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Viaggio in Iran tra presente e passato – Di Nadia Clementi

Quarta e ultima parte – Cosa deve sapere chi viaggia in Iran: consigli e curiosità

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Link alla terza parte.

È un paese che incuriosisce perché è «diverso»: la cultura e le tradizioni sono molto distanti dalle nostre ed è per questo che è importante scoprirlo e conoscerlo.
 

 
Abbigliamento.
La donna che si reca in Iran deve indossare l’hejab in qualsiasi momento (tranne quando è nella sua stanza in hotel, ovviamente). Cosa è l’hejab? Semplicemente un velo che copre i capelli.
Esiste anche un altro «abito» islamico obbligatorio da indossare solo in alcune particolari circostanze ad esempio visitando alcune moschee o mausolei ed è lo Chador.
Lo Chador è una «tenda», un grande lenzuolo che copre dalla testa ai piedi e che viene fornito in prestito nei luoghi di culto obbligatori per la visita.
È evidente che l’odierna Persia non è un modello di libertà e democrazia e la stretta applicazione della legge islamica impone regole di abbigliamento che possono essere fastidiose soprattutto per le donne occidentali, costrette a coprirsi il capo con un velo, portare camicie con maniche sotto il gomito e lunghe abbastanza per coprire il sedere e pantaloni lunghi. Tutti sono soggetti all’attenta sorveglianza della polizia morale, ben distribuita nei luoghi pubblici.
Per quanto riguarda invece l’abbigliamento maschile, non c’è nessuna regola scritta. È però assolutamente fuori luogo andare in giro con i bermuda, sarebbe come per gli europei girare per città a torso nudo.
Le cravatte non vengono utilizzate in Iran.
 

 
Comportamento.
Non è possibile salutare una donna con la stretta di mano, lei saluta mettendo incrociate le mani sul petto.
Per la coppia, in strada e nei luoghi pubblici è vietato scambiarsi qualsiasi tipo di effusione.
 
Divieti.
Sono vietati i rapporti sessuali sia omosessuali che prematrimoniali all’infuori del matrimonio poiché possono essere puniti anche con la pena capitale. Pertanto è bene avere con sé una copia del certificato di matrimonio.
Nei mezzi pubblici cittadini, gli autobus hanno posti separati per le donne e per gli uomini: vietato mischiarsi dunque. Per quanto riguarda la metropolitana, esistono vagoni riservati alle sole donne, a meno che queste non siano accompagnate da un uomo, in tal caso nessun problema a mischiarsi.
Nelle visite ai mausolei, le donne e uomini hanno aree d’accesso e di preghiera separate. In alcune moschee alle donne è addirittura negato l’accesso.
La legge islamica vieta alle persone di raggrupparsi, di fare feste, di ascoltare musica diversa da quella tradizionale e di assumere alcolici in pubblico.
 

 
Nei cinema vengono proiettati solo film locali, nei teatri non arrivano mai le compagnie estere o di balletto.
Come in tutti i paesi a democrazia limitata, i social network (Facebook e Twitter in particolare) sono bloccati. Lo stesso vale per internet in genere, le televisioni satellitari e qualunque altro mezzo di comunicazione che possa diffondere idee e valori occidentali. Ciònonostante, sempre secondo fonti ministeriali, il 71 % degli abitanti di Tehran guarda le TV satellitari con parabole abusive.
 

 
Gli alcoolici In Iran le bevande alcooliche sono tassativamente proibite.
Il party è il maggior divertimento dei giovani iraniani. La sera si riuniscono in una casa o, se ricchi, nei giardini delle case fuori città. Comprano da mangiare e bere (anche alcool) e si divertono a cantare e ballare.
 
Droghe
Per il loro utilizzo è prevista anche la pena di morte. Nonostante il divieto, si fumano tranquillamente Hashish e Marijuana. Proprio l’hascisc veniva utilizzato già nel X secolo dalla gente nelle montagne dell’Iran del Nord, da un popolo soprannominato Hashish-iyun (assassini) - da cui deriva il nome.
È assolutamente vietato fotografare, persone in uniforme, Istallazioni e Veicoli militari, Polizia, Edifici Pubblici, Aeroporti, Ponti, Porti e Ambasciate.
 

