copertina: € 14
 
Clara Sereni è stata una grande intellettuale, una scrittrice forte, una donna che sembra aver vissuto più vite: la prima nella sua famiglia di origine, colta e severa; la seconda da studentessa/lavoratrice in via Ripetta, lontana dai suoi, ma circondata da tanti amici, tutti come lei politicamente impegnati; la terza in Umbria, con incarichi politici e grande attenzione alla salute mentale; infine - la quarta e ultima - forse in solitudine, ammalata, ma così forte da decidere della propria morte.
 
Nel mio saggio «Costruire letteratura con mani di donna», l’ho ampiamente citata perché uno dei suoi romanzi di maggior successo, «Il gioco dei regni», è una possente saga familiare che ripercorre la storia della sua famiglia per tre generazioni, dalla rivoluzione russa al sogno sionista successivo alla seconda guerra mondiale, fra i superstiti dei rastrellamenti e dei lager.
«Via Ripetta 155» è il racconto intenso, un po’ disordinato, della sua vita indipendente, delle difficoltà per far quadrare il bilancio, del lavoro che le ha permesso di incontrare tante persone tra cui Monicelli e Nanni Loy, Ugo Pirro, Cesare Zavattini e Marco Bellocchio e di muoversi in diversi ambienti.
«È una vita bohemienne, «molto tempo se ne andava mangiando insieme quel che si riusciva a racimolare e parlando di politica, a partire dalla Francia che per prima aveva dato forma e visibilità a sentimenti, ragionamenti, pulsioni… fino a quel fatidico Maggio…», si dormiva quando si poteva e si confrontavano le lunghe dormite mattutine con le notti insonni del padre, «…qualche senso di colpa non me lo risparmiavo: sempre state abili in questo campo, noi donne».
 
Parla e scrive al plurale, Clara Sereni, «perché nessuno si pensava da solo… Non ho mai rimpianto i miei vent’anni, comunque difficili: la nostalgia è sempre soltanto per quel “noi”, spentosi via via…».
Intanto la morte di Jan Palach, la strage di piazza Fontana, il Vietnam, la politica di Nixon, la legge sul divorzio, il Cile e Pinochet, la morte a Bologna di Francesco Lorusso, militante di Lotta continua, fanno da sfondo ai giorni di questi ragazzi che «quanto il mondo fosse cambiato, nell’arco di meno di trent’anni, non eravamo affatto pronti a metterlo in conto»... ma «potevamo permetterci di prenderci in giro. Perché avremmo vinto noi».
 
È così veloce come dattilografa la Sereni che le viene chiesto di lavorare in occasione di un congresso; il cognato Giorgio – preoccupato – non la incoraggia di certo («E vabbè, ma mi raccomando: non farmi fare brutta figura»), «si vede proprio che in famiglia ci siamo sempre distinti per gli incoraggiamenti forniti ai membri della medesima».
Ma gli amici non bastano, Clara si sente sola e spaurita, pur essendo indipendente, vivendo da sola e lavorando: «Cominciò così, e dopo di più. Accettando per la prima volta di cercare attraverso l’amore un compagno, addirittura un po’ più giovane di me, e non un padre».
 
La famiglia di Stefano la intimidisce, eppure «sentivo il calore di una famiglia allargata, un appetibile contrasto con il compassato gelo della mia».
Arriva il tempo di scelte più consapevoli, c’è la necessità di cambiare casa, anche il rapporto con gli amici cambia: «Le discussioni su ciascuna ciliegia avevano sostituito la politica: era il certificato di morte per il gruppo nel quale avevo creduto fin quasi a farmi a pezzi. Avevo un gran senso di perdita».
La nuova casa che «mano nella mano con Stefano avremmo arredata e abitata» consente a Clara di compiere un passo in avanti.
«Con tutte le speranze e utopie ancora – colpevolmente – intatte».
 
Il libro si chiude con i consueti ringraziamenti, ma siamo noi lettrici e lettori a dover ringraziare Clara Sereni per questo ritratto genuino e amaro degli anni che anche alcuni di noi hanno attraversato.
 
Luciana Grillo – l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)

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