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Un grande artista non si ferma mai – Nadia Clementi

Ne parliamo con Fulvio Bernardini, da quarant’anni una delle penne più riconoscibili del Trentino e non solo...

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Oggi la bravura di un artista sta nel non fermarsi mai: sapersi adattare alle esigenze del mercato e ai gusti del proprio pubblico è una caratteristica fondamentale per rimanere a galla. Questo è un ragionamento che risulta ancora più sensato nel campo dell’arte visiva.
La tecnologia permette di imparare a disegnare o a dipingere in poche ore, realizzare una grafica o creare un logo è diventato un gioco da ragazzi, si insegna praticamente alle superiori, e tutti ormai sappiamo scattare belle foto grazie ai nostri telefonini. C’è qualcosa che però non si può comprare, né tanto meno acquisire con un corso online: si tratta del talento e della capacità di raccontare storie sempre diverse, dare un volto e un’anima a ciò che si vuole esprimere.
 
Una grande verità che ha fatto sì che Fulber, al secolo Fulvio Bernardini, sia da quarant’anni una delle penne più riconoscibili del Trentino e non solo.
I suoi personaggi a fumetti, citiamo solo il cagnolone Gary ma ce ne sono molti altri, sono noti a tutti e bambini di ogni generazione che hanno avuto sotto mano le sue strisce o hanno incontrato il simpatico personaggio attraverso le tante vite che ha avuto.
I personaggi di Fulvio, infatti, nascono intrisi di grande modernità: sono delle vere e proprie mascotte. La loro simpatia e le loro linee semplici, ma accattivanti, rimangono impresse nella mente e si prestano così a promuovere e raccontare le avventure più disparate: dalla cartina della Val di Non alla Pubblicità progresso, testimonial di Parco Naturale o personaggio tenero per abbellire diari, magliette e souvenir.
 
La carriera di Fulber inizia molto presto: nato a Trento il 29 marzo 1959, eredita dal padre Aramis l’arte del disegno, il quale lo sprona fin da giovanissimo a disegnare e dipingere.
All’età di 18 anni inizia una lunga collaborazione con il settimanale «Vita Trentina» dove scrive, disegna e pubblica centinaia di elaborati a fumetti di sua proprietà.
Contemporaneamente inizia un sodalizio di collaborazione con alcuni tra i più rappresentativi scrittori trentini di fiabe, quali Giovanna Borzaga, Mauro Neri e Renzo Francescotti, illustrando decine di libri per ragazzi.
Innumerevoli sono le iniziative legate al suo modo di disegnare che caratterizzano esperienze anche radiofoniche e televisive fin dai primi anni ’80. Nell’arco di quarant’anni sono oltre 200 le realtà commerciali, associazioni culturali, periodici e enti che utilizzeranno il suo talento e più di 150 le pubblicazioni editoriali illustrate con centinaia di personaggi di fantasia.
Prima e dopo il varo definitivo della «Fulber Creazioni», che avverrà nel 2007, saranno moltissimi i settori che usufruiranno dei progetti editoriali con il brand Fulber (contraddistinto dalla sua firma grafica e dal personaggio di Gary).
Con il «Rivisitismo pittorico», Fulvio Bernardini inizia dal 2013 un nuovo processo di avvicinamento verso un target più adulto e appassionato d’arte, mantenendo la caratteristica di «immagine figurativa narrante», come ama lui stesso definirla, aprendosi all’arte della pittura ad olio con opere di grande formato in stile Pop Art, inaugurate con una mostra espositiva al Centro Rainalter di Madonna di Campiglio e proseguite nelle principali città europee con il MIIT ( Museo Internazionale Italia Arte) di Torino.
 