 
Denaro.
La banconota è il Riyal, (100.000 equivalgono a circa € 2,5). Cambiando 500 euro si riceve una mazzetta di banconote di 5 cm impossibile da mettere nel portafoglio.
A causa delle sanzioni internazionali, in Iran le carte di credito e bancomat dei circuiti occidentali non funzionano.
Ogni pagamento (salvo quelli degli acquisti importanti, come i tappeti, per i quali si usa una triangolazione fittizia su Doha, Dubai o altri paesi arabi) deve quindi essere fatto in denaro, il che crea grossi problemi (oltre a quello di dover girare con denaro contante).
Per il cambio è quindi meglio rivolgersi ai bureau de change, che a Tehran sono in Ferdosi Street.
I Bazar, sono molto affollati, è bene fare attenzione ai borseggiatori, qui si possono acquistare, oltre alle spezie e vestiti e oggettistica di ogni genere.
 

 
Cibo.
La cucina iraniana è una perfetta simbiosi tra tradizione e cultura e l'ingrediente principale è il riso.
L'uso delle spezie nella cucina Iraniana è molto sapiente e raffinato e i profumi non coprono mai il sapore degli ingredienti principali.
La cucina è caratterizzata da piatti di carni rosse e bianche, ad esclusione del maiale, a volte il pesce (compreso il famoso caviale iraniano), ma anche da portate vegetariane.
Possono essere serviti per primi i mazeh, o stuzzichini, composti da frittate e salse in cui viene intinto il pane.
In genere un pasto iraniano non è composto da diverse portate, bensì tutti i piatti vengono serviti insieme e i commensali se ne servono secondo le proprie preferenze e nell’ordine desiderato.
I dolci e la frutta vengono serviti insieme al termine.
Un pranzo tradizionale viene servito sopra un sofreh, che è una tovaglia di cotone stesa a terra sopra vari tappeti sovrapposti.
I piatti principali sono circondati da pane, riso e varie ciotole con salse e insalate di verdure fresche.
I pasticcini sono molto economici e buoni, i più famosi sono biscotti di Kerman con pasta di datteri interni!
Inoltre, essendo il più grande produttore di pistacchi, l’Iran è considerato la capitale mondiale del pistacchio: è questo il suo secondo prodotto di esportazione dopo il petrolio e il gas naturale.
 

 
Il ramadan.
Durante il ramadan, tutti i ristoranti ed i bar sono chiusi dall’alba al tramonto.
Per mangiare qualcosa è necessario andare nei ristoranti degli alberghi internazionali, di solito destinati ai viaggi d’affari o ai turisti occidentali, oppure ricorrere al metodo «underground, ovvero entrare in un negozio di alimentari, comprare un sandwich.
 

 
Consigli viaggio.
Per visitare l’Iran in sicurezza è consigliato organizzare rivolgersi a un Tour Operator che metta a disposizione una guida locale.
Il viaggio richiede comunque un buono spirito di adattamento anche per i trasferimenti su strade non sempre in ottime condizioni e in luoghi sconosciuti.
Lungo il tragitto si trovano moltissimi cartelloni, simili ai nostri manifesti pubblicitari, ma con le fotografie dei martiri della guerra Iran-Iraq che generano un clima di dubbia tranquillità, alimentato anche delle numerose basi militari presenti nel territorio.
Prima di andare in Iran va tenuto in considerazione che non si potrà più viaggiare negli Stati Uniti con il visa waiver program, ovvero senza visto. Secondo il nuovo Visa Waiver Program improvement ad terrorist travel pvention act of 2015, chi abbia visitato Iran, Iraq o Siria dopo il 2011, per andare negli Stati Uniti dovrà richiedere un visto in ambasciata fino a data da destinarsi. La scocciatura non è tanto portare il modulo in ambasciata, ma il fatto che il visto turistico per gli Stati Uniti è piuttosto oneroso.
 

 
Viaggiare, per noi Occidentali, è scontato, per gli iraniani, invece, è molto complicato perché si può ottenere il visto ed andare all’estero solo per motivi religiosi e per lavoro.
Per uscire dal paese è necessario essere in possesso di una lettera d’invito e di una grossa somma di denaro. È chiaro, quindi, che la maggior parte degli iraniani non viaggiando all’estero difficilmente riesce a confrontarsi con altre realtà.
È un paese abbastanza pulito e dinamico dove la gente nonostante i divieti, vive dignitosamente, rispettando lo straniero anche se non pare interessata al turismo.
Quello che rimane di un viaggio in Iran sono gli occhi di questa gente, specchio di un dolore profondo, fatto di guerre e di morti, di un Paese senza libertà, che si è autoescluso dal mondo e che il mondo ha per lungo tempo rifiutato.

Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it

(Fine)


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