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Le città imperiali del Marocco – Di Nadia Clementi

Prima puntata di un viaggio da Mille e una notte, prima parte: da Casablanca a Meknes, a Volubilis

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Sebbene il periodo storico ed economico non sia tra i più felici e le preoccupazioni in merito all’aumento dell’inflazione siano reali, i consumatori non rinunciano alle vacanze e alla voglia di riprendere a viaggiare.
In lista alle mete più richieste troviamo il Marocco, uno dei paesi più affascinanti per i visitatori che sono alla ricerca di un luogo al tempo stesso lontano e vicino.
Lontano perché qui si possono trovare tradizioni, stili di vita e paesaggi profondamente diversi dai nostri.
Vicino perché si trova a sole tre ore di volo dal nord Italia ed è una delle destinazioni economiche tra le più sicure da visitare nel 2022, sia per il calo dei contagi che per l’alto tasso di immunizzazioni da covid della popolazione.
Ma, anche se la situazione della pandemia è sotto controllo, le regole per entrare in questo paese sono molto rigide.
 


Prima della partenza per il Marocco è necessario scaricare dal sito web di ONDA la «fiche sanitaria del passeggero», la stessa verrà richiesta prima d’imbarcarsi.
Inoltre all’arrivo nel Paese andrà presentato alle autorità preposte il certificato vaccinale covid-19 valido (3 dosi) in lingua inglese.
Per tutti coloro che intendono recarsi all’estero, indipendentemente dalla destinazione è bene consultare gli avvisi in evidenza riportati il sito ViaggiareSicuri.
 

 
Il Marocco è un Paese del Nordafrica, che confina con l’Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo. Il periodo migliore per visitarlo va da aprile a ottobre.
Nei mesi più caldi è consigliata la zona costiera, dal clima tipicamente mediterraneo. La primavera e l’autunno per l’entroterra, che comprende città importanti come Marrakech e Fes.
In inverno si può visitare agevolmente l’estremo sud marocchino, il Sahara con le sue temperature che in altri periodi risultano torride e poco vivibili.
 

 
È un paese ricco di cultura e tradizioni millenarie, tuttavia è importante, prima di arrivare a destinazione, conoscere le usanze più comuni della popolazione locale caratterizzate da influenze culturali berbere, arabe ed europee. In generale gli abitanti sono molto ospitali e accolgono i turisti con un sorriso offrendo del tè alla menta.
 

 
Il popolo più tradizionalista veste il djellaba o dishdasha ovvero lunghi abiti coprenti. Le donne coprono i capelli con un velo e indossano il caftano fino alla caviglia o il boubou, un abito a figura intera decorato con intricati ricami.
Anche se, negli ultimi anni il Marocco ha conosciuto una vera emancipazione a livello sociale, economico, politico e culturale, è un paese che al contempo rimane sempre attaccato ai suoi valori.
Nel mezzo di questo risveglio, grazie all’attuale re Mohamed VI è stata fatta una grande riforma nella legge sociale (mudawwana) che ha permesso alle donne marocchine il rinforzo dei diritti in merito all’equità tra coniugi e una maggiore attenzione verso i diritti dei bambini.
 

 
La donna è riuscita a mettere in evidenza la sua bellezza grazie al confort e all’eleganza della moda occidentale continuando a coltivare l’originalità tipica del mondo orientale.
Nonostante questo sforzo, continuano a persistere all’interno di questo paese realtà che frenano la volontà della donna marocchina ad opporsi alle violenze coniugali, ai soprusi professionali e alle discriminazioni sessuali in genere.
Ancora oggi la legge islamica discrimina la donna e non le dà la libertà di scegliere il marito, a differenza dell’uomo che può scegliere la moglie.
Di fatto, per la donna marocchina, la strada è ancora lunga, affinché ottenga i suoi diritti e occupi il posto che merita ovunque ella decida di vivere, in città, in periferia, in campagna o nel deserto.
 

 
In merito alla sicurezza, il turismo è considerato una grande risorsa e quindi i visitatori, vengono tutelati anche più dei cittadini marocchini.
Esiste, infatti, un corpo di polizia, appunto la Brigade touristique, che vigila sui turisti con uomini in divisa e in borghese spesso presenti nei punti più frequentati.
Detto ciò, è bene adottare le dovute precauzioni, che sarebbero normali anche in alcuni quartieri delle nostre città. Se si vuole girare in luoghi isolati o nelle medine di notte o quando i negozi chiudono, è raccomandabile porre attenzione ad alcune persone che possono ingannare il turista, portandolo in aree non sicure o in ambienti non raccomandabili.
 

 
Agli occhi del turista il popolo marocchino appare tollerante e ospitale, ma come in ogni luogo del mondo ci sono alcune regole comuni che devono essere seguite: negli spazi pubblici, come la strada o le piazze, per scattare una foto a qualcuno va chiesto il permesso o andrà offerto del denaro prima di farlo.
È vietato fotografare poliziotti e militari. Inoltre sono vietati l’abuso di alcol e le effusioni amorose in pubblico.
 

 
Le lingue ufficiali del Marocco sono l’arabo e il berbero ma praticamente la maggior parte dei marocchini capiscono bene il francese e lo spagnolo.
La religione islamica è professata dalla maggioranza della popolazione marocchina, ma nel vasto territorio sono presenti anche piccole comunità ebraiche e cristiane.
La cucina è tipicamente mediterranea, dagli ingredienti di base non troppo lontani dalle nostre abitudini, ma decisamente più speziata.
Al mattino si può cominciare la giornata con un baghrir appena cotto, un impasto semplice e spugnoso da accompagnare con burro, marmellata.
I cibi tipici sono il couscous e tajine, una pietanza di origine berbera di carne e pesce in umido che prende il nome dal piatto in cui viene cotto.
È buona norma bere acqua in bottiglia senza aggiunta di ghiacci ed è meglio evitare di mangiare insaccati locali, pesce e verdura cruda, frutta non sbucciata e bere latte non pastorizzato per evitare i classici disturbi gastro-intestinali.
 

 
La moneta locale è il dirham marocchino. È possibile ritirare denaro nelle banche con la propria carta di credito o direttamente agli sportelli bancomat nelle grandi città.
Le carte di credito sono accettate negli alberghi, ristoranti e talvolta anche nei souk (i tipici mercati marocchini).
Una vecchia usanza marocchina è quella di mercanteggiare. Gli alberghi, i ristoranti ed i trasporti applicano abitualmente prezzi fissi. Ma è usanza contrattare soprattutto nei souk, ma anche le tariffe dei taxi possono essere negoziate.
Le mance fanno parte del loro galateo e vanno rilasciate per qualsiasi richiesta di prestazione: trasporto bagagli, alle guide e anche per semplici informazioni o per altre necessità etc.
Visitare il Marocco è anche alloggiare in un riad: la struttura tradizionale tipica del Marocco con cortili e patio-giardini che rappresentano l'emblema della mitica ospitalità di questo Paese. Ci sono riad per tutti i budget e per tutti i gusti, provarlo ne vale sicuramente la pena.
   

 
L'anima del Marocco è un enigma, da intuire, immaginare, svelare con garbo attraversandolo. E’ quella di un paese tanto famoso per i suoi tesori che spaziano dall’azzurro dei mari, al verde lussureggiante con vette innevate della Catena dell'Atlante, alla sabbia gialla del Sahara.
Nello stesso tempo è ricco di contraddizioni che passano dall'antico fascino delle città imperiali, l'economia delle Medine tra commercio e sussistenza, al lusso di Casablanca, alla vita negli slums (quartiere urbano poverissimo).
Visitandolo è impossibile resistere alle sue tentazioni che sono un susseguirsi di rumori, di odori, di colori e di porte che si spalancano mano a mano che si avanza. E non si può avanzare se non osservandolo con il desiderio dello stupore, la curiosità di conoscere e di assimilare.
 

 
L’anima di questo paese si scontra con una realtà fatta ancora di chiusure e pregiudizi. Troppe porte, fisicamente, restano ancora chiuse: quelle delle residenze dei regnanti, scuole coraniche e moschee sono sbarrate a turisti e occidentali (l’unico luogo di culto che si può visitare, capolavoro architettonico dei giorni nostri, è la moschea Hassan II a Casablanca,).
Bellezze misteriose e impenetrabili al teleobiettivo come gli sguardi delle donne nascosti ancora dal velo. Malgrado la cosiddetta «primavera araba» il paese va ancora a due velocità, in un netto dualismo sociale divide la popolazione tra ricchezza e povertà.
Nemmeno la «rivoluzione che non ti aspetti», quella del re Muhammad VI che ha varato un piano di democratizzazione e attuato una lunga serie di riforme, è riuscita a cambiare nel profondo lo stato sociale delle cose.
 

 
Il nostro itinerario parte in automobile da Casablanca con l’escursione nel deserto del Sahara per arrivare a Marrakech.
Per ragioni di sicurezza abbiamo scelto un tour operator professionale.
La nostra guida in loco è Khalid, uno uomo berbero molto gentile, che ci ha fatto vivere in pochi giorni un’intesa esperienza a contatto con il popolo e la cultura marocchina.
 
 Casablanca 
 
 
Prima tappa: Casablanca cosmopolita e frenetica.
Attraversiamo in automobile la capitale economica del Marocco dove vengono gestiti la maggior parte dei commerci esteri del Paese. Il suo nome Casablanca venne latinizzato dal portoghese con la combinazione delle parole “Casa Bianca” (branca “bianco”, casa “casa”), l’attuale traduzione spagnola fu successiva, per i marocchini invece è semplicemente Casà.
Situata lungo la costa occidentale, la città assomiglia ad un centro dell’Europa del sud: cosmopolita, moderna e frenetica.
 