Come abbiamo detto, la grandezza di un’artista risiede anche nella sua capacità di rinnovarsi e, come abbiamo visto, Fulber l’ha sempre fatto rimanendo fedele a se stesso e questo significa cogliere anche le sfide della modernità.
Nel mondo dell’immagine e della velocità lo strumento del video, e quindi del cartone animato, sono indispensabili per comunicare al meglio un messaggio veloce e immediato. Anche qui Bernardini è arrivato in anticipo cominciando le prime sperimentazioni all’età di 12 anni grazie a una tecnica di ripresa chiamata «stop motion» che consiste nello scattare una serie di fotogrammi di un oggetto cambiando volta per volta la sua posizione, creando così l’effetto dell’animazione una volta proiettate le immagini.
Negli anni ’90 riprende saltuariamente l’animazione con disegni per alcuni spot pubblicitari destinati al mercato tedesco. Oggi la nuova avventura risiede in alcuni format televisivi in qualità di produttore artistico, ma il resto ce lo faremo raccontare direttamente da lui in questa carrellata sulla sua carriera e sui progetti per il futuro.
 

 
La sua carriera è iniziata quando lei era giovanissimo, questo le ha dato sicuramente uno sguardo privilegiato sull’evoluzione tecnica del suo lavoro. Cosa è cambiato in meglio e cosa in peggio nel campo della grafica?
«Avevo 18 anni quando uscì la mia prima comics strip sul settimanale Vita Trentina. Da quel piccolo trampolino di lancio la tecnica grafica ha iniziato lentamente a evolversi. Ricordo l’uso del pennino e della boccetta di china per ripassare le matite. Poi è arrivato il pennello (tecnica Disney). Per il colore mi arrangiavo con i pennarelli Letraset, molto versatili e disponibili in decine di colori diversi. Negli anni ’80 è arrivato l’aerografo, strumento più sofisticato con il quale ho prodotto linee Mondadori a carattere nazionale.
«Infine ecco il computer e Photoshop per colorare le tavole a fumetti e le centinaia di elaborati di ogni tipo. Nei tempi odierni la grafica ha beneficiato sicuramente della tecnologia informatica. Ciò ha esteso la possibilità a moltissimi aspiranti autori di fumetti di costruire i propri progetti in modo indipendente generando lavori di altissima qualità ma anche prodotti in tono minore.
«Sarò un nostalgico ma faccio fatica oggi ad innamorarmi di qualche autore di fumetti contemporaneo senza fare un confronto con mostri sacri del calibro di Walt Kelly, Hergè, All Capp, Floyd Gottfredson, Carl Barks o i nostrani Romano Scarpa, Luciano Bottaro, Giulio Chierchini o Roberto Raviola (Magnus) che hanno lasciato un’impronta profonda sul percorso della narrazione a fumetti. Il discorso vale per i disegni ma anche per gli intrecci narrativi.»
 

Vita Trentina Pagina dei Ragazzi 13 novembre 1977 ©GALLINELLO by Fulvio Bernardini.
 
Certamente l’evoluzione del mercato e gli strumenti digitali hanno facilitato la vita ad artisti e professionisti, ma secondo lei ha anche abbassato il livello? Oggi chiunque può fare arte?
«La risposta mi pare scontata e vale per tutti i rami dell’arte. Io parlerei però di evoluzione dei mezzi di comunicazione piuttosto che evoluzione del mercato. Come dicevo poc’anzi c’è una gran massa di talenti che però non trovano sbocchi editoriali seri e duraturi.
«Ed è normale che tra questi vi siano anche autori improvvisati che saltano a pié pari la gavetta alla quale erano sottoposti i mostri sacri del passato. Forse si è un po’ smarrito l’entusiasmo, la passione e la voglia di sacrificarsi un po' per dare la precedenza al ritorno economico.
«L’avvento dei social network mascherano attraverso alcuni meccanismi delle situazioni dove le iniziative editoriali sono probabilmente sopravvalutate rispetto alla realtà. Ma è il tempo, alla fine a decretare davvero chi sta in piedi e chi merita di continuare davvero a professare l’arte.»
 

