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Quei Trentini oltre... Borghetto – Di Nadia Clementi

Intervista al senatore Ivo Tarolli, presidente della scuola delle professioni e del terziario della provincia di Trento

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L’Università Popolare Trentina è sorta a Trento nell’immediato dopoguerra (1946) per promuovere un’azione diffusa di crescita culturale e di empowerment dei trentini, con uno sguardo particolare allo sviluppo della formazione professionale tra i giovani.
In oltre settant’anni di storia UPT si è sviluppata sul territorio provinciale, dando vita prima ad un Centro di Formazione Professionale che è diventato oggi un’Agenzia di Servizi Formativi integrati, con ben sei sedi radicate in provincia e operative a Trento, Rovereto, Arco, Tione, Borgo Valsugana e Cles.
Anche la gamma dell’offerta formativa si è arricchita, accompagnando e supportando le esigenze formative della nostra comunità che negli ultimi decenni ha conosciuto un’importante trasformazione economica, sociale e culturale.
Dal settembre 2014 ha assunto la denominazione di «Scuola delle Professioni per il Terziario»
 
Oggi concorre a tenere alta la qualità dei servizi e dell’attività assicurata dal Terziario che, ricordiamolo, esprime oltre il 72% del PIL provinciale, con tre diversi profili professionali: Operatore e Tecnico dell'Amministrazione; Operatore e Tecnico del Commercio e Tecnico della Logistica.
Nel corso degli anni sono state aperte due Università Telematiche: Pegaso e si organizzano pure corsi di alta specializzazione, paralleli ai percorsi universitari.
La peculiarità è quella di attivare un percorso di similimpresa che favorisca l'autoimprenditorialità e assicurare ai giovani la padronanza di più lingue straniere anche mediante soggiorni di istruzione in tanti Paesi europei.
Questa attività coinvolge più di un migliaio di studenti dai 15 ai 22/23 anni.
Inoltre, si organizzano attività di Formazione per adulti, per conto dell'Agenzia del Lavoro e di Enti vari coinvolgendo migliaia di persone spaziando dalle lingue straniere a percorsi di riqualificazione, a corsi serali, etc.
 

 
Tutte queste attività si svolgono prevalentemente su 6 sedi (Trento, Cles, Tione, Arco, Rovereto e Borgo Valsugana) e complessivamente impegnano circa 340 collaboratori, perlopiù in possesso di Laurea quinquennale.
E dall’anno 2024/25 anche a Dolo in provincia di Venezia.
Questa crescita costante, frutto della fiducia e della considerazione delle famiglie trentine, non ha permesso, in alcune sedi, di accogliere altre iscrizioni per l’anno 2022-23.
Nel corso degli ultimi mesi è stata oggetto di visita da delegazioni di più Länder della Germania nonché sono arrivate richieste di apertura di sedi nuove in provincia di Mantova, d Viterbo e di Roma.
 
La regia di questa impresa è in capo al Consiglio Direttivo dove siedono Esponenti di valore e i vertici delle tre organizzazioni trentine più rappresentative: Confindustria, Confartigianato e Confcommercio.
L'operatività è assicurata da un Direttore generale e da quattro Direttori, sei coordinatori e da una squadra di docenti straordinaria.
Tutti gli anni vengono organizzati dei percorsi di Ricerca/Azione coordinati da docenti universitari che si concludono con pubblicazioni scientifiche distribuite su tutto il territorio nazionale.
A contribuire alla crescita e al successo della prestigiosa Università Popolare Trentina, ci ha pensato il Senatore Tarolli che dopo un periodo difficile tra salute e politica, oggi è fiero di raccontarci nella seguente intervista il suo costante impegno politico e Culturale a servizio della comunità Trentina.

 Chi è Senatore Ivo Tarolli  
Ivo Tarolli è nato a Castel Condino il 28/10/1950, politico italiano, senatore dell'UDC dal 1996 al 2006.
Funzionario della provincia autonoma di Trento, è stato membro de Consiglio provinciale e del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige nella X Legislatura, dal 1991 al 1993, con la Democrazia Cristiana.
Responsabile del Dipartimento economico dell'UDC per quasi 5 anni, alle elezioni del 1996 è stato candidato al Senato con il Polo per le Libertà nel collegio di Trento dove viene eletto sul il sistema proporzionale.

Dal 21 aprile 1998 al 29 maggio 2001 è vicepresidente del gruppo CCD-Cristiani Democratici per la libertà, poi rinominato in Centro Cristiano Democratico.
Nel 2001 viene candidato e rieletto, sempre nel collegio di Trento, con la Casa delle Libertà.
Dal 10 luglio 2001 al 27 aprile 2006 è ancora vicepresidente del gruppo CCD-CDU.
Alle elezioni europee del 2009 è candidato con l'Udc dove risulta primo dei non eletti.
Ad aprile del 2014 fonda il Nuovo CDU con Mario Tassone, divenendone vicesegretario nazionale. A dicembre del 2014, a Trento fonda Trentino Unico Popolare.

