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Storie di donne, letteratura di genere/ 300 – Di Luciana Grillo

Kassia St Clair, «La trama del mondo» – Sono lieta di dedicare la 300esima recensione a una scrittrice che con questo libro ci porta in giro per il mondo

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Titolo: La trama del mondo.
            I tessuti che hanno fatto la storia
 
Autrice: Kassia St Clair
Editore: UTET 2019
 
Pagine: 400, illustrato. Rilegato
Prezzo di copertina: € 34

Questa è la recensione numero 300 che pubblico sull’Adigetto.it.
È un bel traguardo, impreziosito da questo magnifico libro che porta lettrici e lettori in giro per il mondo, seguendo fibre colorate, fili di lini e di seta, vele di lana che nei secoli l’uomo ha prodotto, che ci avvolgono fin dalla nascita, che ancora oggi ci circondano, ci coprono, ci scaldano, ci accarezzano.
E tutto sembra partire da lontano, dalle Moire o Parche che tessevano e intrecciavano i fili della vita per poi reciderli, «determinando il momento preciso della morte».
Non è un caso se ancora oggi in certe situazioni si dice che la vita è appesa a un filo, né è casuale il fatto che sostantivi di uso comune come lingerie nascano dalla parola lino, particolarmente apprezzato in Egitto, dove acquistava anche un valore religioso dato che si usava per le bende che avvolgevano e conservavano le mummie.
 
Kassia St Clair ci propone la storia dei fili riportando anche stralci di canti dei tessitori, qualche brano di Andersen, autore de «I vestiti nuovi dell’imperatore», di Atwood, di Hartley, di Plutarco («Quanto al lino…, ci fornisce un tessuto così semplice e sottile che protegge senza pesare: è adatto a ogni stagione…»), proverbi cinesi e persino una testimonianza di Marco Polo che, a proposito della seta, riporta: «Quivi si fanno drappi d’oro e di seta; quivi hae molta bambagia…».
 
Di capitolo in capitolo, passiamo dalla storia più remota della tessitura ai misteri delle mummie egiziane, dalle meravigliose sete cinesi – con notizie anche sulla Via della Seta – alle navi dei vichinghi di cui sono state trovate tracce nel 1960 sull’isola di Terranova e alle vele che oggi «di solito vengono fatte con tessuti sintetici come il dacron…» mentre una volta «erano tessute con fibre naturali: lino, cotone, canapa e lana… quando pensiamo a una vela, la lana non è proprio il primo materiale che ci salta in mente… eppure non solo questo tipo di vela era lo standard per le barcacce vichinghe, ma era anche usato dagli uomini del nord nei loro viaggi commerciali attraverso l’Europa, e, probabilmente, furono vele di lana a spingere le loro navi nella lunga traversata verso l’America e ritorno».
 
Un capitolo è dedicato alla lana nell’Inghilterra medievale, un altro al fascino del merletto (con citazione del dipinto di Vermeer «La merlettaia») il cui antenato potrebbe essere il filet, «un ricamo su maglie quadrate fatto con un ago o una spoletta», sicuramente comunque un bene prezioso, destinato a pochi, un altro ancora al blue jeans, con una interessante ricerca sul cotone che a fine ’700 era richiestissimo, tanto che arrivava nelle fabbriche inglesi in grandi quantità dalle colonie d’Oriente e dal Brasile.
 
Non poteva mancare qualche pagina sul denim, che «occupa un posto speciale nella psiche moderna».
«Durante gli anni quaranta, intanto che i soldati tornavano dalla guerra in Europa…, i jeans divennero la divisa dei ribelli e dei sovversivi» e Hollywood non perse l’occasione per farli indossare ai più noti attori, come Marlon Brando e James Dean.
St Clair si sposta verso i tessuti tecnologici, quelli che si usano per i luoghi molto freddi, per andare in orbita, per favorire la velocità nello sport, per galleggiare ed evitare l’attrito.
 
In un testo così ampio e coinvolgente, non potevano mancare i ragni e le loro tele, e neanche il vello d’oro dell’ariete che salvò i due figli di Zeus destinati al sacrificio e che poi «sarà l’oggetto di una strenua ricerca da parte di Giasone e dei suoi Argonauti» per essere infine «di ispirazione per un nuovo ordine di cavalieri: l’Ordine del Toson d’oro».
Davvero affascinante questo viaggio fra fili e mari attraverso i secoli!
Semplicemente affascinanti l’apparato iconografico e le decorazioni che a bordo pagina – come le decorazioni di preziosi codici miniati – incorniciano le storie raccontate.

Luciana Grillo - l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)

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