Home | Rubriche | Parliamone | L’importanza del «Safer Internet Day» – Di Nadia Clementi

L’importanza del «Safer Internet Day» – Di Nadia Clementi

Ne parliamo con il dott. Sergio Russo, Vice Questore del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Trentino Alto Adige

image

Il Vice Questore Sergio Russo.
 
Lo scorso 5 febbraio si è svolto in tutto il mondo il «Safer Internet Day», una giornata di sensibilizzazione ad un uso consapevole di internet che come ogni anno ha coinvolto ragazzi, insegnanti e genitori per capire come divertirsi e usare la rete in modo sicuro, imparando soprattutto a riconoscere in tempo le trappole che possono nascondersi tra le pagine del web.
Anche in Trentino sono state molte le iniziative per questa giornata dedicata a Internet e sicurezza, una tra tutte è quella organizzata dalla Polizia Postale e dalla rete degli Istituti comprensivi di Trento che si è svolta tra workshop e dibattiti incentrati sul tema principalmente del cyberbullismo.
Sì perché lo scopo principale del Safer Internet Day è quello di permettere a tutti di usare internet in modo sicuro e costruttivo, imparando a riconoscerne le insidie e costruendo una personale «cassetta degli attrezzi» per difendersi da attacchi e malintenzionati.
 
Agli inizi di Internet 2.0, ovvero da quando sono gli utenti in prima persona a creare e caricare contenuti sulla rete, l’atteggiamento nei confronti del web era di timore e sospetto soprattutto tra gli adulti e gli educatori, che vedevano bambini e ragazzi estremamente confidenti e a proprio agio con uno strumento a loro incomprensibile.
Questo distacco tra gli adulti e i ragazzi, là dove erano i più giovani a detenere le capacità tecniche per muoversi in rete, ha generato diversi anni di confusione da un punto di vista educativo, con i genitori spaventati da un mondo che non conoscevano e i ragazzi sempre più soli e pionieri nelle immense praterie del web, dove in pochi secondi si possono conoscere persone che stanno dall’altra parte del mondo, acquistare merce di ogni tipo, condividere pensieri ed emozioni tramite foto, testi e video.
 

 
Un materiale potenzialmente esplosivo per le menti ancora giovani e plasmabili degli adolescenti, ma allo stesso tempo uno strumento che può arricchire costruendo amicizie, divertendosi con coetanei da tutto il mondo, imparando cose nuove (basti pensare a Wikipedia o ai milioni di video educativi e di divulgazione presenti su Youtube).
Oggi, quasi alla fine del primo ventennio del nuovo Millennio, la situazione è cambiata, e per quanto permangano diffidenza e ignoranza nei confronti dei meccanismi di Internet, sempre più genitori sono a proprio agio con le tecnologie, le scuole hanno ormai da tempo integrato l’informatica e l’utilizzo del web nei propri programmi scolastici e, i ragazzi, grazie anche alla guida degli adulti, stanno imparando sempre di più a difendersi dalle tante insidie presenti nel web.
D’altra parte è solo la novità del mezzo tecnologico a generare confusione, ma, come ripetono spesso le forze dell’ordine, la chiave di tutto è il buon senso: se nella vita reale rimane ancora valido il vecchio adagio «non dare confidenza agli sconosciuti», sul web si può tranquillamente applicare la stessa logica.
La difficoltà in rete è data dall’anonimato, o meglio, dalla possibilità di avere più avatar, di essere chiunque e nessuno allo stesso tempo.
 
Il 5 febbraio a Trento il personale del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni e la Rete degli istituti comprensivi hanno organizzato, nel corso della giornata, un incontro dedicato a questa importante tematica presso la Sala della Cooperazione in via Segantini al quale hanno partecipato circa 1.400 studenti delle scuole secondarie di primo grado.
Di seguito, nella stessa giornata l’incontro si è svolto presso il Teatro Sociale per genitori e insegnanti.
Tra i vari esperti che sono intervenuti c’era anche Dr. Sergio Russo, Vice Questore della Polizia di Stato Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle comunicazioni per il Trentino Alto Adige e noi l’abbiamo intervistato su questo importante tema di attualità.
 