Alle elezioni europee del 2019 è capolista, senza successo, dei Popolari per l'Italia nella Circoscrizione Italia nord-orientale.
A ottobre 2020 è tra i fondatori di un nuovo soggetto politico centrista e popolare di nome Insieme, affiancato, tra gli altri, da Antonio Fazio già Governatore di B.I., dall'economista Stefano Zamagni e dall'ex segretario della Cisl Raffaele Bonanni.
La forza delle idee. Una nuova alba per i cattolici italiani?, Ancora, 2012.
Il tempo del coraggio. L'Italia fra rassegnazione e riscatto. La ripartenza dei cristiano popolari, Rubbettino, 2017.
Antonio Fazio e i fatti italiani. L'Euro, le banche, la Fiat 2022

Senatore Tarolli, siamo venuti a intervistarla sull’Università Popolare Trentina. Tuttavia, la prima metà della sua vita è stata dedicata alla politica attiva. Ha iniziato da consigliere provinciale e poi senatore, prima per la DC e poi per l’UDC. Cosa ci racconta di quel periodo?
«Dopo aver avuto l’incarico di Direttore Didattico sostituto, e avevo 28/29 anni, mi sono subito impegnato in politica, avendone dalla vecchia scuola Democristiana insegnamenti e formazione.
«Una fase della vita interessantissima. Che mi sono stati preziosi anche negli anni successivi.»
 
Lei è stato responsabile all’economia. Per delega teneva i rapporti tra il Ministero e la Banca d’Italia. Lei è diventato amico dell’allora governatore Antonio Fazio, vero?
«Un periodo di lavoro frenetico ma appassionante. Marco Follini, segretario nazionale e vice Premier con Berlusconi, mi onora di questo incarico che mi consente di svolgere un ruolo primario nelle vicende economiche del nostro Paese.
«In questa fase, i rapporti con il Governatore Antonio Fazio che già avevo il privilegio di frequentare, si fanno più intensi e il mio ruolo ancora più autorevole e incidente sia nelle vicende economiche, basti pensare alla Fiat, che quelle finanziarie con il riassetto del Sistema Bancario italiano.
«E questo mi ha permesso di avere una entratura anche internazionale e di risolvere tante e tante questioni. Penso alla legge sulla Parità scolastica, alla legge sulla Cooperazione internazionale, alla liberalizzazione dei piccoli prestiti che portò la platea dei beneficiari da un milione a trenta milioni di italiani, all’intervento, come dicevo sopra,  sulla Fiat, a tanti e tanti problemi risolti in favore di settori economici importanti e anche sul versante sociale, basti pensare all’indennizzo degli emofilici contagiati da HIV costato svariate centinaia di milioni di euro, al salvataggio di Anffass, agli aiuti ai ciechi, agli invalidi… e anche nel Trentino ha potuto beneficiare di aiuti di vario genere.»
 

 
Quando Fazio è caduto in disgrazia, lei ha rafforzato la sua amicizia. Forse è stato l’unico a non abbandonarlo… Le è costato mantenere l’amicizia?
«No! Semplicemente perché aveva ragione Fazio. E il tempo lo ha dimostrato. Sapesse in quanti… autorevolissimi personaggi, si sono ricreduti!»
 
Eravate alpini entrambi e Fazio è venuto anche a Trento. In che occasione?
«No. Lui non era alpino. Aveva avuto un padre che aveva fatto la guerra; e questa esperienza lo aveva segnato e avvicinato agli alpini.
«Con me era venuto a Passo Campo, in fondo alla valle di Daone in occasione del tradizionale pellegrinaggio in Adamello.
«Ma poi era ritornato a Don in val di Non, Giornata indimenticabile. Lo chieda al sindaco di oggi Giuliano Marches.
«E più volte a Castel Condino e a Trento, soprattutto con la straordinaria Lectio Magistralis sul tema dell’inflazione tedesca e sull’euro, al teatro Sociale il cui testo ha girato per il mondo intero.»
 
Alla fine Fazio è stato riabilitato. Ci racconta brevemente come era andata?
«È andata che l’unico Paese, a seguito delle varie crisi finanziarie mondiali, a non richiedere un Euro ai contribuenti è stata l’Italia. Mentre gli USA, il Regno Unito, la Germania, la Francia etc… hanno dovuto fare manovre di miliardi e miliardi di Euro per salvare il loro Sistema Bancario.
«Quindi l’accusa di conservatorismo è stata una bufala. Mentre la sua azione era semplicemente prudenziale e lungimirante. Tanto che oggi gli si riconosce di aver reso possibile il più grande riassetto bancario italiano di tutto il secolo scorso.»
 