 
Nella ripresa della sua pittura lei si è orientato a una rivisitazione della pop art, ci racconta qualcosa in più a riguardo?
«Qui saltiamo alla pittura che è quanto di più libero, nobile e alto ci possa essere in campo artistico. Si tratta di un ritorno al passato con la pratica del pennello su tela interrotta quasi mezzo secolo fa, dopo aver inaugurato il filone fumettistico.
«Quando decisi di riprendere a dipingere (nel pieno della mia attività editoriale, faccio presente), mi accorsi di aver messo in atto un vero rinascimento artistico che ha prodotto un cambio totale di pubblico e di mercato rispetto a quello affezionato alla nona arte.
«Nella ripresa del settore pittorico non avevo le idee chiare sullo stile da adottare. C’era già molta arte figurativa di altissima qualità e avrei impiegato troppo tempo nel raggiungere risultati apprezzabili ma una cosa mi era chiara: quella di iniziare con il figurativo rispetto all’astratto. E così ho approfondito l’idea suggestiva della Pop Art, la corrente pittorica americana che in qualche modo mi ha sempre affascinato e che è esplosa tra gli anni ‘50 e ’60 in America.
«Inutile dire che la mia principale fonte d’ispirazione finì per identificarsi nel lavoro di Roy Lichtenstein, uno dei suoi massimi rappresentanti di questa corrente artistica il quale costruì la sua fortuna partendo proprio dalle riproduzioni dei fumetti in gigantesche tele ad olio.
«Il mio Rivisitismo pittorico riprende il lavoro dei grandi nomi della pittura mondiale con una personale interpretazione delle opere di Picasso, Dalì, Basquiat, Haring. Lo faccio in modo divertente e ironico naturalmente.»
 
Nelle esposizioni di quest’anno a Roma e a Sanremo sono emersi nomi importanti al suo fianco, ci racconti.
«Quest’anno abbiamo voluto dedicare un omaggio a Roy Lichtenstein, un gigante della pop art americana nel ventesimo della sua scomparsa sottotitolando le mie due personali I sentieri di Roy.
«Ho la fortuna di essere circondato da gente affidabile e molto importante che crede davvero nel valore dell’arte, fondamentale approccio per tracciare in modo serio e di qualità il mio personale percorso pittorico.
«Comincerei con il citare Mariapia Ciaghi editore de Il Sextante con il trimestrale Eudonna Magazine, per il quale ho l’esclusiva per la realizzazione delle copertine, presentato durante il finissage romano. Mariapia Ciaghi è anche la curatrice per il Rivisitismo e organizzatrice della mostra a Roma con Paola Valori, (nipote della indimenticabile attrice Bice Valori) titolare della Galleria Micro.
«Poi Giovanna Sorbelli, Presidente del Movimento Eudonna che ho avuto il piacere di conoscere in Campidoglio in occasione di un premio a me dedicato. La critica d’arte Francesca Barbi Marinetti che mi ha introdotto nell’evento di Roma e ha curato il testo critico sul mio catalogo: Francesca Marinetti per la cronaca titolare della Associazione romana D’Arte rappresenta un’altra importante figura nel mondo artistico di livello, nipote di quel Filippo Tommaso Marinetti fondatore della corrente pittorica del Futurismo in Italia.
«Il critico d’arte Maurizio Scudiero storico dell’archivio Fortunato Depero che ha curato il testo critico sul mio secondo catalogo, presentato assieme a Gioia Quicquaro della Galleria La Mongolfiera di Sanremo, con il coordinamento di Mariapia Ciaghi per la mostra sanremese sul Rivisitismo.
«Elisa Bergamino critica d’arte già curatrice delle mie esposizioni nelle più importanti istituzioni delle principali capitali europee organizzate dal MIIT di Torino a cura del critico d’arte e direttore della rivista Italia Arte, Guido Folco.
«Anche i patrocini presenti nei due cataloghi per le mostre sono di assoluto livello e prestigio, basti pensare all’Archivio Afro, all’Associazione D’Arte e all’Associazione Michele Valori di Roma.
«Molto suggestiva e di rilievo anche la presenza del M° Teresa Fantasia a dirigere l’ Orchestra Mandolinistica Romana che ha chiuso con un concerto serale l’evento romano al MIcro con i suoi venti orchestrali.»


Fulber con la critica Francesca Barbi Marinetti durante la personale «Il Rivisitismo di Fulber, i sentieri di Roy» al Micro di Roma - giugno 2017.