 
Vice Questore, dal suo osservatorio, come reputa sia cambiato il rapporto con internet e i ragazzi negli ultimi 10 anni?
«Le campagne di sensibilizzazione portate avanti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza in tutta Italia hanno permesso di confrontarsi in primis con gli studenti.
«In Trentino Alto Adige, nel corso degli ultimi due anni scolastici sono stati incontrati circa 26.000 studenti delle scuole medie e dei primi anni delle scuole superiori.
«Ciò ha permesso alla Polizia di Stato di informarli sulle immense opportunità che la rete offre, ma anche, sulle insidie che nasconde.
«In Trentino è importante rilevare che istituzioni come la scuola sono molto attente e sensibili a diffondere nelle nuove generazioni la cultura del rispetto. Sono anni che la Rete degli Istituti Comprensivi, attraverso la sua rappresentante prof. Paola Pasqualin, organizza incontri per affrontare le tematiche relative a questo problema, ai quali prendono parte esperti del settore che quotidianamente intervengono in delicate situazioni.
«Nello specifico la Polizia Postale e delle Comunicazioni, è testimone diretta di vicende che hanno avuto tragici epiloghi, accademici, specialisti nel settore delle scienze educative, liberi professionisti che si confrontano sistematicamente con i problemi delle internet addiction sono il parterre che consente di sensibilizzare giovani e meno giovani all’uso consapevole della rete.
«Questa intensa attività, portata avanti con impegno e costanza da operatori specializzati come il Sovrintendente Capo della Polizia di Stato Mauro Berti e l’Assistente Capo della Polizia Emanuela Faes, ha certamente consentito di diffondere tra gli adolescenti consapevolezza delle proprie azioni digitali e maturare esperienza per affrontare i rischi che la rete presenta. Gli operatori hanno presentato casi trattati in materia di sexting, cyberbullismo, furti di identità creando una forte empatia con le nuove generazioni.»
 
L’avvento degli smartphone ha letteralmente portato il mondo nelle nostre tasche, quali sono i vantaggi e i pericoli di questi strumenti?
«Le potenzialità degli smartphone che sono attualmente in commercio sono impressionanti. La semplice telefonata non riveste più la prima attività per cui vengono usati: scattare foto e video ad altissima definizione, gestire le innumerevoli app (sono oltre il milione) che gli store virtuali mettono a disposizione fino alla possibilità di comunicare con il mondo intero attraverso le piattaforme social.
«Tra esse spiccano Facebook, Instagram, Tik Tok, Tweteer e tantissime altre, per non parlare delle innumerevoli chat per incontri. Anche le forme di videocomunicazione sono molto usate: programmi come Facetime, Skype ed altri trovano nel pubblico degli adolescenti un’ampia diffusione.
«Queste enormi potenzialità di comunicazione hanno creato anche situazioni di pericolosità nei nostri figli: la maniacale ossessione di riprendersi e riprendere qualsiasi istante della propria vita e diffondere in tempo reale le immagini o i video attraverso stanze virtuali alle quali partecipano centinaia, per non dire migliaia di coetanei e non, ha fatto sì che occorre far conoscere quali danni possano causare determinate condotte.»
 

 
Continuiamo a parlare di «nuove tecnologie» ma in realtà internet esiste da decenni e i neo-genitori di oggi sono ragazzi cresciuti con il personal computer: come gestire al meglio il rapporto tecnologie-figli?
«Per certi aspetti la sua osservazione è corretta in quanto la nascita del world wide web è degli anni ’90. Molti internauti che hanno incominciato a navigare in quel periodo sono oggi genitori e dovrebbero avere i mezzi per insegnare ai propri figli le regole per non cadere nei tranelli della rete.
«Non possiamo però sottovalutare l’imponente evoluzione che la rete ha avuto e sta avendo passando dalle fasi dell’internet 2.0, 3.0 e 4.0 fino all’attuale IoT (Internet of things), ovvero l’internet delle cose. Miliardi di dispositivi collegati alla rete e nuove potenzialità che consentono di interagire con qualsiasi cosa presente sulla rete e che attirano indiscutibilmente anche nuove forme di criminalità informatica.
«Anche sul fronte educatori la Polizia di Stato, attraverso la Specialità della Polizia Postale, attua una sistematica opera di sensibilizzazione.
«Il Safer Internet Day ha riunito nella sola giornata del 5 febbraio circa 720 persone tra genitori ed insegnanti. Sono però costanti gli incontri con genitori per informare anch’essi sui rischi che corrono gli adolescenti e per formare un fronte unico per prevenire situazioni estreme.
«È attraverso questa delicata attività che la Polizia riesce ad intervenire, perché sollecitata dagli adulti, in situazioni pericolose per evitare conseguenze nefaste.»
 
