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Elezioni usa 2020, come va a finire? – Di Nadia Clementi

Ne abbiamo parlato con il prof. Alessandro Iannaccone che ci ha inviato i suoi commenti dal North Carolina

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Joe Biden, l'ex vice di Obama, dopo aver battuto Trump, tornerà a Washington per coprire la carica di 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America.
Il rivale sconfitto, Trump, non sembra rassegnato a perdere le elezioni 2020. L’ex presidente parla di brogli e di elezioni truccate e contesta a colpi di carte bollate l'estensione dello scrutinio in Pennsylvania, North Carolina, Arizona, Nevada e Georgia, i cinque Stati chiave in cui si è giocata la partita finale.
Alcune di queste cause o denunce sono già state respinte al mittente, ma sullo sfondo resta sempre l'ultima carta in mano a Trump: il ricorso alla Corte Suprema.
Intanto manifestazioni e proteste continuano a New York, a Detroit e Phoenix, dove invece a scendere in strada - e in alcuni casi davanti ai seggi - sono i sostenitori del presidente, in alcuni casi anche armati di fucili e pistole.
 
Noi, per sapere com’è la situazione attuale nel North Carolina dove Trump ha ricevuto il 50% dei voti, abbiamo contatto il prof Alessandro Iannaccone, Direttore del Centro per la Malattie Retiniche Degenerative Oftalmogenetiche e presso il Duke Eye Center, legato al Duke University Medical Center, a Durham in North Carolina.
Lo abbiamo già intervistato in passato, come si può vedere a questo link.

Il North Carolina vale 15 voti di Grandi Elettori, a fronte di una popolazione di 10,5 milioni, di cui il 71,2% sono bianchi, il 22.1% afroamericani e il 9,1% ispanici.
La popolazione vota repubblicano dal 1980, ma nel 2008 scelse Barack Obama, cosa che non ripeté nel 2012.
Attualmente è l'unico Stato dove Trump rimane in vantaggio.
A questo punto merita leggere le dichiarazioni esplosive del Presidente Donald J. Trump pronunciate nel comizio elettorale del 15 ottobre a Greenville, North Carolina.

«È fantastico tornare in North Carolina con migliaia di patrioti americani leali e laboriosi. Tra 19 giorni vinceremo lo Stato della Carolina del Nord e vinceremo altri quattro anni alla Casa Bianca. Questa elezione è una scelta semplice. Se Biden vince, vince la Cina. Vedi cosa sta succedendo? Quando vinciamo, vince la Carolina del Nord e vince l’America.

«È molto semplice! Negli ultimi 47 anni Joe Biden ha tradito i lavoratori della Carolina del Nord attraverso un atto di tradimento economico dopo l’altro e ora vedete cosa sta succedendo…Sono stati scoperti a rubare. Biden è un servitore dei ricchi donatori, globalisti e interessi speciali che li hanno resi ricchi dissanguando l’America, prendendo i tuoi lavori dalla Carolina del Nord e da ogni altro posto e trasferendoli fuori dal paese…Queste dichiarazioni esplosive sono del Presidente Donald J. Trump che il 15 ottobre a Greenville, North Carolina»

E e allora andiamo a chiedere il parere del professor Alessandro Iannaccone che, sia pure per altri motivi, si trova sul campo.

Prof. Iannaccone, com’è la situazione nel North Carolina a seguito dell’annuncio della vittoria di Biden?
«Dopo l’esito del conteggio dei voti conclusivamente a favore di Joe Biden e Kamala Harris c’è (per ora) un clima decisamente più rilassato e meno schizofrenico di quello che c’era prima.
«Non ci si preoccupa più di sapere qual è stato l’ultimo Tweet delirante di Trump quanto di avere presto una conferma definitiva e un cambio di direzione per il Paese assolutamente necessario, specie per quanto riguarda la gestione del COVID-19, che è stata ahimè oscena...
«C’è anche molta euforia tra coloro che li hanno votati (sia chiaro questo non era solo un voto a lui ma anche a lei), come è sceso subito il silenzio tra gli ultra-nazionalisti razzisti e neofascisti che inneggiavano fino a pochi giorni prima - con toni minacciosi e brandendo armi semiautomatiche - a un ritorno della grande America bianca e segregazionista di una volta... Non sono certamente spariti, ma forse per ora solo sgomenti e incerti sul da farsi.
«Quello che è emerso è un pattern [schema -– NdR] chiarissimo in America, già noto da tempo ma che questa volta ha raggiunto dei livelli di una chiarezza davvero estrema, come estremo è stato il dipolo elettorale...»
 