Parliamo ora dei cartoons, quando è stato il suo primo approccio a questo mondo?
«Da bambino, come accennavo prima, nel tempo dell’incanto ho cristallizzato i sogni che ogni cucciolo d’uomo vive prima di crescere trascinandomeli fino all’età adulta, sperimentando a fasi alterne il racconto per immagini, il mondo dell’animazione e quello della pittura. Conservo ancora molti elaborati a fumetti dei primi anni ’70 e sono riuscito a recuperare addirittura due tele ad olio realizzare a 14 anni.
«Per quanto riguarda le animazioni in stop motion sono stato illuminato dai capolavori animati del regista cecoslovacco Jiří Trnka famoso per i suoi pupazzi animati con la tecnica del passo a uno. La stessa tecnica alla quale si ispirò anche il grande etnografo Giuseppe Šebesta a partire dalla fine degli anni ’40. Purtroppo credo che i miei vecchi filmini che realizzai in super8 mm siano andati perduti per sempre.»
 

1985: Fulber realizza le tavole a fumetti per la rivista anglo americana Mad.
 
In che modo si è evoluto il mondo dei cartoons nell’ultimo decennio? E cosa apprezza di più di questo mondo animato?
«Non è facile condensare il panorama delle produzioni attuali di cartoni animati. Potrei partire da questa citazione di John Halas per la prefazione del volumetto del 1965 Cartoni animati: Prima che il cinematografo diventasse realtà i cartoni animati con la loro animazione avevano un vero e proprio effetto magico sugli spettatori e i registi dell’epoca consideravano i cartoni animati come un mezzo per entrare in un mondo nuovo, supernaturale…
«Credo sia perfetta per definire la capacità suggestiva e la forza di un cartone animato che ancora oggi esercita sulla gente e dove ritengo che una delle componenti fondamentali per la riuscita di questa magia sia il sonoro musicale.
«Sto leggendo in questi giorni un bellissimo saggio di Michelone e Valenzise che analizza la musica nei cartoni animati. Nel volume intitolato Bibidi bobidi bu vengono analizzate le odierne produzioni di cartoni animati confrontate con quelle prodotte nel periodo aureo della cinematografia hollywoodiana a partire dagli anni trenta.
«Le situazioni create, la ricchezza del disegno in movimento, la dinamicità delle azioni e gli arrangiamenti musicali ad opera di grandi professionisti dello spartito musicale sono inarrivabili rispetto alle riproduzioni che girano oggi nei canali tv ( sempre eccetto qualche caso particolare).
«Discorso diverso per le produzioni animate Disney Pixar, DreamWorks, Don Bluth e Universal che grazie ai grandi reparti organizzati e alle altissime tecnologie in loro possesso, ci offrono con la tecnica in 2D e 3D prodotti pregevoli e stilisticamente perfetti sotto tutti i punti di vista.
«Dunque per rispondere alla sua seconda domanda, apprezzo e inseguo l’animazione classica in 2D, ossia quella realizzata tradizionalmente con il metodo dei disegni realizzati al tavolo d’animazione per capirci. Mi diverte di più.»
 

