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La strada del Belcanto è tutta in salita – Di Nadia Clementi

Ce ne parla il Soprano Leonora Gennusa: «È un mondo difficile che richiede motivazione, passione, enormi sacrifici e perseveranza»

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Chi segue questa rubrica con costanza, e non possiamo che esservene grati, saprà che ci piace molto parlare di giovani e delle loro storie di successo.
In un momento così complicato dal punto di vista lavorativo ci fa sempre molto piacere raccontare di ragazzi e ragazze che hanno inseguito le proprie passioni, non si sono arresi alle difficoltà del momento e sono riusciti a inventarsi il mestiere.
Già perché se per fare il medico, l’ingegnere o l’informatico, bisogna seguire un percorso di studi ben definito (per quanto molto impegnativo) e il lavoro di solito arriva nel giro di qualche anno, per quanto riguarda le professioni letterarie e artistiche il discorso è molto diverso; di cultura non si mangia, diceva qualcuno anni fa.
Eppure in un momento così particolare anche lo spettacolo, l’arte e la bellezza possono diventare un mestiere.
 
Ed è stato così per Leonora Gennusa, una ragazza corleonese il cui nome è musicale e armonioso tanto quanto la professione che ha scelto: la cantante lirica.
Leonora nasce a Corleone, dopo il diploma si laurea al Conservatorio Cherubini di Firenze, per poi perfezionarsi nel canto con docenti d’alto livello come Luciana Serra presso l’Accademia Arte del belcanto a Tesserete (Lu), Mirella Freni presso CUBEC Accademia del Belcanto di Modena, Liliana Poli, Manuela Meneghello e Susanna Rigacci.
A soli 15 anni la giovane soprano vince il suo primo premio e la sua carriera inizia a spiccare il volo con un repertorio che spazia dalla musica barocca fino a quella contemporanea.
Ha fatto parte di Opera Festival che l’ha portata a cantare in tournée presso il Teatro di La Spezia, l’Anfiteatro di San Gimignano, l’Abazia di San Galgano con i «Carmina Burana» di Carlo Orff.
 
La strada del Belcanto è tutta in salita, la concorrenza spietata, i teatri in crisi e i pochi ruoli da protagonista sono vette ardue da raggiungere ma Leonora non molla e prosegue la sua gavetta esibendosi all’Arena di Verona, con il Maestro Ennio Morricone, e poi all’estero, a Parigi e Budapest.
La vita da soprano è piena di viaggi, teatri, persone e ovviamente musica, gli anni migliori di Leonora Gennusa passano tra un palcoscenico e l’altro, recita nel ruolo di Despina nell’opera «Così fan tutte» di Mozart, poi di nuovo in un’opera del genio di Salisburgo nel 2016: l’affascinante «Die Zauberflöte» dove debutta con i ruoli di Pamina e Papagena, e poi il Don Giovanni a Zlin in Repubblica Ceca nel Teatro Filharmonie Bohuslava Martinu con l’Orchestra di Praga dove interpreta Zerlina.
Quello con Wolfgang dev’essere stato un incontro molto fortunato e proficuo, proprio quest’anno infatti la giovane siciliana si è esibita a Salisburgo nella mitica Mozart Woche in un evento in collaborazione tra AMI e il Mozarteum che si ripete ogni anno in concomitanza con il compleanno del compositore austriaco.
Qui è arrivata tramite l’Associazione Mozart Italia di Rovereto, una delle realtà più attive su tutto il territorio nazionale e a cui la sede presieduta da Arnaldo Volani fa da capofila.
 
Abbiamo incontrato la giovane promessa della lirica per raccontarci le sue ultime esperienze, i suoi sogni e la vita la cantante lirica nel 2017.
 

 
Ci racconta com’è nata la passione per il canto lirico? Come può l’opera attirare e appassionare una giovane d’oggi?
«Anzitutto grazie dell’invito, è un piacere essere qui con lei.
«L’incontro con il canto nasce spontaneamente poiché già da bambina, facendo danza classica, ballavo sulle note dei grandi compositori. Quando si ascolta il canto lirico si viene pervasi da una malinconia che non sempre viene compresa.
«Un giorno parlando con mio padre ex primo clarinettista della Banda Nazionale dell’esercito, all'età di 15 anni decisi di prendere lezioni di canto lirico, presso Madame Chiara Chialli, e fu subito folle amore.
«La Lirica è un mondo che molto spesso viene trascurato dalle nuove generazioni ma in cui possiamo trovare oltre alla storia una spinta culturale per il presente e per il futuro dei giovani. Un continuo arricchimento dello spirito con insegnamenti e soluzioni, che già nel nostro passato avevamo sperimentato attraverso un linguaggio elegante e pulito a cui tutti dovremmo attingere per migliorare noi stessi nella vita odierna.»
 