Come può la famiglia e la scuola attrezzare correttamente i ragazzi per affrontare il vasto mondo della rete?
«Personalmente ritengo che deve esserci una particolare attenzione nel genitore di offrire un modello educativo che dia sempre risposte certe all’adolescente. L’esperienza di vita dei genitori deve essere messa a disposizione dei figli i quali devono potersi fidare dell’adulto.
«Inoltre ritengo che debba esservi un forte rapporto comunicativo tra genitori e figli da un lato ed una partnership rafforzata tra istituzioni, tra le quali si annovera la Polizia Postale e gli insegnanti, dall’altro.»
  

 
Qual è l’età media a cui i bambini cominciano a navigare sul web? In che modo può influire sulla crescita?
«La costante attività di sensibilizzazione che la Polizia Postale porta avanti da anni nelle scuole del Trentino Alto Adige mi consente di affermare che, anche se l’incontro con il web avviene già negli ultimi anni di frequentazione della scuola primaria, l’intervento educativo degli organi di polizia si deve concentrare nella fascia di età compresa tra gli 11 ed i 16 anni.
«Per quanto riguarda gli aspetti della crescita è necessario che il bambino venga avviato ai contenuti della rete che si addicono alla sua età e venga accompagnato in questo percorso dall’adulto, che sia il genitore o l’educatore al quale il minore è affidato. Le istituzioni scolastiche sono molto attente a queste problematiche e posso riaffermare che nella regione Trentino Alto Adige sono avviate da tempo iniziative per diffondere le regole per un corretto e consapevole utilizzo degli strumenti informatici.
«Per citarne solo alcuni, oltre come detto al più importante che è il Safer Internet Day, vi sono tavoli tecnici istituiti dalla Provincia che prevedono interventi puntuali e sistematici nelle scuole con la partecipazione della Polizia di Stato per dibattere i problemi che la rete presenta.»
 
Non vogliamo parlare sempre e solo degli aspetti negativi di internet: in che modo i social network e internet 2.0 possono essere un vantaggio per i ragazzi di oggi?
«Come ha precisato anche lei, sono convinto che i benefici che la rete offre devono essere sfruttati nel modo migliore dai nativi digitali. La rete è una fonte immensa di informazioni che può essere utilizzata per elevare la qualità dello studio e delle conoscenze di ognuno di noi ed in particolar modo delle nuove generazioni. Anche l’aspetto della socializzazione non deve essere sottovalutato così come i giochi.»
 
Quale il ruolo delle istituzioni?
«Il compito delle istituzioni è molto delicato, in quanto devono mettersi in contatto con il mondo dei giovani entrando nelle scuole e avviando iniziative parlando ai ragazzi con gli stessi strumenti e lo stesso linguaggio. Fra queste cito un’importante campagna giunta alla sua 6^ edizione e fermamente voluta dalla Polizia di Stato: Una vita da social. Proprio nei giorni scorsi a Trento e a Bolzano si è fermato il truck brandizzato della Polizia Postale all’interno del quale sono stati proiettati video educativi ad un centinaio di studenti e sono stati poi dibattuti temi sulle dipendenze e sulle trappole della rete internet.»
 