 
Dalle due dimensioni del fumetto su carta al movimento e al sonoro del cartone animato, come cambia l’approccio tecnico e narrativo?
«Moltissimo sul piano tecnico, ma per quanto mi riguarda, molto poco sul piano creativo. Mi spiego meglio: mentre produco una storia a fumetti, i disegni e i testi sviluppano quello che nella mia testa è già da sempre un approccio animato.
«Noi cartoonist abbiamo il dono di immaginare il movimento già nelle sequenze statiche di una vignetta appena disegnata. Gary e Spike nel mio immaginario agiscono sempre con la dinamicità di un cartoons, all’interno di un lavoro a fumetti.
«Nel 1997 uscì sul numero 26 del periodico di cultura della Provincia Autonoma di Trento Postergiovani una lunga intervista ai miei personaggi a fumetti in occasione del 25° di Gary. In quell’occasione ebbi a dichiarare: “Quando penso ad una storia da sceneggiare, ho sempre in mente delle sequenze veloci e dinamiche con i personaggi che si distorcono e si allungano all’inverosimile in determinate situazioni. Il mio intento oggi è quello di dare la sensazione ai lettori di leggere un cartone animato e i miei sforzi vanno tutti in quella direzione”.
««Ciò che voglio dire è che ho sempre pensato all’animazione, anche quando disegnavo figure cristallizzate sulla carta.
Sul piano narrativo il discorso è più complesso. Occorre dotarsi di una capacità di sintesi maggiore rispetto al racconto illustrato poiché le azioni nella storia si sviluppano in pochissimi secondi entro i quali devi far passare i messaggi previsti consoni con molto movimento.
«Tecnicamente per realizzare una storia animata occorre avere ben chiari in testa tutti i passaggi necessari, e non sono pochi. Dalla stesura dell’idea tradotta in uno storyboard (insieme di disegni in progressione per la realizzazione dei disegni necessari per l’animazione), ai pencil test ( giri di prova) per verificare l’efficacia del movimento, alla messa in opera di un video, di una stesura musicale su traccia sonora e di un montaggio audio per la sincronizzazione del sonoro con il movimento.
«In sintesi serve dotarsi di validi professionisti che con il loro apporto contribuiscono in concerto con l’idea originale alla realizzazione di un’opera animata. Il lavoro se fatto bene, vale la candela. Vedere un progetto nato sulla carta prendere vita ed esprimersi con azioni, colore e musica nello schermo è davvero impagabile!»
 

Lo Storyboard per la sigla Musical Flowers ©Fulber
 
Ci racconta ora della sigla e del progetto realizzato per la TV, di cosa si tratta?
«Si tratta di un ritorno all’animazione a tutto tondo ma anche un ritorno alla scrittura di programmi televisivi in regione (format) per grandi e piccoli. Il primo importante approccio è stato la produzione di una puntata zero di Risparmiolandia Show un format di intrattenimento destinato alla tv dei più piccoli, composto da fiabe animate, documentari naturalistici e giochi in studio che ho proposto e realizzato con la collaborazione dei tecnici di Bra Editor e di Metro Rec nel 2013.
«Meritavano a mio parere uno sviluppo ben più ampio di quello attuale ma l’esperienza è servita a testare il modello di collaborazione che avevo in testa. Attualmente lo potete trovare su youtube cliccando l’immagine che segue.»
 

 
«Come si dice, non si butta via mai niente del lavoro fatto e la preziosa esperienza generata con la squadra mi ha permesso di allestire prima Remote Control del 2016 e successivamente Musical Flowers del 2017, un lavoro animato in 2D è concepito come sigla d’apertura del nuovo game quiz televisivo per ragazzi in dodici puntate settimanali intitolato Lo Scrigno Mòcheno.
«Questo game quiz plurilingue (italiano e mòcheno) è stato prodotto artisticamente da Fulber Creazioni, promosso e finanziato dalla Comunità Alta Valsugana e Bersntol e voluto da Bruno Groff che ha favorito anche la creazione di un grande set nel comune di Frassilongo per le registrazioni delle puntate.
«Lo Scrigno Mòcheno ha debuttato in tv il 16 dicembre scorso su TML canale 642 di Trentino Tv con la regia di Alessandro Bencivenga e la conduzione di Stefano Bencompagnato e Sara Toller.»
 
Un cartone animato come sigla, dunque.
«Musical Flowers è un brioso cortometraggio che vede protagonista uno dei miei personaggi a fumetti di punta, il cagnolino chihuahaua Spike, mascotte del programma. Nell’animazione suona la fisarmonica rèta ed è alle prese con una pletora di folli fiori che danzano e suonano al ritmo di Paris, un’antica polka di origine bavaresi e accumunata alla valle dei mòcheni, accelerata e sintetizzata per l’occasione nella colonna sonora del cartoons. L’audiovisivo è completato da una pre-sigla introduttiva di Gary e Spike Funny Living Melody™ concepita per caratterizzare tutte le future produzioni animate della Fulber Creazioni.»
 

