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Incontro a Trento promosso da Federlab Italia

Il presidente Walter Kaswalder ha ospitato l'incontro in sala Aurora di Palazzo Trentini

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Si è svolta presso la Sala Aurora di Palazzo Trentini a Trento la conferenza dal titolo «La riforma sanitaria tra multinazionali e realtà locali».
Sono intervenuti il dott. Walter Kaswalder, Presidente del Consiglio Provinciale, l’avv. Mattia Gottardi, assessore agli Enti locali, il dott. Matteo Bertelli Presidente MAGI’s Lab srl.
A moderare l’incontro il dott. Daniele Malacarne referente FEDERLAB Trento.
La conferenza è stata organizzata da Federlab Italia, un ente che raccoglie e rappresenta i laboratori di analisi cliniche e i centri poliambulatori privati accreditati, presieduto dal dottor Gennaro Lamberti.
Per la Regione Trentino Alto Adige, la rappresentanza è stata assegnata al dottor Daniele Malacarne, Legal Specialist.
 
Sul tavolo della discussione il preoccupante tema dell’ingresso in Italia di una massiva campagna di acquisizione delle strutture sanitarie ambulatoriali e di laboratorio da parte di gruppi multinazionali, spesso con sede all'estero.
Le multinazionali - si ritiene - soddisferanno le esigenze del cittadino, poiché proporranno ampie offerte a pagamento affiancate alle sempre più esigue offerte a carico del sistema sanitario.
L'effetto conseguente è il crollo del sistema lavorativo italiano, con tutto quello che questo può comportare in termini di perdita di posti di lavoro, fallimento di realtà aziendali e ridimensionamento della qualità e dei servizi erogati.
Questo fenomeno di grande attualità negli ultimi anni interessa anche il Trentino Alto-Adige.
 
L’incontro è iniziato con l’approfondimento del dottor Daniele Malacarne.
«Secondo alcuni, questo fenomeno, potrebbe indebolire il tessuto socio-economico locale dei territori italiani, altri invece sono convinti del contrario ed è per questo che è importante sollecitare una discussione.
«Alcuni sostengono che le conseguenze della cessione massiva di ambulatori e laboratori alle multinazionali, non hanno tardato ad attendere, secondo i critici ne hanno risentito pesantemente la qualità dei servizi e delle prestazioni erogate, ma la opinione non è condivisa da tutti, altri ritengono ad esempio il contrario e non mancano anche realtà politiche che inneggino la svendita alle multinazionali quale unica grande opportunità per il futuro Trentino ed Italiano.»
 

 
«Secondo i critici – spiega Malacarne – le multinazionali tenderebbero a volte a preferire la quantità e la standardizzazione dei processi mettendo in secondo piano l’aspetto qualitativo del servizio offerto.
«Ma non mancano voci discordanti che ritengono che, come in campo di alimentare, la vera qualità sia quella offerta dalle multinazionali che a prezzo modico possono far assaggiare a tutti dei biscotti alla farina di grillo a fronte del prodotto locale più costoso e fatto con farine di cereali a chilometro zero.
«Insomma ciascuna fazione ha la sua verità ed è per questo che riteniamo importante portare alla attenzione del grande pubblico l’argomento, ogni uno se ne deve fare la sua opinione.»
 
«Nel breve tempo – continua Malacarne – è aumentato in maniera esponenziale il rischio di desertificazione con un lento ma inesorabile accentramento di ambulatori e laboratori specialistici, proprio nelle mani di questi pochi colossi multinazionali che hanno avviato dei pacchetti di prestazioni con dei modelli di vendita al privato che mai si erano sentiti in ambito sanitario. Il tutto con lettere di encomio e gradimento da parte di alcuni e con note di scetticismo da parte di altri.
«È qui che entra in gioco FEDERLAB, una delle associazioni di categoria più rappresentative a livello nazionale per quanto concerne i laboratori specialistici.
«Da anni questa associazione si propone di promuovere un modello di sviluppo opposto rispetto a quello emergente negli ultimi tempi. In particolare, sta promuovendo iniziative mirate e si sta facendo portavoce con i vari livelli istituzionali per la creazione di una consolidata rete che vede protagoniste tutte le strutture sparse sul territorio nazionale.»
 
«Quella di FEDERLAB è un'adesione convinta che ha intenzione di declinarsi, nell'immediato, sul piano concreto – afferma lo stesso Malacarne – esiste infatti un problema orami strutturale che riguarda il nuovo tariffario per gli esami di laboratorio che potrebbe sconvolgere l'intero comparto, in funzione di certa presunta preferenza che ormai, quasi naturalmente, viene probabilmente forse da alcuni attribuita alle realtà multinazionali.
«La battaglia non è solo di Federlab Nazionale e Federlab Trentino, ma è condivisa da una lunga serie di soggetti, siano essi politici, istituzionali o organi di rappresentanza delle professioni. Anche l'Ordine Nazionale dei Biologi, si è ampliamente speso in questa battaglia in favore dei piccoli laboratori a gestione locale.
«Di qui la necessità di discutere anche con le realtà locali di una politica più attenta ai modelli di sviluppo alternativi capaci di attrarre mobilità sanitaria al pari delle multinazionali.»
 

 
Ad aprire il dibattito è il dott. Walter Kaswalder, Presidente del Consiglio Provinciale.
«Secondo la sua opinione, il tema delle aziende sanitarie acquisite dalle multinazionali è un argomento complesso che deve essere discusso; percepisce le multinazionali come una minaccia e condivide la preoccupazione di molti presenti, ovvero la paura che si perda la trentinità a scapito forse di una maggiore standardizzazione del servizio.
«Un aiuto deve arrivare anche dall’ambiente politico – afferma il Presidente del Consiglio Provinciale – la politica, in primis, deve essere attenta ai modelli di sviluppo sostenibile che hanno l’obiettivo di prediligere e promuovere la sanità locale, come ad esempio la medicina di base.
«Negli ultimi anni – sottolinea Kaswalder – si è assistito ad una crescente standardizzazione della professione di medico di base.
«Ormai il dottore, al quale eravamo abituati ad appoggiarci in caso di bisogno di cure, è diventato un burocrate che non fa altro che indirizzarti al pronto soccorso o ad un altro medico specialista.
«Questo comporta un sovraffollamento degli ospedali, con il rischio per il cittadino di non ottenere un servizio efficace.»
 
Prende poi la parola il dottor Matteo Bertelli, Presidente di MAGI’S LAB che risponde in modo chiaro ed esaustivo.
«La medicina di laboratorio accreditata e convenzionata interessa probabilmente alle multinazionali che in sanità tendono forse a preferire investimenti nei laboratori. Quelli che spesso passano da essere piccole attività a gestione locale, che tuttavia sostentano e strutturano quello che viene chiamato Sistema Paese.
«Il punto di fondo di questa storia è anche che la proposta del nuovo tariffario, taglierà per circa il 60% il costo delle prestazioni. Una modalità indiretta per far sì che gli unici che possano prosperare e crescere siano le multinazionali.»
 
«Anche l'Ordine Nazionale dei Biologi e più recentemente la SIGU con una lettera del 19 Maggio 2022 a firma del Presidente SIGU ed a nome del Consiglio Direttivo SIGU indirizzata al Ministero della Salute, si sono ampliamente spesi nella battaglia del nuovo tariffario nazionale.
«La lunga discussione protratta, tuttavia, non sembra tenere conto delle rimostranze dei tanti, e continua a svilupparsi attorno all'interesse dei pochi, secondo alcuni delle multinazionali che tenderebbero dunque forse a monopolizzare il sistema.
«Già adesso siamo stati costretti a registrare un crollo del numero dei laboratori presenti in Italia pari al 50%. Sono realtà che sono state, in buona sostanza, inglobate dalle multinazionali come forse è già accaduto anche in Trentino.
«Uno dei temi di sfondo, ma neppure troppo di sfondo, di questa storia, riguarda la politica, presentiamo un caso di specie. Ipotizziamo che un laboratorio privato possa fatturare un milione di euro annui.
«Considerato tutto, lo Stato riceverà circa il 50% di quel milione di euro attraverso le tasse che il laboratorio pagherà. Sono soldi che servono allo Stato per offrire ai cittadini i servizi pubblici che il sistema Italia garantisce.
«Le multinazionali, e qui sta l'inghippo, pagano forse meno tasse, il tutto senza presunzione di verità.»
 

 
«E veniamo ora alla terza questione che può essere premessa. La tendenza – come si sarà capito – è il requisito di accreditamento con l'aumento numero di esami svolti. Si prevede che i laboratori in Italia, nell'arco di qualche anno, non debbano superare le 500 unità.
«Attualmente, per via dello schema monopolizzante che abbiamo descritto, due terzi dei laboratori italiani possono essere definiti come caduti nelle mani delle multinazionali o chiusi. Anzi, è probabile che ce ne siano molti di meno.
«Fatto sta che i pochi laboratori rimasti non riescono a soddisfare la domanda che proviene dal mercato, e questo per un'ulteriore limitazione: ossia per i numeri imposti, Regione per Regione, sugli esami che possono essere svolti per i tetti extra regionali (provinciali per il trentino).
«Quindi, oltre al danno, la beffa: essere costretti a raggiungere costose certificazioni quali la ISO15189, dotarsi di infrastrutture informatiche e tecnologiche con l'aggiunta di non poter lavorare quanto si potrebbe e si vorrebbe per un tetto estraprovinciale che è contraddittorio con la branca specialistica della genetica di laboratorio.»
 
A favorire il dibattito, il successivo intervento dell’avv. Mattia Gottardi, Assessore agli Enti Locali, che ha sottolineato la presenza di due modi di vedere la sanità nazionale.
«C’è chi la reputa una economia di scala che punta all’ottimizzazione dell’investimento per ottenere il maggior profitto possibile a discapito forse della qualità. Io la vedo come un asset strategico, che pensa che la qualità deve essere premiata e che il locale deve essere valorizzato.
«È importante che tutto quello che è locale venga difeso, – afferma l’assessore. – La politica non può non accorgersi di questo fenomeno e non può permettere che entità estere prendano il sopravvento senza che prima vi sia una amplia discussione con le parti interessate ed i cittadini.
«Si tratta di un ambito estremamente complesso e delicato per il quale non esiste una risposta semplice e chiara. L’importante è continuare a stimolare la discussione ed ascoltare i cittadini e le realtà locali.»
 
In chiusura, è stato letto l’intervento del dott. Giuliano Mariotti Direttore dell’Azienda Sanitaria Trentina che non avendo potuto presenziare la conferenza, ha voluto comunque esprimere il suo parere favorevole all’iniziativa di FEDERLAB e del quale proponiamo la parte più significativa.
«In questo scenario è doveroso far crescere la fiducia nella produzione di servizi e quindi di competenze locali, sia negli ospedali sia nel territorio. Che già oggi ci sono, ma che vanno meglio rappresentate e comunicate.
«Il clima di rispetto reciproco delle parti interessate è altrettanto necessario per far crescere la fiducia nelle istituzioni pubbliche locali da parte dei cittadini che leggono e ascoltano (molte volte, purtroppo per sentito dire o raccontato che per realmente vissuto) e per far sì che il privato accreditato venga visto come partner e non come concorrente.
«Purtroppo fa più rumore e talvolta frastuono un albero che cade che una foresta che cresce. Questa è un'antica saggezza che i nostri cittadini, soprattutto delle valli, conoscono bene, ma che sarebbe necessario condividere, perché farebbe accrescere il rispetto per le azioni che silenziosamente e spesso caritatevolmente vengo svolte da numerosi operatori che, per analogia, sono come gli alberi della foresta.»

Contatti.

Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it

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