Che tipo di percorso artistico si deve seguire per diventare un soprano e quanto tempo impegna giornalmente questa professione?
«Non serve un titolo specifico o una preparazione scolastica per diventare un artista di successo, ma se vuoi far partire la tua carriera da cantante con il piede giusto, seguire un piano di studi può esserti molto utile. Molte università offrono corsi triennali di canto lirico, che possono permetterci di approfondire le nostre conoscenze e esperienze, rendendoci professionisti migliori.
«Nonostante tutto, oltre allo studio della tecnica vocale e un allenamento continuo sull'uso del fiato, il palcoscenico è il vero protagonista. È il luogo che ti insegna e che ti fa maturare sotto molteplici aspetti quali quello scenico, tecnico, vocale e interpretativo.
«Quindi sarà molto importante mantenere uno studio costante e contemporaneamente dedicarsi al lavoro eseguendo al meglio ogni performance, dando il massimo e cercando in ogni esecuzione un salto qualitativo che possa portare alla distinzione di ogni singolo individuo, renderci artisti unici nel nostro genere.»
 
La strada per il successo non è sempre facile, forse in questo campo anche di più, quali sono le maggiori difficoltà che ha riscontrato?
«Di momenti difficili ne ho avuti tanti durante il mio percorso. Ma è proprio questo il modo di capire quanto amore e passione per quest’Arte hai dentro e quanto sia grande il desiderio di potersi dedicare ad esso.
«Questi sentimenti, ad oggi hanno sempre prevalso in me in modo decisivo, rafforzandomi e rappresentandone la mia certezza. Sono consapevole che ci saranno altri momenti duri ma fa parte del gioco.
«Ho sempre cercato di fare tutto con passione e determinazione per ottenere il massimo e raggiungere i miei obbiettivi che ritengo siano indispensabili.
«Un altro aspetto fondamentale, unito all’amore per quello che faccio, è sicuramente la perseveranza. Le insidie, infatti, sono tantissime lungo il cammino e perciò bisogna essere molto carichi e avere la forza per rialzarsi e non mollare mai.
«Studiare, essere preparati è la prima cosa da fare se si vuole seriamente provare a far parte di questo mondo, come qualsiasi altro mestiere.
«È un mondo difficile che richiede motivazione, passione, enormi sacrifici e perseveranza.»
 
Quali sono i suoi modelli? E quali gli autori che le piacciono di più?
«Il mio più grande modello all’inizio, quando sapevo ancora poco è stata Maria Callas, una voce straordinaria che mi faceva piangere sempre per le grandi emozioni che mi muoveva dentro. L’ascoltavo insieme ai miei nonni e mentre piangevo dicevo loro quanto desiderassi anch’io cantare così.
«Ho imparato moltissimo da sola, ma devo dire che ho incontrato tantissimi bravi Maestri e ciascuno di loro mi ha insegnato qualcosa. Luciana Serra e Mirella Freni, due grandi Signore della lirica, mi hanno trasmesso l’arte del Belcanto come parola sul fiato e musica, l’importanza del fraseggio e del l’interpretazione e infine cantare sempre con naturalezza. Attualmente sto proseguendo i miei studi con Manuela Meneghello e Susanna Rigacci.
«La Callas diceva sempre: chi può cantare il Belcanto può cantare tutto. È così, perché il Belcanto è un repertorio dove devi avere tecnica perfetta, espressività, morbidezza, intelligenza.
«Devi sfruttare ogni suono, ogni sfumatura per rendere il Belcanto vivo e palpitante.
«Tra i miei autori preferiti Puccini per la sua eleganza, Donizetti per la vivacità che mostra in ogni suo componimento, Verdi per il suo genio, Rossini per il repertorio estremo sulle agilità utilissime come allenamento per la tecnica mentre il Maestro Bellini perché in lui trovo vari elementi degl’altri autori che amalgamati insieme rappresentano una meravigliosa palestra per il cantante lirico, sia per le posizioni che per il corretto uso del fiato.»
 