 
Ha anche scritto un libro sulla vicenda. Come era andata la diffusione?
«Benissimo. Alla presentazione di Roma c’era un parterre de Roi. Un successone!»
 
Dopo la politica si è dedicato all’Università Popolare. Possiamo chiamarla così per semplicità?
«Sono Presidente da tempo. E questo mi ha permesso, con l’intelligenza e la dedizione del Direttore Generale dott Maurizio Cadonna, dei vari Direttori di sede e del Consiglio Direttivo di rendere possibile una nuova storia di questa prestigiosa Istituzione fondata nel secondo dopoguerra da Trentini illuminati.
«Voglio qui ricordare i vari Mons. Cesconi, Odorizzi Tullio divenuto poi presidente della Regione, il prof. Mario Nones, l’on. Ferruccio Pisoni e il prof. Mario Pederzolli scomparso proprio in questi giorni.»
 
Come ha trovato l’istituzione e cosa ha fatto per portarla ai livelli di oggi?
«Quando mi è stato chiesto di metterci mano era in una fase di stanca, ma assolutamente solida.
«Abbiamo scommesso sulla innovazione, sulla qualità dell’insegnamento e sulla preparazione dei nostri docenti; dal 2007 da noi si entra solo con Laurea Quinquennale.
«E abbiamo puntato sulle Lingue Straniere (con soggiorni all’estero), e su percorsi di Simulimpresa per avviare i ragazzi alla autoimprenditorialità. Qualità formativa di cui la società di oggi ha assoluto bisogno.
«Nonostante il calo delle nascite, noi siamo da più di due lustri in costante crescita.»
 

 
Quali sono i campi che verranno più seguiti nei prossimi cinque anni?
«Abbiamo firmato un Protocollo con il Presidente di Camera di commercio di Venezia-Rovigo, con il Presidente di Confcommercio di Venezia e con il Sindaco di Dolo per aprire una nuova sede a Dolo.
«A fine mese abbiamo un incontro con l’Alta Burocrazia della Commissione europea per rendere possibili Progetti di rango europeo. Anche in cooperazione con l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano.»
 
Quanto costa alla Provincia autonoma di Trento l’Università da lei presieduta?
«Noi siamo una Istituzione Paritaria e i nostri finanziamenti, per una parte sono pubblici, attraverso lo strumento del Contratto di Servizio con la Provincia Autonoma di Trento e per una parte da finanziamenti diversi.»
 
Ha detto che se avesse qualche altra aula a disposizione porterebbe in Trentino qualche milione di euro in più. Può spiegare meglio cosa intende dire?
«Quest’anno non abbiamo potuto soddisfare la richiesta di iscrizione da parte di tante famiglie trentine. Avremmo potuto, se avessimo avuto gli spazi necessari, aprire altre tre classi.
«E questo ha costituito senz’altro una limitazione alle famiglie e ai ragazzi.»
 

 
In che rapporti è con la Giunta Provinciale di Trento?
«Tolto il problema degli spazi e quindi degli immobili necessari, il rapporto è di grande collaborazione e da parte mia di leale rispetto e considerazione. Ci ha in questo quadro aiutato la scelta strategica della Giunta Provinciale di credere alla Formazione Professionale.»
 
Lei è un politico di lungo corso. Posso chiederle una valutazione spassionata della Giunta Fugatti?
«Sulla scuola mi sono già espresso. Sulla restante attività, a fronte delle tante difficoltà e tante emergenze, compresa l'eredità dell'orso, grandi errori non mi sembra si siano verificati.»
 
Vuol dare un parere anche su qualche assessore?
«Non è mio compito. Almeno nella chiacchierata e negli approfondimenti che stiamo facendo.»
 

 
A questo punto abbiamo l’impressione che lei non abbia affatto chiuso con la politica… Ci sbagliamo?
«Mi sono posto una assicella: elezioni europee del 2024! Fino ad allora dovrò lavorare pancia a terra. Lo spazio politico c’è!
«Il bisogno viene espresso quotidianamente un po’ da tutti gli osservatori. Io non ho mai cambiato!
«Sono un cattolico popolare, cresciuto alla scuola del beato Rosmini, sempre impegnato in Esperienze centriste.
«Agli sbrigativi vorrei ricordare che Sturzo cominciò l’impegno politico nel 1903-1904, fece il primo consigliere comunale nel 1905 e fondò il Partito Popolare solo nel 1919, quindici anni dopo…
«L’obiettivo che abbiamo in testa è un sogno ambizioso, ma in tante occasioni i sogni si avverano.…»

Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it
Senatore Ivo Tarolli – ivo.tarolli@yahoo.it


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