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Alberi di Natale: e allora cosa fare? – Di Davide Brugna

Comprendiamo i buoni propositi di fronte alla strage di alberi cui abbiamo assistito, ma forse è bene fare un po' di chiarezza

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Eccoci qua, oggi senza tanti fronzoli vado subito al punto. La rubrica odierna si potrebbe chiamare «Alberi di Natale, cosa fare dopo quello che è successo?» oppure «Comprare o no gli alberi di Natale?».
La voglia di scrivere quest'articolo mi è venuta dopo aver letto sui vari social network tanti post, scritti in buona fede, ma completamente sbagliati.
I più gettonati sono: «Quest'anno gli alberi di Natale piantiamoli sulle Dolomiti» e «La proposta di Natale: piantiamo un albero nei boschi martoriati invece di portarlo a casa!»
 
Vediamo perché questi due post che consigliano di impiantare gli abeti che trovate nei vivai sono assolutamente sbagliati…
L'albero di Natale più utilizzato è L'Abies nordmanniana, chiamato anche Abete del Caucaso, già dal nome possiamo capire che con il Trentino non c’entra granché, quindi piantarlo nei nostri boschi sarebbe una cosa completamente sbagliata visto l'importanza di mantenere il nostro ecosistema intatto oltre che il fregarsene e non rispettare le specie autoctone può portare a gravissimi problemi di natura fitosanitaria con l'importazione di malattie ed insetti stranieri che possono danneggiare le nostre conifere.
 
Si utilizza anche l'Abete rosso come albero di Natale, questo sì che si trova nei nostri boschi! Allora andiamo e piantiamolo!
Sbagliato. I motivi sono due… Le conifere natalizie vengono coltivate in piena terra e non in un vaso come siamo abituati a vedere tutte le piante, questo perché il loro apparato radicale è fittonante, cioè simile ad una carota gigante, capite che in vaso non può venir fuori una bella pianta.
Quindi un mese circa prima di Natale, le piante vengono sradicate tramite zollatura dal terreno e messe in vaso, vi assicuro che le radici che rimangono sono ben poche e la possibilità che sopravvivano senza le adeguate cure (tanta tanta acqua) sono proprio poche.
Più piccola è la pianta e più facile è che riesca a passare l'inverno.
 

 
Ma noi siamo dei temerari e fiduciosi che il nostro Abete rosso sopravviverà nonostante l'apparato radicale ridotto ai minimi termini e sperando nelle abbondanti acque.
Ed è in questo preciso momento che si presenta il secondo problema, ed è il fatto che la riforestazione è programmata dal nostro Corpo forestale o chi di competenza, pensate se tutti piantassero quello che vogliono come vogliono loro!
Non avremo più i nostri bei boschi ma un super gigante giardino fatto a casaccio.
 
Ho letto anche chi si indegna per gli alberi di Natale recisi perché vengono tolti dai nostri bei boschi… Anche questa è una notizia sbagliata e ogni anno c'è chi pensa che realmente sia così!
Facciamo chiarezza.
Gli Alberi di Natale sono coltivati in campi destinati agli Alberi di Natale, per capirci meglio, un contadino una mattina si sveglia e decide che anziché coltivare meli, uva o qualsiasi altra frutta che richiede trattamenti e tante ore di lavoro, lui vuole piantare Abeti.
Queste piante vengono coltivate molto larghe tra loro in modo tale da aver alberi belli pieni e tondeggianti, vi assicuro che un Abete in mezzo al bosco con tutta la competizione tra le piante che c'è è talmente  esteticamente sfigato che non ve lo mettereste in casa!
Tutti gli Alberi di Natale hanno dei codici di verifica che potete richiedere al vostro vivaista, così potete essere sicuri che non provengano dai boschi.
 

 
Tirando le somme… Se volete un Abete in vaso per poi piantarlo solo ed esclusivamente nel vostro giardino vi consiglio di prenderlo massimo di un metro e mezzo scarso.
Io sono sempre dell'idea che l'Albero di Natale sia sempre da acquistare reciso e della specie nordmanniana, reciso perché allo stesso prezzo di uno in vaso mi porto in casa una pianta grande il doppio e nordmanniana perché non perde un ago che sia uno e perché emana un profumo fantastico.
Inoltre, cercate di prendere Abeti Trentini evitando così lunghi trasporti su gomma dal nord Europa e lasciando quindi i soldi sul territorio.
Abbiamo splendidi campi di Abeti nei dintorni di Trento, pensate che quelli che troverete da noi arrivano da appezzamenti a nemmeno 15 minuti di macchina dal nostro garden.
 
Aiutare Si Deve: ci sono delle iniziative fantastiche per aiutare persone e boschi, la più carina è quella realizzata, come al solito, dai nostri Alpini. 
Ne ha parlato anche l'Adigetto.it: con solo dieci euro porti a casa un panettone con tutta la bella scatola in latta e i soldi vengono devoluti appunto per aiutare persone e ripopolare i nostri boschi.
Mi auguro di aver fatto chiarezza.
 
Come sempre scegliete la qualità dei floricoltori trentini (AFLOVIT), la lista dei vivai e garden associati è disponibile su internet.
Buon lavoro.
 
Brugna dott. Davide – d.brugna@ladigetto.it
(Puntate precedenti)

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