Stavolta sono andati a votare in massa. Si sono contrapposte due Americhe?
«Da un lato c’è l’America delle grandi città, molto eterogenee per ciò che riguarda le razze, le religioni, le preferenze sessuali e l’apertura mentale verso queste. Nelle grandi città il voto è andato pressoché sempre e solo a favore di Biden/Harris.
«Certamente molto dell’elettorato di queste grandi città ha un forte numero di persone di colore e questo ha pesato notevolmente sui risultati (vedi Detroit).
«Ma non è solo questo. È anche e soprattutto il voto dell’America istruita, della gente di cultura che sa capire e vedere nel bene comune un bene più grande che quello del singolo.
«Qui in North Carolina, per esempio, nella zona del Research Triangle il livello medio culturale è altissimo e la stragrande maggioranza delle persone, di colore o meno, ha votato Democratico.
«Lo stesso è successo ad Atlanta e Philadelphia; persino a Nashville, in un Tennessee repubblicano dove l’unica macchia blu fino a prima era a Memphis, 65% nera, dove vivevo prima.»


 
E l’altra America?
«Dall’altro lato c’è l’America rurale, che territorialmente - non ce lo dimentichiamo - è la maggioranza del Paese. Qui domina ancora la mentalità del Far West, ognuno per sé a guardare solo il proprio particulare Machiavelliano, dove si vive intenzionalmente isolati e distanti il più possibile dagli altri, si sta in casa armati fino ai denti come ai tempi del Far West, perché ancora si pensa sia quello il modo ottimale di difendersi e proteggere se stessi, dove il bene comune al massimo si estende ai propri membri della famiglia, ma al di là del quale invece ahimè si ragiona ognun per sé.
«Quest’America purtroppo è anche molto poco acculturata, è facile preda di menzogne e propaganda politica, e quindi vede con grande paura e diffidenza tutto ciò che è diverso dal proprio microcosmo.
«Molti lì purtroppo ancora pensano alla schiavitù dei neri come i bei tempi di una volta... Trump li ha fatti uscire fuori dalle loro tane e adesso questo è molto e dolorosamente chiaro.
«Questa è anche gente che non vuole pagare le tasse, specie quelle a favore della Social Security e della Medicare per supportare il sistema pensionistico e medico per gli ultra 65enni, perché le vede come un furto a favore di parassiti sociali, in quanto loro di quella società in effetti ne fanno ben poco parte.
«Questa è per lo più l’America che ha votato in maggioranza a favore di Trump anche questa volta - e non dimentichiamocelo sono stati oltre 70 milioni.»
 
Tutto si sistemerà quando la nuova Amministrazione si insedierà alla Casa Bianca?
«Quando Joe Biden e Kamala Harris saranno fisicamente alla Casa Bianca, non solo sarà interessante vedere come porteranno avanti la loro agenda progressista (molto dipenderà dall’esito delle elezioni per il Senato in Georgia, o Joe’gia come molti l’hanno ribattezzata) ma anche come si potranno connettere con quest’America rurale, diffidente, poco acculturata, per larghi tratti ahimè anche razzista e antisociale.
«Biden dovrà farli in parte contenti, sia (e forse soprattutto) per educarli ed avvicinarli per quanto possibile all’America urbana, che per fargli apprezzare meglio l’importanza del contributo del singolo a favore del bene comune, della società, del clima atmosferico ed essere meno impauriti dalla diversità sociale che, certamente, nell’America rurale è molto, molto limitata.»

Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it

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