Costruita nel 1906 dove prima sorgeva una città berbera del VII secolo, distrutta da un terremoto nella seconda metà del XVII secolo e in parte è ancora racchiusa dalle antiche mura originarie dove un labirinto di piccole strade si susseguono tra case di pietra.
Casablanca oggi conta circa 3 milioni di abitanti, è una città ricca di contrasti e problemi sociali, incarnati fra la bellezza dei parchi con le sue fontane dall'architettura coloniale, il senso di soffocamento che si respira per via del traffico e l’agglomerato di baracche in periferia.
 

 
Arriviamo alla Medina (centro storico) per visitare la Moschea Hassan II che è l’unica in tutto il paese che permette l'ingresso ai non musulmani. La visita guidata dura un’ora circa.
Inaugurata nel 1993 è uno straordinario incontro di modernità e artigianalità. La struttura è imponente e maestosa si erge su una lingua di terra prospiciente l’Oceano Atlantico. Può ospitare circa 80.000 fedeli.
L’esterno della moschea è impressionante, caratterizzato da un altissimo minareto (210m), cupole, fontane e porte decorate in stile marocchino unite ad elementi islamici che variano dal verde scuro al blu turchese.
L’interno non è da meno: il tetto è apribile, gli stucchi e i soffitti sono intagliati in legno di cedro, i pavimenti e le colonne sono in granito di Tafraout e marmo di Agadir e i lampadari in vetro di Murano.
Oltre alla grande sala di preghiera dispone di una scuola coranica e una biblioteca. Nei sotterranei ci sono gli hammam con vasche a forma di fiore per le abluzioni.
È la Moschea tra le più grandi del mondo: una tappa imperdibile.
 


La città di Casablanca è caratterizzata da un equilibrio architettonico tra gli edifici in stile moresco e quelli francesi di origine coloniale. Il contrasto lo si evidenzia soprattutto in Boulevard Mohammed V. la sua piazza principale che nel suo insieme appare comunque piuttosto squallida.
In una giornata è più che sufficiente per farsi un’idea di questa città che risulta all’occhio del visitatore fredda e prettamente commerciale poiché priva di valide attrattive turistiche.
Nel tempo è stata resa nota dal celebre film “Casablanca (1942)” mentre oggi è famosa per il turismo low cost della salute.
Casablanca è tra le città più specializzate in chirurgia estetica dei genitali e famosa per gli interventi sui transessuali.
 
 MEKNES  


Seconda tappa: Meknès la città del terribile sultano sanguinario.

Nel primo pomeriggio arriviamo a Meknes, la più piccola e tranquilla delle città imperiali del Marocco. Costellata di moschee è famosa per la sua medina (città storica) e per la grande piazza centrale chiamata Place el-Hedim. Vi si accede attraverso la più grande porta del Marocco la Bab el-Mansour.
È definita la città verde per il colore dei mosaici dei suoi tetti, in realtà il colore dominante è il giallo senape delle sue mura lunghe ben 25 km come tutti i palazzi della città.


 
Raggiungiamo la grande Place El Hedim, la cui traduzione poco rassicurante significa «Piazza della Distruzione».
Le sue dimensioni sono tali da farla sembrare, nonostante i locali ed i negozi disposti sui lati, poco vivace e priva di magnificenza, nell’insieme ci ricorda un antico caravanserraglio alle porte del deserto.
L’estremità della piazza è dominata dall’imponente Bab Mansour, la grande porta, che si apre attraverso «il corridoio della morte» sulla città imperiale.
Alle spalle una medina animata dalla povertà della sua gente, rinchiusa in dedalo intricato di vie, viuzze, vecchi mercati, laboratori dei più antichi mestieri che profumano a volte di legno, a volte di menta a volte di odori non ben definiti.
 


Meknes era la capitale del Moulay Ismail, il terribile e sanguinario sultano che governò il Marocco, unificandolo, nel periodo a cavallo tra il 1600 ed il 1700. Uno dei luoghi principali da visitare è proprio il Mausoleo che ospita le sue spoglie.
Per scattare una fotografia panoramica, ci rechiamo nella parte alta del paese, attorno a noi il silenzio di un paesaggio di altri tempi, arido e desolante.
 
 VOLUBILIS  

 
Terza tappa: Volubilis i resti di un’antica città romana.
Partiamo verso sud per raggiungiamo verso il tardo pomeriggio le rovine della città romana di Volubilis, il sito archeologico meglio conservato del Marocco e dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 1997.
Nel sito è possibile iniziare la visita dal moderno centro visitatori per poi spostarsi all’interno della città. La visita guidata richiede almeno un paio d’ore per poter ammirare quasi tutte le rovine.
Tra le strutture più interessanti c’è il bellissimo arco di trionfo in onore dell’imperatore Caracalla, i mosaici perfettamente conservati della Casa di Orfeo, la Basilica ed il Campidoglio.
Dopo una lunga camminata nel tempo, ripartiamo in direzione Fes.

Ma di Fes ne parleremo la prossima puntata.
(Continua)


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