Frame tratto dal cartoons Musical Flowers, sigla del programma Scrigno Mòcheno™ ©Fulber
 
La musica dunque è significativa nei suoi cartoons» Ma come nasce una produzione di questo genere?
«Assolutamente sì, per i miei canoni di lavorazione. Lo spartito musicale viene creato appositamente per vestire il cartoons e i suoi punti di forza sono proprio l’animazione classica mixata con gli arrangiamenti musicali e la sincronizzazione audio video.
«È questa la mia personale formula magica. Spiegheremo in una successiva intervista con Marco Sirio Pivetti di Metrò Recording Studio se ne avremo occasione, quali sono i criteri per realizzare i nostri contributi musicali.»
 

La vecchia Mitraglia.
 

«Nel caso di Musical Flowers invece il meccanismo è inverso: qui è il cartone animato che è stato costruito su un motivo musicale già esistente, Paris, la cui versione arrangiata musicalmente dalla piccola orchestra di musica popolare La Vecchia Mitraglia ci è stata gentilmente concessa da Giovanni Kezich per l’adattamento al programma Scrigno Mòcheno.»
 

Immagine per la promozione nelle sale cinema di Trento a partire da gennaio 2018.
 
Lo Scrigno anche al cinema! Un’idea suggestiva ma come è nata l’idea di convogliare sul grande schermo il programma Scrigno Mòcheno?
«Nasce dalla necessità di estendere ad un pubblico più vasto la conoscenza di questa realtà televisiva di nicchia quale è TML che ricordo si occupa principalmente della valorizzazione delle isole etniche ladine, cimbre e mòchene.
«Lo Scrigno un programma bilingue, dove al suo interno si sfidano a suon di quiz ragazzi della Valle dei Mòcheni con ragazzi della Provincia di Trento su argomenti prettamente mòcheni. Ciò ha permesso di estendere a gennaio 2018 anche quella porzione di pubblico trentino non necessariamente appartenente alla comunità mòchena ma frequentatrice dei cinema di Trento.
«Saranno così le 9 sale dei cinema Astra, Vittoria, Modena e Roma a divulgare la sigla del format tv durante la programmazione dei film in cartellone. Ciò permetterà non solo di informare i frequentatori delle sale sul progetto televisivo in corso ma anche di celebrare sul grande schermo i quarant’anni di vita cartacea dei personaggi a fumetti di Gary e Spike. Il video è il frutto di un lavoro congiunto di Fulber Creazioni, F.A.M.A. Bra Editor e Metrò Recording Studios.»
 

 
Sta girando nel web anche un’altra versione video della sigla del programma. Un trailer destinato per il canale youtube, di cosa si tratta?
«Esatto. Questa versione è sempre prodotta dalla Fulber Creazioni e dura circa due minuti. È stata concepita per dare l’idea della complessità del progetto e nel contempo per conferire al programma l’aspettativa che merita. Di questo devo ringraziare Fabrizio Bernardini di Artedanza che si è prestato per la regia e il montaggio in tempi record del nuovo trailer grazie alle immagini già prodotte in precedenza. Trailer che naturalmente invito tutti ad andare a vedere.»
 

Trailer Scrigno Mòcheno - YouTube.
 
Quali altri progetti per il futuro?
«È in arrivo puntuale come ogni anno l’inserto a fumetti del Pompiere del Trentino, Pompiere Junior con un’ inedita storia che racconta lo spirito giusto ( anche il titolo del lavoro a fumetti) che i giovani dovrebbero avere dal momento in cui scelgono di entrare a far parte degli Allievi Vigili del Fuoco Volontari del Trentino.

La copertina dell’inserto Pompiere Junior ©Fulber.

«Nel mese di gennaio è prevista l’uscita di una seconda pubblicazione destinata a ragazzi e genitori dedicata al fenomeno sociale del bullismo e cyberbullismo. Il lavoro editoriale è promosso dal Consigliere Provinciale e Regionale Luca Giuliani e dal Gruppo Consiliare del PATT.
«Un terzo progetto a fumetti riguarderà invece la sicurezza sulle strade e vedrà coinvolta la società A22 autostrada del Brennero in concerto con La Federazione dei Vigili del Fuoco Volontari del Trentino, per un’azione su vasta scala mirata a raggiungere gli studenti delle scuole della Provincia di Trento.»

Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it

Fulvio Bernardini - gary.spike@libero.it
https://www.premioceleste.it/fulvio.bernardini
 
Setting dello Scrigno Mocheno.

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