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Storie di donne, letteratura di genere/ 251 – Di Luciana Grillo

Maria S. Palieri, «Amore è una parola» – L’autrice ci fa attraversare le metamorfosi dell’amore e le suggestioni che abbiamo anche inconsapevolmente attraversato

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Titolo: Amore è una parola
Autrice: Maria Serena Palieri
 
Editore: Iacobelli editore 2018
Genere: Storia e critica
 
Pagine: 115, Brossura
Prezzo di copertina: € 12
 
La parola «amore» è certamente molto usata, talvolta anche abusata.
È parola comunemente utilizzata da uomini e donne, ma sappiamo in realtà cosa significa davvero?
L’autrice, giornalista e saggista, attenta al mondo delle donne, già recensita da me in questa rubrica per il bel testo dedicato a Fausta Cialente (vedi), ha deciso di indagare significato e valenza della parola «amore» analizzando i testi di autori e autrici che ne hanno scritto, a varie longitudini e latitudini, in oriente come in occidente.
 
Emerge, fin dalle prime pagine, la consapevolezza che se in Oriente si sogna il matrimonio d’amore, in occidente questo concetto è ormai naufragato.
Palieri prende come primi punti di riferimento Rajaa Alsanea, autrice di Ragazze di Riad e Doris Lessing, le cui protagoniste «cercano di mettere la maggior distanza possibile tra sé e la casa coniugale in cui, ragazze, si sono recluse».
 
Inizia dunque un viaggio letterario che, aperto da Karen Blixen e accompagnato da Nora di Casa di bambola, ci fa incontrare Una donna spezzata di Simone de Beauvoir, Olga - protagonista de I giorni dell’abbandono, che si affida alla lettura protettiva di Anna Karenina («Leggevo e intanto mi sentivo al sicuro, non ero più come le signore di quelle pagine, non le sentivo come una voragine che mi risucchiava») di Elena Ferrante, Virginia Woolf e Alice Munro.
 
Certo, i tempi cambiano, le reazioni e le decisioni delle donne sono diverse, se ne accorge bene Madeleine, protagonista de La trama del matrimonio di Jeffrey Eugenides, che «è un personaggio letterario, esserlo in un romanzo ambientato negli anni Ottanta del Novecento, e scritto nel primo decennio del Duemila, non consente di agire come le consorelle di uno o due secoli prima».
 
Dal romanzo di un autore «che gioca con il genere rosa» Palieri passa al romanzo rosa di oggi, le cui protagoniste «sono scopertamente innamorate più che dei loro fidanzati delle loro carte di credito Gold o Platinum» e sceglie, fra le autrici italiane, Sveva Casati Modignani «che fin dalla sua nascita ci ha regalato intrecci a originale tasso democratico».
Quando poi dal rapporto di coppia si passa al triangolo, Palieri cita Yehoshua, autore de L’amante, pubblicato esattamente un secolo dopo Anna Karenina, mentre ancora Yehoshua è autore di Un divorzio tardivo, «un romanzo che sembra venire da un’epoca antecedente alla nostra, l’epoca in cui matrimonio, figli, legami familiari erano percepiti come realtà potentissime e misteriose, non liquidabili per una via usa e getta», affiancato al «romanzetto sentimentale di Laura Dave, newyorchese» intitolato Festa di divorzio.
 
Siamo nel 2008, «mille miglia lontano da atmosfere alla Chi ha paura di Virginia Woolf, il dramma di Edward Albee che nel 1962 portò sul palcoscenico una specie di gragnuola di pugni sul matrimonio».
Dunque, funerale del matrimonio nei nostri anni… Eliette Abécassis sostiene, in Un affaire coniugale (romanzo del 2010) che «per fare le cose per bene, bisognerebbe cominciare con il divorzio», e intanto il protagonista di Divorziare con stile di Diego De Silva (2017) è un avvocato «semi-disoccupato e separato che… vive in un mondo popolato solo di reduci, come lui, dal matrimonio».
 
Lontani e indifferenti, estranei sono Delia e Gae, gli ex coniugi raccontati da Margaret Mazzantini in Nessuno si salva da solo, nemici e condannati alla morte sono invece il poliziotto e la sua famiglia protagonisti di Un giorno perfetto di Melania Mazzucco, in cui la fine del matrimonio diventa una perdita insostenibile.
Avviandosi alla conclusione del suo saggio, Palieri si interroga su quale sia il luogo di nascita «dell’amore romantico [che] ha attraversato il Novecento» e ritorna al concetto di famiglia, alla «famiglia infelice prediletta da Tolstoj», a «quella serena prediletta da Yehoshua» e a quella evocata da Franzen in Correzioni: «La famiglia felice è completa in se stessa. Non ha dove andare: è già arrivata», per poi, ancora con Franzen, pervenire alla coppia, a quella coppia che è «unione - solida e fragile - tra adulti liberi e consapevoli. Un lusso che… è concesso però a degli eletti».
 
Palieri dunque ci fa attraversare, attraverso la letteratura, le metamorfosi dell’amore e le suggestioni che abbiamo anche inconsapevolmente attraversato.
 
Luciana Grillo – l.grilllo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)

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