 
Ci racconta la sua ultima esperienza a Salisburgo?
«Sono stati due giorni meravigliosi immersi in una delle più belle città Austriache. Esperienza nata dalle collaborazioni tra l’Associazione di Mozart Italia e il Mozarteum di Salisburgo.
«Un'esperienza vivace e interessante per noi giovani artisti. Da questi incontri in genere nascono delle meravigliose collaborazioni tra associazioni musicali collegate molto bene ai Teatri del Territorio dove esse agiscono, a livello internazionale.
«L'Associazione Mozart Italia convoglia in sé una catena di associazioni che si espandono su raggio internazionale. Il 27 e il 28 gennaio scorsi sono state le giornate dedicate ai Concerti, che si sono svolti con estrema armonia e gioia.
«Nella seconda giornata è stata presentata in prima mondiale una composizione scritta dal Maestro Cesare Valentini ed eseguita dal Maestro Accompagnatore Corrado Ruzza, Soprano Leonora Gennusa in onore del Dott. Matteo Bertelli per la consegna della spilla d’oro al valore mozartiano.
«Colgo l'occasione per ringraziare Arnaldo Volani, Presidente dell’Associazione Mozart Italia per aver dedicato il suo prezioso tempo a noi giovani artisti lavorando per un futuro pieno di vita e prospero di musica.»
 
Nella sua carriera ha viaggiato molto all’estero. Che differenze ha riscontrato tra il mondo dell’arte e della cultura tra l’Italia e il resto d’Europa?
«All’estero ci amano molto più di quanto non ci amiamo noi. In Italia abbiamo grandissimi artisti e maestri per non parlare dei nostri meravigliosi teatri. Spesso ciò che manca è proprio l’organizzazione e i fondi per dar vita a questa stupenda poesia chiamata Teatro.
«Gli organizzatori dei festival all’estero sono capaci di creare programmi molto intelligenti, abbinando nomi affermati ad artisti emergenti, evitando sale vuote e valorizzando chi vuole farsi conoscere.
«Ho avuto il piacere di lavorare molto spesso a Parigi cantando alla Sorbonne Amphiteatre Richelieu, Salle Colonne ma anche in altre città come Zlin in Repubblica Ceca dove mi sono esibita al Teatro Filharmonie Bohuslava Martinu, Salisburgo al Mozarteum. In ognuno di questi posti ho riscontrato un clima vivace e innovativo, che ha come scopo investire su unica grande formazione per creare i nuovi artisti del domani.
«L’Italia è un paese meraviglioso e sono fiera di essere italiana ma non abbiamo una politica che investe sui giovani. Le accademie veramente qualificate che ti danno delle basi sulle quali costruire una carriera sono pochissime, per non parlare dei Conservatori con un sistema sempre più vecchio e obsoleto.
«Sono una persona pratica e come tale vorrei meno chiacchiere e più fatti. Come accade già nel resto del mondo anche in Italia vorrei che ci fosse uno svecchiamento mentale e burocratico per far salpare una nave ormai da troppo tempo ferma e spiegare le vele verso un futuro giovane, pieno d’iniziativa artistica e culturale.»
 

 
Quali sono i suoi progetti per il futuro? Avremo la fortuna di poterla ascoltare anche qui in Trentino?
«Tra poco uscirà il mio disco che verrà pubblicato con etichetta Da Vinci Classics che avrà distribuzione nazionale e internazionale che affronta il tema della donna verdiana dal punto di vista psicologico, dalle prime Opere scritte dal grande Maestro Giuseppe Verdi fino alle sue ultime composizioni.
«Sarò impegnata in varie produzioni con il Teatro Politeama di Palermo con Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni nel ruolo di Lola e nella Finta semplice di W.A. Mozart nelle vesti di Giacinta.
«Parteciperò a svariati concerti in tutto il mondo per Voce e Cello a Mosca, Dubai e Londra.
«Per il Trentino sto organizzando dei progetti teatrali sia per le scuole dell’infanzia che per le scuole elementari per far conoscere i vari meccanismi teatrali attraverso la messa in scena di opere in versione ridotta, che al loro interno ben esaudiscono ogni parte saliente dell’opera dai solisti cantanti, ai musicisti, coro, scenografie, costumi e i tecnici.
«Così facendo potremmo offrire ai piccoli la possibilità di una formazione futura, facendogli scoprire piano piano il magico mondo del Teatro.
«Volevo ringraziarla per avermi invitata, è stato un piacere per me raccontare la mia esperienza personale e spero che possa essere d’aiuto per altri ragazzi, che come me stanno intraprendendo quello che a mio parere è il lavoro più bello del modo.
«A loro lascio questo messaggio: Amate follemente la musica e lei arricchirà ogni giorno della vostra vita, attraverso un essenza di sensibilità, libertà e sincerità
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
Leonora Gennusa - leonoragennusa@hotmail.it

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