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Storie di donne, letteratura di genere/ 256 – Di Luciana Grillo

Cristina Nutrizio: «Il fuoco di Agnese» – Una storia avvolgente, nella quale si entra di pagina in pagina in una spirale misteriosa e affascinante

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Titolo: Il fuoco di Agnese
Autrice: Cristina Nutrizio
 
Editore: Maggioli Editore 2017
Genere: Narrativa italiana moderna
 
Pagine: 278, brossura
Prezzo di copertina: € 14
 
Questa è una storia avvolgente, nella quale si entra di pagina in pagina e dalla quale si vuole uscire come per liberarsi da una spirale misteriosa e affascinante, non senza aver capito però come si sbrogli la matassa: Agnese è una giovane donna, madre di tre figli, con un matrimonio finito alle spalle e alcune disinvolte relazioni in corso, che gira documentari e spot pubblicitari per la tv.
A un certo punto, le viene dato l’incarico di girare un video con un artista – Guccio – indicato dalla critica come «il nuovo Picasso».
La committente del video è Bianca e impone ad Agnese ritmi difficili, pur di accontentare Guccio… o forse perché, seguendo un disegno segreto, vuole a tutti i costi che i due si incontrino?
Agnese ne parla con un interlocutore all’inizio sconosciuto, che però ha già incontrato Guccio.
 
I fatti si susseguono rapidamente, c’è una moglie che Guccio vorrebbe o dovrebbe lasciare, c’è un marito – Giorgio – che Bianca fa intrufolare nella storia, c’è l’ex marito di Agnese – Riccardo – che è chiamato a occuparsi dei figli quando l’ex moglie è impegnata, ci sono Seba e Alberto – amanti temporanei… e Milano grigia e caotica, la Svizzera tranquilla, Ustica selvaggia e accogliente.
Agnese e Guccio sembrano attrarsi e reciprocamente respingersi, in un gioco virtuale ossessivo e alienante.
Guglielmo è lettore di messaggi e testimone, oltre che paziente e attento ascoltatore di segreti. Ma è anche un prete, con un aiutante polacco servizievole, curioso e un po’ chiacchierone.
 
«Guccio manipola parole, persone, cose, e non so fino a che punto lo faccia consapevolmente» dice Agnese a Guglielmo che legge e commenta anche i brevi racconti che Agnese scrive per Guccio «per alimentare una consuetudine, per catturare la sua attenzione, per comunicargli quello che non sarei mai riuscita a dirgli a voce».
«…La narrativa, ammesso che questi miei racconti lo siano, è libera di rubare la realtà, mescolarla, distorcerla, reinventarla. Non credo ci siano vincoli, se non la leggibilità. Il giornalismo o la storiografia dovrebbero avere un legame con la realtà, ma la visione soggettiva contamina sempre e comunque l’oggettività delle fonti».
 
Un evento inatteso scuote Agnese, una indesiderata gravidanza. Per lei è necessario abortire, altrimenti «avrei perso il lavoro, in televisione funziona così. Non ti puoi ammalare, è la selezione naturale della specie…». E qui la lettrice e il lettore non possono esimersi dal pensare ai problemi che una donna, soprattutto se sola, deve affrontare in un mondo del lavoro che non lascia spazio a scelte libere.
Ma l’aborto non è il solo evento impattante nella vita di Agnese e nella storia: un incendio dal quale Agnese si salva miracolosamente, la morte di Giorgio per avvelenamento, torbidi traffici di denaro che legano Guccio a Bianca.
 
«È tutta la situazione che non ha senso. Parlare con te ha avuto un effetto devastante, non mi fido più di nessuno, non credo più a niente…adesso è come se rivolessi indietro tutta la mia ignoranza, non voglio sapere più niente e non voglio più niente.»
Agnese si prepara a partire, a ricominciare daccapo, a trovare in sé la forza di vivere e di lottare e Guglielmo le suggerisce: «Ma tu scrivi, Agnese, e non solo le mail. Scrivi di te, scrivi delle cose che ti succedono, scrivi dei tuoi animali» e lei risponde, salutandolo: «Sì, ti scrivo. Promesso», protagonista del racconto sarà una salamandra, «è anfibia e resiste al fuoco. Come me».
 
Luciana Grillo – l.grillo@ladigetto.it
(Precedenti recensioni)

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