 
Quali sono invece i vostri compiti per informare e difendere i cittadini?
«Le iniziative che la Polizia di Stato porta avanti sono rivolte non solo agli studenti ma anche agli insegnanti, ai genitori e ai cittadini. Nell’anno in corso abbiamo incontrato circa 800 insegnanti, 1.100 genitori e 11.000 ragazzi.
«Con questa particolare tipologia di uditorio ci intratteniamo sui casi concreti, anche se in forma anonima, con i quali abbiamo avuto a che fare come organi di polizia per accrescere la conoscenza ed individuare comportamenti nei giovani che possano essere il sintomo di un malessere dettato da situazioni prodotte dalla rete internet.
«In pratica cerchiamo di fare informazione comunicando, attraverso il nostro sito istituzionale www.poliziadistato.it le insidie che nascono dalla rete. Siamo inoltre presenti sui principali social come Facebook con i profili agente lisa, commissariato di PS online e vita da social, su Tweeter e su Instagram.
«Riteniamo che la consistente diffusione di notizie e comunicazioni legate alle vicende della rete sia molto efficace per far sì che i cittadini individuino tempestivamente situazioni critiche e le segnalino alla Polizia per un pronto ed efficace intervento.»
 
Quali sono i reati maggiormente commessi in rete? E quali le situazioni che vedono coinvolti maggiormente i giovani, sia come vittime che come carnefici? Può fornirci qualche dato significativo?
«I fenomeni maggiormente significativi in Trentino riguardano comportamenti prevaricatori connessi al cosiddetto cyberbullismo e ai pericoli connessi all’adescamento e condivisione di immagini hard sulla rete meglio conosciuti come grooming e sexting.
«Quando analizziamo i fenomeni delittuosi che si manifestano nella rete internet, è necessario fare un’attenta distinzione tra due opzioni: quelli più numerosi e quelli di maggior allarme sociale. In relazione all’aspetto numerico siamo certi che frodi ed attacchi informatici la fanno da padrone, ma se ci atteniamo al secondo criterio, quello relativo all’allarme sociale, il nostro occhio si concentra su quanto fanno e/o subiscono i più giovani utilizzatori del web.
«In questo settore la pornografia, il sesso virtuale, le relazioni effimere dei moderni Social, sono il brodo primordiale di fenomeni delittuosi che colpiscono, anche, e non solo, la fascia più giovane degli utilizzatori di Internet.
«Ecco quindi che si sente parlare di Cyberbullismo, che ha la caratteristica di fare più danni del Bullismo ordinario, proprio in virtù di alcune caratteristiche che la Rete e i suoi protocolli informatici ci propongono. Queste spaziano tra il concetto di memoria infinita, dove cancellare contenuti è praticamente impossibile, ma anche al fatto che il collegamento a internet permette ad una vasta platea di consultare quei contenuti, favorendone la divulgazione.
«Ci sono elementi psicologici che entrano prepotentemente in campo ad aggravare la percezione dei torti subiti in rete, e, uno di questi, è certamente legato alla solitudine con la quale si affrontano i problemi di Internet. È finalmente diventato tema di discussione la grande solitudine del nativo digitale. Quando vediamo un giovane davanti al monitor di un telefono o di una consolle di gioco, dobbiamo avere la lungimiranza di vedere un giovane che è solo.
«Lui avrà certamente l’impressione di comunicare in quel momento con centinaia di coetanei, ma si tratta in realtà di un ragazzo solo nella sua stanza. La sua mente percepirà perfettamente quella solitudine, nonostante il giovane, che non ha vissuto un’era pre-tecnologica come noi, non riuscirà certamente a comprenderne i lati negativi.
«All’interno di questo pentolone si sviluppano reati di svariato genere, anche perché vi è l’impressione che, quella pentola, sia un mondo virtuale e non collegabile alla realtà o alla vita ordinaria. Ad aggravare il tutto vi è anche il fatto che vi sia il diffuso pensare, tra i giovani, che internet è una specie di FarWest, con praterie prive di controllo e dove ognuno si gestisce in autonomia calpestando in modo più o meno consapevole i diritti degli altri. In considerazione di queste osservazioni l’attenzione della Polizia Postale deve essere sempre alta e gli organi istituzionali devono lavorare in sinergia con genitori, cittadini ed educatori.»

Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it
Contatto del Compartimento: compartimento.polposta.tn@pecps.poliziadistato.it


Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande